Il presidente dell’Authority annuncia per la prossima settimana le modalità del regolamento per contabilizzare gli asset nei bilanci delle assicurazioni

«Nei prossimi giorni decideremo le modalità del regolamento sulla contabilizzazione dei titoli di Stato, avendo come riferimento la stabilità delle imprese e la tutela dei consumatori». Lo ha detto il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, al decimo Insurance Day, preannunciando per l’inizio della prossima settimana il regolamento dell’authority. Le compagnie italiane hanno in portafoglio titoli di stato per circa 200 miliardi. Una bomba a orologeria, basti pensare che la montagna di Btp in pancia agli istituti di credito è costato ieri il downgrade a sette banche (tra cui Intesa e Mediobanca) da parte di S&P (vedi articolo pagina a fianco).
Il regolamento dell’Isvap, ha spiegato Giannini, si inserisce nei provvedimenti attuativi dei vari decreti anticrisi che negli ultimi anni hanno protetto i bilanci delle imprese dalle forti oscillazioni di mercato su azioni, obbligazioni e titoli di Stato. «Ora cerchiamo di aumentare la tutela sui titoli di Stato. Se siamo convinti che il nostro Paese non sia nella situazione in cui sembra essere, in base agli attacchi che vengono lanciati sui mercati, dobbiamo fare il possibile di fronte a quella che sembra essere una svalutazione transitoria affinché prevalga l’esigenza di tutela del medio periodo rispetto ad esigenze meramente contabili». Giannini ha rilevato che sono in corso approfondimenti e confronti con le aziende e che la decisione è particolarmente delicata in quanto fino ad ora i regolamenti erano stati fatti a bilanci chiusi, e quindi conoscendo gli effetti del provvedimento, mentre questo regolamento interviene in corso d’esercizio.
A parziale consolazione delle assicurazioni italiane è arrivato uno studio di Accenture. La ricerca, presentata sempre nel corso dell’Insurance Day, ha chiarito che in Italia esiste un bisogno di protezione assicurativa inespresso che vale circa 90 miliardi di premi all’anno. La stima è stata formulata quantificando il vuoto di protezione di famiglie e imprese, sempre più in difficoltà di fronte alle spese impreviste e ai bisogni dello Stato, che cerca rapidamente una gestione sostenibile del welfare. Secondo Accenture, l’attivazione di questo potenziale non costituirebbe una maggior spesa da parte degli assicurati, ma andrebbe a sostituire e compensare le spese impreviste delle famiglie, calcolate in media 1.500 euro all’anno.
Anche da Accenture, tuttavia, non sono arrivate unicamente buone notizie. Il mercato potenziale da 90 miliardi di premi, infatti, si sovrappone a un mercato reale che invece è piatto, visto che la società di consulenza prevede per il 2011 un’inversione di tendenza rispetto alla crescita della raccolta sperimentata nel biennio 2008-2020. Inoltre, l’ulteriore crisi dei mercati potrà avere un impatto aggravante in termini di redditività, a cominciare, nota Accenture, proprio dalle svalutazioni sui titoli di Stato.