Nel 2024 il settore dei servizi alle imprese ha registrato un aumento significativo delle denunce di infortunio e malattia professionale rispetto agli anni precedenti, secondo quanto riporta il nuovo numero di Dati Inail.
Questo comparto – che comprende un insieme eterogeneo di attività, dal noleggio e leasing operativo ai servizi per edifici e paesaggio (pulizia, giardinaggio, disinfestazione), dalla vigilanza e investigazione alle agenzie di viaggio, fino alla ricerca, selezione e fornitura di personale – è caratterizzato per lo più (92,7%) da micro imprese che impiegano complessivamente circa un milione e mezzo di addetti, di cui più del 65% lavora nel Nord Italia e quasi un quarto (23,6%) è di origine straniera.
Nel 2024 il valore aggiunto prodotto da questo comparto ha rappresentato il 3,9%
del valore aggiunto complessivo, in aumento del 2,5% rispetto al 2023 e in linea con quanto mediamente registrato nel corso degli anni, a parte la parentesi negativa nel periodo del lockdown, ampiamente recuperata già nel 2021 quando il valore aggiunto ebbe un incremento del 13,5% stabilendo livelli decisamente superiori a quelli degli anni precedenti.
In cinque anni denunciati 367 decessi
Nel quinquennio 2020-2024 il bilancio del fenomeno infortunistico nelle attività di servizi alle imprese si è chiuso confermando una tendenza in crescita. I 29.824 infortuni denunciati nel 2024, infatti, sono in aumento del 23,1% rispetto ai 24.225 del 2020 (per effetto di un +16,1% dei casi avvenuti in occasione di lavoro e di un +51,2% di quelli in itinere) e del 3,6% rispetto ai 27.786 del 2023. In questo ambito, gli infortuni causati con mezzo di trasporto mostrano una composizione nel tempo piuttosto stabile, evidenziando che nel triennio 2022-2024 in media il 70,3% dei casi si verifica con il mezzo e il restante 29,7% senza. Anche per questa variabile è stata osservata una decisa crescita nel quinquennio, per entrambe le due modalità, in linea con il fenomeno complessivo di incremento degli infortuni denunciati nel settore; unica eccezione, seppur di lieve entità, è quella dei casi in itinere con mezzo di trasporto che hanno mostrato una decrescita, tra il 2022 e il 2023, dello 0,6%.
L’incremento rispetto al 2020 è dovuto soprattutto alle attività per edifici e paesaggio, che da sole raccolgono il 58,1% degli infortuni del settore.
I casi mortali denunciati nel quinquennio sono stati 367: il 73,3% riguarda decessi avvenuti in occasione di lavoro, mentre il 26,7% quelli occorsi in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Nel 2024, in particolare, le denunce di infortunio con esito mortale sono state 70, quattro in meno rispetto all’anno precedente.
Dal punto di vista territoriale, nel 2024 quasi un terzo delle denunce è concentrato nel Nord-Ovest (32,0% del totale), seguito da Nord-Est (27,4%), Centro (23,9%), Sud (11,0%) e Isole (5,7%). Tra le regioni più colpite, la Lombardia (20,2%) precede l’Emilia Romagna (12,9%), il Lazio (11,7%), il Veneto (9,9%), la Toscana (9,0%) e il Piemonte (8,0%). In ottica di genere, nel 2024 i lavoratori hanno denunciato 17.499 casi (58,7%) e le lavoratrici 12.325 (41,3%), con un’età media all’infortunio di 43 anni per gli uomini e 46 per le donne.
Analizzando gli infortuni accertati nel triennio 2022-2024, le più frequenti cause e circostanze sono i movimenti del corpo sotto sforzo fisico (25,8%), gli scivolamenti o le cadute (22,6%), i movimenti senza sforzo fisico (19,1%) e la perdita di controllo di macchine o attrezzature (18,2%). Seguono, con un’incidenza minore, le rotture o cadute di materiali (6,8%) e gli episodi di violenza o aggressione (5,4%).
L’aumento delle malattie professionali è del 122,4%
Per quanto riguarda le malattie professionali denunciate nel settore dei servizi alle imprese, nel quinquennio si è registrato un incremento del 122,4%, dalle 1.227 del 2020 alle 2.729 nel 2024, in linea con l’andamento rilevato nell’intera gestione assicurativa dell’Industria e servizi.
Le patologie più frequenti sono quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (78,0%), in particolare dorsopatie e disturbi dei tessuti molli. Seguono le malattie del sistema nervoso (16,1%) e quelle dell’orecchio (3,8%). Le patologie si concentrano nelle età centrali della vita lavorativa, con quote molto marginali per gli under 40 e gli over 64.
La fascia di età più colpita è quella dai 50-54 anni, con il 28,3% delle tecnopatie riconosciute positivamente, seguita dalle fasce 55-59 anni (26,1%) e 45-49 anni (19,3%).
A livello territoriale, la quota maggiore dei casi protocollati si registra al Centro (44,4%), nettamente prevalente rispetto a Nord-Est (28,6%), Nord-Ovest (12,7%), Sud (8,5%) e Isole (5,8%), mentre tra le regioni la Toscana è di gran lunga quella con il maggior numero di casi, pari al 25,0% del totale, 10 punti percentuali in più rispetto all’Emilia Romagna, che si colloca al secondo posto.
© Riproduzione riservata