Aon ha pubblicato il suo sondaggio 2025 Catastrophe Risk Management Survey, raccogliendo le risposte di dirigenti senior del settore assicurativo su come vengono utilizzati gli strumenti di modellizzazione delle catastrofi in processi chiave quali la gestione del portafoglio, la determinazione dei prezzi e la risposta alle catastrofi naturali.

La pubblicazione del sondaggio fa seguito al Global Catastrophe Recap 2025 di Aon relativo al primo semestre, che ha registrato il secondo più alto livello di perdite assicurate mai registrato in un primo semestre. Il rapporto sottolinea come l’aumento dei costi dei disastri naturali stia rafforzando la necessità di solide capacità di modellizzazione nel settore assicurativo.

Secondo i risultati di Aon, quasi la metà degli assicuratori intervistati (il 48%) non dispone attualmente di modelli di catastrofi su licenza e solo il 27% ha team dedicati alla valutazione dei modelli utilizzati. Ciò evidenzia una significativa lacuna nell’utilizzo dei modelli e nelle competenze che potrebbe influire sul modo in cui gli assicuratori valutano il rischio, strutturano il capitale e rispondono agli scenari di catastrofe.

Aon ha osservato che la maggior parte degli assicuratori riconosce sempre più il valore dell’analisi dei dati nelle proprie operazioni. Oltre l’80% degli intervistati considera l’analisi dei dati fondamentale sia per la gestione del rischio che per il collocamento delle riassicurazioni. Tuttavia, molte di queste società operano con team di cinque o meno persone dedicati alle catastrofi.

Di conseguenza, Aon ha osservato una forte dipendenza dai broker di riassicurazione per fornire approfondimenti analitici, consentendo agli assicuratori di interpretare i modelli in modo più efficace, gestire i loro portafogli e rispondere rapidamente in caso di catastrofi.

Il sondaggio ha anche evidenziato un forte sostegno nei confronti dei modelli basati su rigore scientifico e ingegneristico. Oltre il 70% degli intervistati ha affermato che tali fondamenti sono essenziali quando si applicano modelli alle strategie di sottoscrizione, gestione del capitale e riassicurazione. Nella scelta dei modelli da concedere in licenza, il 44% dei partecipanti ha dato priorità alla solidità e alla logica della metodologia di modellizzazione.

Aon ha anche evidenziato le differenze regionali nell’approccio delle compagnie assicurative al rischio catastrofale. Ad esempio, le compagnie con sede negli Stati Uniti tendono ad adottare nuovi modelli catastrofali più rapidamente e con minore enfasi sugli impatti dei cambiamenti climatici, mentre le compagnie assicurative nel Regno Unito e in tutta l’area EMEA adottano in genere un approccio più lento, dando maggiore peso alle considerazioni relative al clima.

Aon ha individuato una serie di preoccupazioni comuni che affliggono gli assicuratori. La qualità dei dati è stata citata frequentemente, con il 68% dei partecipanti che ha dichiarato di lavorare attivamente per migliorare l’accuratezza dei dati relativi alle proprietà e alla loro ubicazione. Anche le preoccupazioni relative alla trasparenza dei modelli hanno avuto un ruolo di primo piano, con gli assicuratori che hanno segnalato casi in cui le perdite previste non corrispondevano all’esperienza effettiva in materia di sinistri.

La gestione del rischio di accumulo è emersa come un’altra sfida e Aon ha osservato che molti intervistati dipendono dai propri broker di riassicurazione per gli strumenti di gestione dell’aggregazione dell’esposizione.

Nonostante l’ampio riconoscimento della minaccia rappresentata dalle perdite non modellizzate, solo il 20% degli assicuratori ha dichiarato di adeguare la propria visione del rischio per tenerne conto. Il 68% degli intervistati è alla ricerca di metodi migliori per integrare il cambiamento climatico nella propria modellizzazione e pianificazione del rischio.