La somma si aggiunge ai 55 milioni già stanziati lo scorso anno. E ora si attende il via libera per la licenza bancaria a Hong Kong perché dall’Asia dovranno arrivare asset per 30 miliardi di dollari entro il 2015 

di Anna Messia

I primi frutti sono già stati colti ma i piani di sviluppo di Generali nel settore dell’asset management in Asia non si arrestano. Nel primo semestre dell’anno il gruppo di Trieste ha investito 35 milioni di euro per potenziare la sede della Banca svizzera italiana (Bsi) a Singapore, che si sono aggiunti ai 55 milioni che erano stati stanziati nel 2010 per portare la struttura dei private banker da 30 a 280 persone.

 

Una crescita importante e repentina, che non è ancora finita. Ora si attende infatti il via libera delle autorità competenti per il lancio dell’attività bancaria a Hong Kong, che sarà l’altra testa di ponte di Generali per lo sviluppo nel mercato asiatico del risparmio gestito, dove sono già stati assunti 50 dipendenti e dove il gruppo ha anche siglato una joint venture con il partner cinese Guotai, rilevando il 30% dell’asset manager. I cantieri, insomma, sono in piena attività. Del resto l’amministratore delegato del gruppo, Giovanni Perissinotto, lo ha promesso a mercato e analisti: il gruppo prevede di raggiungere 30 miliardi di dollari di asset in gestione nel risparmio gestito tra Asia e i Paesi dell’Europa orientale (con la Russia in prima linea) entro il 2015, quando a fine 2002 la attività ammontavano appena a 2 miliardi di dollari.

L’intenzione è di intercettare l’onda di sviluppo economico impetuoso che si sta registrando in questi mercati e allo stesso tempo consentire a Generali di crescere in un settore di attività, il risparmio gestito (dove il gruppo opera anche con Banca Generali) che richiede un minore assorbimento di capitale rispetto alle polizze Vita. Una priorità assoluta in questo periodo, con le nuove regole contabili di Solvency II alle porte.

 

A differenza di altri colossi assicurativi europei, comeAllianz o la francese Axa, Generali ha oggi una minore presenza nell’asset management. Un gap che il Leone di Trieste è intenzionato a ridurre il più velocemente possibile. Le previsioni sono di una crescita media annuale di oltre il 25% del risultato operativo proveniente dal segmento finanziario nei prossimi due anni, grazie appunto a Banca Generali e a Bsi. E qualche effetto positivo, in realtà, già è emerso nel bilancio di fine giugno: il risultato operativo del segmento finanziario nel semestre è cresciuto del 3,8% a 211 milioni, grazie in particolare proprio al gruppo Bsi che ha registrato un aumento del risultato operativo del 24,6% soprattutto grazie alle attività asiatiche. Mentre nel 2010 c’era stata una contrazione del 18% (a 353 milioni) provocata però proprio dagli investimenti per la crescita. (riproduzione riservata)