In una giornata di paradossi, il Leone di Trieste si divora il leone di Ing. Ieri, infatti, mentre l’indice di Piazza Affari si permetteva di snobbare il downgrade di S&P, il titolo Generali ha dovuto affrontare una bocciatura non meno pesante da parte del gruppo olandese (che, appunto, ha il re dei felini come parte del logo). Ing ha ridotto la raccomandazione sul gruppo assicurativo da buy a hold. E, fino qui, si rimane nell’ambito del consueto. Ciò che è apparso inconsueto, è l’ampiezza del taglio di target price, abbassato da un ormai illusorio 19,3 euro a un più realistico 12 euro. Realistico, forse, anche troppo. Sembra quasi che Ing sia arrivata tardi. Gli analisti olandesi hanno motivato il giudizio con un limitato upside potenziale per il titolo, dal momento che le recenti turbolenze dei mercati potrebbero accendere i riflettori sull’indebitamento della compagnia triestina. Gli esperti hanno messo mano alle stime sull’utile per azione riferite al periodo 2011-2013, tagliandole in media del 26 per cento. Inoltre, Ing si aspetta che il gruppo possa raggiungere la parte inferiore del range indicato per l’utile di quest’anno a 4-4,7 miliardi di euro, con una previsione a 4,2 miliardi. Il broker olandese non esclude anche che le agenzie di rating possano rivedere l’outlook su Generali per via di un peggioramento delle prospettive economiche. Insomma, una bella lista di timori. Appunto, forse anche troppo lunga. Le turbolenze citate da Ing, infatti, non sono emerse questa settimana. Anzi. Il titolo Generali da tempo aveva lasciato la strada verso i 19 euro del precedente target price. In conclusione, la bocciatura non ha spaventato il mercato. E il Leone triestino ha addirittura chiuso la giornata in progresso del 3,5% a 11,2 euro.