L’ente in cima alla classifica dei fondi assistenziali integrativi 

Sarà pure una nicchia, ma il comparto degli studi professionali continua a crescere senza soste. Lo conferma l’ultimo report sulle statistiche agli iscritti a Cadiprof (la Cassa di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti degli studi professionali), che offre uno spaccato quantitativo e qualitativo di una realtà economica in pieno fermento.

I numeri del boom. Al 31 agosto 2011 il numero degli iscritti alla Cassa è salito a quota 231.252 unità, con un balzo di oltre il 12% rispetto a 12 mesi fa. Numeri importanti che collocano la Cassa presieduta da Gaetano Stella al secondo posto nella graduatoria nazionali dei fondi assistenziali integrativi, alle spalle del commercio. A tirare la volata delle adesioni negli studi professionali, sono ancora una volta le regioni del Nordovest, che coprono oltre il 40% degli aderenti alla Cassa, trascinate dalla Lombardia che da sola rappresenta oltre 67 mila lavoratori dipendenti presso gli studi professionali, seguita a distanza dal Veneto con più di 32 mila dipendenti. Ma la vera sorpresa arriva dal Centro, dove le iscrizioni sono schizzate oltre le 40 mila unità, con un incremento annuale di circa il 20% nel Lazio e in Toscana. Ancora modesta risulta, invece, la penetrazione nelle regioni del Mezzogiorno e delle Isole che contano circa 17 mila dipendenti iscritti alla Cassa, nonostante i progressi registrati in Campania, Puglia e Sardegna.

Chi lavora negli studi. Entrando nel dettaglio delle statistiche, gli studi professionali confermano la loro forte connotazione femminile. Secondo le ultime statistiche elaborate dagli uffici amministrativi della Cassa la popolazione femminile, con oltre 203 mila adesioni, rappresenta oltre l’88% degli iscritti, relegando i dipendenti maschi sotto la soglia del 12%. Da segnalare che la composizione della popolazione degli studi è uno dei parametri principali che vengono utilizzati per definire i piani di intervento sanitario e socio-assistenziali offerti dalla Cassa. Non è un caso che le prestazioni legate alla gravidanza e al parto e alle visite specialistiche legate alla maternità rappresentano le voci più gettonate dai dipendenti degli studi. Se gli studi sono «rosa», un’altra caratteristica distintiva riguarda la giovane età dei lavoratori. Oltre 77 mila dipendenti hanno infatti un’età compresa tra i 25 e i 35 anni e la percentuale raddoppia se si aggiunge la fascia di età compresa tra i 36 e i 45 anni. Il report entra anche nel dettaglio del tipo di rapporto di lavoro. Lavoro vero, visto che oltre il 50% dei dipendenti ha un contratto di lavoro full time, quota che sale oltre il 77% per i contratti a tempo indeterminato; mentre più del 36% dei dipendenti possono beneficiare di un part time orizzontale. In forte crescita anche i contratti di apprendistato che al 31 agosto 2011 rappresentavano circa 20 mila dipendenti degli studi.

Gli studi baluardo dell’occupazione. Ad assorbire una forza lavoro così qualificata e specializzata è soprattutto l’area economica amministrativa: commercialisti, consulenti del lavoro, revisori sono i principali datori di lavoro del comparto professionale. Secondo i dati di Cadiprof, infatti, oltre 77 mila dipendenti prestano la loro opera presso uno studio che svolge attività economico amministrativa. Al 31 agosto 2011 erano quasi 20 mila gli studi dell’area economica iscritti alla Cassa. Ma numeri importanti si trovano anche presso gli studi di medici, dentisti, veterinari, che rappresentano oltre il 32% (23.416 il dato reale) degli studi aderenti a Cadiprof: un bacino professionale che assorbe oltre 35 mila dipendenti. Un altro dato interessante riguarda avvocati e notai. Incrociando i dati tra gli studi e dipendenti iscritti alla Cassa emerge come l’area giuridica rappresenti un punto di riferimento importante nelle dinamiche del mercato del lavoro professionale: circa 15 mila studi danno lavoro a oltre 51 mila dipendenti.