Fineco punta sulla consulenza con la piattaforma di fondi e titoli che ha oltre 6 mila prodotti. E restituisce al cliente le commissioni di gestione retrocesse dalle sgr 

di Paola Valentini

Sempre meno supermercato di fondi e sempre più piattaforma dedicata alla consulenza. Fineco punta sull’advisory facendo leva sui circa 3.600 fondi e sicav con i quali la banca ha siglato accordi di distribuzione cui si aggiungono altri 3 mila prodotti tra Etf e titoli di Stato di tutto il mondo e, a breve, obbligazioni corporate. Un’offerta che negli ultimi giorni si è ampliata con i fondi Rothschild e Lombard Odier, circa 80 in tutto (l’8 e il 9 settembre si è tenuto a Gubbio proprio un incontro per presentare ai wealth manager della rete Fineco l’accordo con i due asset manager). «Questi due nuovi accordi vanno nella direzione di ciò che stiamo facendo da anni, ovvero arricchire la gamma a disposizione dei nostri consulenti per essere il più indipendenti possibile. Queste due nuove società andranno ad alimentare la piattaforma di consulenza che abbiamo tradotto in soluzioni di investimento segmentando la clientela», spiega Carlo Giausa, direttore servizi di investimento di Fineco.

Per la clientela retail Fineco ha lanciato nello scorso mese di marzo un programma di investimenti (Core series) che comprende quattro tipologie di fondi di fondi (che a breve diventeranno otto) modulati in base al profilo di rischio. Per i clienti con disponibilità a partire dai 200 milioni di euro, Fineco ha studiato il servizio di consulenza a pagamento denominato Advice che non tiene solo in considerazione fondi ma anche Etf (per la componente azionaria), titoli di stato area euro, sovranazionali e prossimamente anche corporate bond. «Advice comprende otto modelli di portafoglio basati su profili di rischio da condividere con il consulente, quindi c’è la possibilità di discostarsi dai benchmark di riferimento», aggiunge Giausa. La consulenza prevede la diagnosi del portafoglio, anche presso banche terze, il monitoraggio e un controllo del rischio da parte del consulente e della banca. Sono 400 su 2.300 i pf di Fineco che oggi operano con Advice e il primo obiettivo è arrivare a mille pf.

«Il servizio oggi rappresenta una peculiarità nel mercato italiano dell’advisory finanziario a pagamento. Fineco è stata la prima a proporre la consulenza fee based, introducendo nel contratto di consulenza una grande novità: la restituzione al cliente delle commissioni di gestione a noi retrocesse dalle società di asset management, in questo modo si evita il rischio di conflitto di interessi perché il pf e la banca non sono remunerati sulla base dei prodotti venduti», sottolinea Giausa. I costi della consulenza vanno infatti dallo 0,55% all’1,9%, «c’è la possibilità negoziare con il promotore la commissione», dice Giausa. Dall’importo così definito vanno tolte le commissioni retrocesse sui fondi: ad esempio, nel caso di un investimento effettuato solo in fondi, se la fee negoziata è dell’1% e la quota di commissioni di gestione attribuita a Fineco è dello 0,5%, il cliente alla fine paga lo 0,5%.

 

Un incentivo in più a diversificare con i prodotti del risparmio gestito che oggi, complice la crisi dei mercati, vivono una fase di difficoltà sul fronte della raccolta. «Attualmente Advice riguarda circa 2 mila clienti per un importo medio di 240 mila euro», precisa Giausa, «ci attendiamo ulteriori flussi grazie all’iniziativa Porta titoli e fondi in Fineco che prevede un bonus fino a 2 mila euro per chi trasferisce i propri investimenti nella nostra banca. Sta aderendo a questa iniziativa clientela con importi medi di 100 mila euro. Stiamo lavorando per riconvertire questi capitali dato che arrivano portafogli molto eterogenei». (riproduzione riservata)