Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

In attesa di espugnare la fortezza di Mediobanca il mirino degli assedianti Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin si sposta anche sulle Generali. La bocciatura assembleare dell’ops su Banca Generali potrebbe rendere più facile la conquista dell’ex Galassia del Nord. La prima tappa però sarà la chiusura della scalata del Montepaschi a Piazzetta Cuccia, che terminerà il prossimo 8 settembre. Siena potrebbe già contare su quel 42% di contrari e astenuti che nell’ultima assise ha fatto saltare il progetto del ceo Alberto Nagel sul polo del wealth management. Ma per superare la soglia critica del 50% necessaria ad attivare sinergie e dta sarà indispensabile un rilancio, atteso negli ultimi giorni dell’offerta. Per avere l’effettiva proprietà delle azioni Mediobanca bisognerà aspettarne la consegna, prevista per il 15 settembre.
Non è un caso se le azioni Generali sono state le uniche a salire dopo che l’assemblea di Mediobanca ha bocciato l’ops su Banca Generali. Giovedì 21 il titolo della compagnia assicurativa aveva guadagnato un timido – ma simbolico – 0,3%, mentre quelli di Piazzetta Cuccia e della controllata del Leone avevano perso l’1,4% e il 2,9%. Gli occhi del mercato insomma si sono spostati subito sul futuro assetto delle Generali. Il ceo Philippe Donnet (al quarto mandato) e il presidente Andrea Sironi (al secondo) sono espressione della lista di Piazzetta Cuccia, primo socio con il 13,2%. Ma in caso di successo dell’ops lanciata da Mps su Mediobanca è molto probabile un cambio al vertice. Anche il futuro della joint venture con Natixis (asset manager del polo bancario francese Bpce) è sempre più in bilico. Donnet vorrebbe creare il primo gestore europeo per ricavi (4,1 miliardi) e il secondo per masse dopo Amundi (della francese Crédit Agricole) con 1.900 miliardi
Con l’assemblea di Mediobanca di giovedì 21 l’amministratore delegato Alberto Nagel aveva chiaramente quattro obiettivi:
1) (dichiarato) trasformare Mediobanca da merchant bank sempre più in banca di wealth management grazie alla conquista di Banca Generali;
2) segnare una prima sconfitta degli azionisti Delfin e VM2006 (Caltagirone), che insieme hanno circa il 30% di Mediobanca, ma anche quote importanti di Mps e di Generali Assicurazioni (in realtà, questo è l’obiettivo più alto della loro partita);
3) rendere più difficile e comunque molto più costosa l’Ops lanciata da Mps sulla stessa Mediobanca;
4) mettere in sicurezza la partecipazione del 13,1% di azioni di Generali Assicurazioni consegnandone la metà alla stessa Generali in pagamento del 51% di Banca Generali e l’altra metà agli azionisti terzi di Banca Generali, che possiedono il 49% della stessa banca: quindi sottraendola a Delfin, Caltagirone e a Mps nel caso di vittoria dell’Ops già lanciata da Mps sulla stessa Mediobanca.
«Mediobanca, dopo la “sua” Comit, fu la creatura che egli predilesse». Così Enrico Cuccia ricordò una volta l’amore di Raffaele Mattioli per la creatura che poi fece sua. Ne aveva motivo perché la nascita ebbe una gestazione difficile nei primi anni del dopoguerra. Anche per questo Mediobanca svolge la sua assemblea il 28 ottobre: Cuccia voleva celebrare a suo modo, lavorando e non stando inerte, la marcia su Roma. Cuccia era sposato con la figlia di Alberto Beneduce, l’inventore dell’Iri, Idea Nuova Socialista, una moglie e insieme un manifesto di vita. Chiunque abbia varcato la soglia della banca a Milano, dietro la Scala e a due passi dal Duomo, e abbia respirato l’odore retrò delle boiserie e del mobilio non di design sa che lì dentro c’è qualcosa di particolare: l’idea di potere che aveva la borghesia illuminata milanese, sempre al centro delle rivoluzioni che hanno forgiato il nostro Paese, dal Risorgimento alla Liberazione fino a Tangentopoli.
Èun mestiere difficile quello del gestore attivo nel 2025. Primo, perché se il tuo lavoro è quello di battere il mercato, riuscire ad avere la meglio su un benchmark che in cinque anni è cresciuto al ritmo del 14,6% annuo (il riferimento è l’indice Msci World delle azioni globali) è un po’ come correre i cento metri contro la lepre. Secondo, e non per importanza, perché se il tuo sforzo quotidiano è quello di analizzare, studiare e infine scegliere titoli che possano effettivamente battere il mercato, quello sforzo te lo devi far pagare in commissioni. Insomma, tornando alla metafora: la corsa dei cento metri contro la lepre (cioè gli Etf, i fondi passivi che fanno copia-incolla di indici di mercato) inizia addirittura con lo svantaggio di dover partire arretrato rispetto ai blocchi di partenza. Un 1,5% annuo medio di commissioni per i fondi azionari distribuiti in Europa, che alla lunga va a incidere – e non poco , sulla performance finale.
La Commissione Europea ha aperto fino al prossimo 29 agosto una pubblica consultazione su come rendere le pensioni integrative più accessibili e trasparenti. In particolare, viene chiesta la valutazione di una serie di possibili misure per sostenere una più ampia partecipazione ai regimi pensionistici aziendali e professionali (la previdenza integrativa su base collettiva) e per migliorare gli strumenti a disposizione dei cittadini per monitorare, confrontare e comprendere i diritti pensionistici. L’iniziativa si colloca nell’ambito della Saving and Investments Union lanciata il 19 marzo scorso, che si prefigge di migliorare il modo in cui il sistema finanziario dell’Ue convoglia i risparmi verso investimenti produttivi. Tra i diversi profili di interesse vi è proprio il risparmio previdenziale, portatore per definizione di un capitale paziente proiettato in un orizzonte temporale di medio-lungo termine e quindi particolarmente adatto a sostenere l’economia reale.
Quali possono essere nel concreto gli strumenti da utilizzare per raggiungere i diversi possibili obiettivi? Partendo dal risparmio precauzionale, la quantità ritenuta necessaria al netto della liquidità per le esigenze quotidiane depositata nel conto corrente può essere investita in fondi monetari o in strumenti facilmente liquidabili in caso di necessità in maniera tale da proteggersi dall’erosione del potere di acquisto (Bot, Btp e altre obbligazioni a tasso variabile). Per quel che riguarda poi la costruzione del salvadanaio per il futuro dei figli, tra le soluzioni che possono utilizzarsi in modalità rateale ruolo importante può essere interpretato in primo luogo dai piani di accumulo in fondi comuni. Un utile strumento può essere costituito anche da un piano di acquisto periodico in Etf per ridurre l’onerosità complessiva del progetto rispetto a soluzioni alternative. Va ancora evidenziato come le assicurazioni sulla vita costituiscono soluzioni efficaci nel caso in cui si intenda perseguire anche l’esigenza successoria ricordando come esse siano esenti dall’imposta di successione e consentano una libera scelta dei beneficiari (a patto di non ledere la quota di legittima).
Il risparmiatore è sempre più proiettato con i propri investimenti al raggiungimento di specifici obiettivi. È il passaggio anche culturale dall’accantonamento in maniera generica e indifferenziata all’investimento del tesoretto, già costituito o in formazione, al conseguimento di finalità specifiche, quello che si definisce come goal investing. Fissare una meta da raggiungere rappresenta anche un fattore motivazionale stimolando la propensione al risparmio e l’avvio di un percorso di accumulo con costanza nel tempo. Come ha sottolineato in un recente intervento il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, risparmiare significa trasferire risorse dal presente al futuro.
Nella recente relazione annuale della Covip tra i diversi profili di attenzione c’è quello per cui una maggiore facilità per gli iscritti di risolvere le controversie che riguardino le loro posizioni previdenziali sarebbe poi un ulteriore passo per accrescere la fiducia nel sistema previdenziale. Come viene sottolineato, l’autorità di vigilanza presieduta da Mario Pepe non ha il potere di dirimere eventuali liti tra le forme pensionistiche complementari e le casse previdenziali e i singoli iscritti, pensionati e beneficiari, né tra gli iscritti e i datori di lavoro tenuti al versamento dei contributi previdenziali. In questa prospettiva la Covip propone di rafforzare la tutela del risparmio previdenziale istituendo presso l’authority stessa un organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie, come in Banca d’Italia, in Consob e in Ivass. L’arbitro consentirebbe agli iscritti, pensionati e beneficiari, di ottenere una decisione sulla controversia in tempi rapidi, senza pertanto sostenere i costi derivanti dall’assistenza legale
  • L’articolazione di Progetto Obbligazionario
Poste Progetto Obbligazionario è un contratto di assicurazione sulla vita multiramo in forma mista, a premio unico, le cui prestazioni dipendono dal valore delle quote di un fondo interno assicurativo e dall’andamento di due gestioni separate. La polizza non è a vita intera ma ha una durata fissa di 15 anni. Il premio unico pagato dal contraente, al netto dei costi, è
investito al 100% durante il periodo di investimento nel fondo interno assicurativo Poste Vita Progetto Target IV, che si tramuterà nel 50% impiegato nella gestione separata Poste Vita Valore Solidità e nel 50% nella gestione separata Posta ValorePiù a partire dal 28/08/203, tramite uno switch automatico. Il controvalore trasferito nelle due gestioni separate rappresenta il capitale garantito a scadenza, al netto di eventuali riscatti parziali. L’allocazione sopraindicata rappresenta la combinazione predefinita dell’investimento e non è modificabile, da parte del contraente, nel corso della durata della polizza. Nel corso della durata della polizza non è possibile spostare, da parte del contraente, il capitale da una
gestione separata all’altra.

Il committente che si avvale di un amico professionista che non adempie esattamente al mandato professionale, non presentando al comune la richiesta di autorizzazione paesaggistica e cagionando così la sospensione dei lavori e la pubblicazione sull’albo pretorio della notizia dell’abuso edilizio, non ha diritto al risarcimento del danno per lesione della propria onorabilità, a meno che non riesca a dimostrare le specifiche conseguenze lesive che dalla pubblicazione in parola avrebbe patito. È quanto ha stabilito il Tribunale di Rovigo con sentenza n. 520/2025 del 1° luglio 2025, in una controversia sorta nell’ambito di un intervento edilizio realizzato con le agevolazioni del superbonus 110%.
Le tutele per legge non fermano le aggressioni contro i professionisti sanitari. Nel 2024, infatti, sono state oltre 18 mila le segnalazioni, con una crescita del 15% in un anno. Un trend che continua dal 2019. Questo nonostante, dal 2020 ad oggi, siano state approvate varie misure in Parlamento per cercare di arginare il fenomeno. I numeri. Sono due le fonti principali da cui ricavare i dati sulle aggressioni. La prima è l’osservatorio nazionale istituito nel 2020, che ha presentato la sua relazione in Parlamento lo scorso marzo. Come accennato, nel 2024 sono state segnalate 18 mila aggressioni, che hanno coinvolto oltre 22 mila persone (un episodio può coinvolgere più soggetti). La seconda fonte, invece, è l’Inail. Secondo l’Istituto, dal 2019 al 2023 sono stati registrati quasi 12 mila infortuni da aggressioni o violenze; solo nel 2023 sono stati 2.500 gli infortuni da aggressione, in aumento del 3% rispetto al 2022, quando erano aumentati del 15,9%. Viene stimato che circa un infortunio su dieci nella sanità derivi da un’aggressione.
Dalle visite pre-gara alle coperture assicurative, le nuove tutele piacciono anche all’estero. Lo scorso settembre Marco Di Paola è stato rieletto per il suo terzo mandato alla guida della Fise, la Federazione italiana sport equestri. Inoltre, alla fine di giugno è stato anche nominato come vicepresidente del Coni. Uno dei dossier che gli è stato assegnato è quello della giustizia sportiva, che «deve essere riformata nella direzione della terzietà, efficacia e rapidità di giudizio». Intervistato da ItaliaOggi, ha raccontato quali siano gli obiettivi dei suoi mandati, oltre a soffermarsi sul riconoscimento del cavallo come atleta, una scelta italiana che tanto la federazione internazionale quanto altri paesi stanno studiando.

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La mamma schiaccia il suo bambino nella prima notte dopo il parto e l’azienda ospedaliera viene condannata apagare un milione e mezzo di risarcimento: il tribunale di Pavia ha accolto, in sede civile, la richiesta presentata dalla famiglia.

Aggravante specifica per elevare la sanzione; confisca obbligatoria; stop ai benefici carcerari. Questi i contenuti del disegno di legge, in materia di furti d’auto o moto, del quale la commissione Giustizia del Senato ha avviato l’esame a ridosso della pausa estiva. Il testo interviene di fronte a una situazione di assoluta criticità, cristallizzata nei dati che accompagnano il provvedimento. A venire sottolineata è infatti un’evoluzione preoccupante. I furti di veicoli in Italia sono in aumento: nel 2024 sono stati rubati oltre 136.000 veicoli, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente un incremento del 6 per cento per le sole automobili. Ancora più marcato l’incremento dei furti di veicoli commerciali, più che raddoppiati (+112 per cento). È quanto emerge dai dati forniti dal ministero dell’Interno, integrati con quelli provenienti da altri report e studi sul fenomeno.
L’asbestosi è stata inserita tra le malattie mortali dal 1943. Il giudice non può dunque negare il risarcimento per la morte del lavoratore sull’assunto che solo dal 1991/’92 il nesso esposizione all’amianto- malattia era fatto noto. Per questo la Cassazione (sentenza 23673/2025) accoglie il ricorso della moglie e dei tre figli di un “acquaiolo” che aveva riparato per 35 anni, dal 1961 al ’96, le condotte di acqua, anche con tubi di eternit, esposto alle fibre dell’amianto senza protezioni. Nel 2012 l’uomo è morto di carcinoma polmonare, dopo una diagnosi di asbestosi che lo aveva portato al 100% di invalidità.

Il copione si ripete immutato mese dopo mese. Sono ancora gli obbligazionari a tenere saldamente le redini dell’intero sistema dei piani individuali di risparmio. Nel corso del mese di luglio questa categoria ha incassato ben 348 milioni compensando così i risultati negativi degli azionari (-7,2 milioni) e dei flessibili (-10,6 milioni) e portando nelle casse dei gestori 342 milioni (i bilanciati hanno chiuso i conto in attivo per oltre 10 milioni). In realtà è su un numero limitato di fondi che si concentrano i flussi, ma la loro dimensione è tale da condizionare il risultato totale. Anche all’interno dei fondi di una stessa scuderia, la tendenza è riposizionare i capitali sull’ultimo prodotto che ha esordito sul mercato.