Aver passato indenne la spada di Damocle di Moody’s (rating confermato con outlook negativo) e avere annunciato un piano di dismissioni da 70 miliardi di euro non bastano a Bnp Paribas per evitare l’ennesimo scivolone in Borsa. Secondo gli analisti, a pesare sulle quotazioni della banca francese (-3,93% a 26,9 euro in chiusura, peggior titolo del Cac40), ci sarebbe un sovrappiù di timori legati all’esposizione verso il mercato italiano, dato anche dal controllo diretto della Bnl. Ieri Bnp ha annunciato di avere messo in vendita 70 miliardi di asset considerati rischiosi. Una mossa con uno scopo chiaro: calmare i mercati in fibrillazione a causa di rumors ricorrenti sulle difficoltà di reperimento di fondi da parte della banca. In particolare, con questa operazione Bnp dovrebbe ridurre di 60 miliardi i propri finanziamenti in dollari di 60 miliardi entro il 2012, raggiungendo inoltre un core tier 1 del 9% entro il 1 gennaio 2013 e soddisfacendo quindi i nuovi requisiti di capitalizzazione imposti da Basilea 3. Circa l’esposizione al debito greco, Bnp ha dichiarato che un’ulteriore ed ipotetica «svalutazione del 55% del proprio portafoglio porterebbe a una perdita gestibile di 1,7 miliardi di euro pre-tasse». Lunedì la banca transalpina aveva formalmente smentito di essersi trovata nell’impossibilità di reperire liquidità in dollari. Una presa di posizione dopo che il Wall Street Journal aveva riferito di difficoltà sui rifinanziamenti in dollari a carico di Bnp e di Société Générale.