Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Axa chiude l’acquisizione di Prima Assicurazioni, il principale operatore assicurativo diretto in Italia con 1,2 miliardi di premi e 5 milioni di clienti. L’operazione, anticipata da MF-Milano Finanza, prevede che Axa rileverà il 51% di Prima per 500 milioni. Sul restante 49% sono state concesse opzioni call e put, rispettivamente ad Axa e agli azionisti di minoranza, con un prezzo di esercizio legato agli utili futuri. A vendere ad Axa sono stati i tre grandi fondi azionisti (Blackstone, Goldman Sachs e Carlyle) mentre Teodoro D’Ambrosio resta con circa il 48%.
Per Mediobanca e i suoi principali azionisti è partita la conta in vista dell’assemblea del 21 agosto, chiamata a esprimersi sull’ops per Banca Generali. La decisione di stringere sui tempi rispetto alla scadenza del 25 settembre ha spiazzato il mercato e gli avversari del ceo Alberto Nagel. Le autorizzazioni sono arrivo: venerdì 1° agosto è stato formalizzato l’ok Antitrust, mentre a metà mese è previsto l’ok Bce. La convocazione sarà ufficializzata dopo il cda di Generali chiamato mercoledì 6 a valutare gli accordi distributivi proposti da Mediobanca e probabilmente a ridurre la durata del lock-up sul 6,5% del Leone con cui Piazzetta Cuccia intende saldare il deal. Se l’ops su Banca Generali andrà in porto, le conseguenze saranno dirompenti per il risiko finanziario Milano-Siena che coinvolge anche Trieste. L’operazione complicherebbe la scalata da 13,3 miliardi che Mps ha lanciato su Mediobanca e segnerebbe la fine dello storico legame tra la merchant bank e le Generali, modificando la governance della compagnia guidata da Philippe Donnet. Finora Piazzetta Cuccia ha svolto il ruolo di socio di riferimento con il suo 13,1%, ma nel nuovo scenario il baricentro del Leone potrebbe spostarsi su un nuovo azionista di peso, capace di stabilizzare gli assetti di governo e ripristinare la coesione tra i grandi soci.
Proprio mentre sembrano accorciarsi i tempi dell’ops di Mediobanca su Banca Generali, che porterebbe la banca guidata da Gian Maria Mossa nel perimetro di Piazzetta Cuccia, facendola uscire dal controllo di Generali, si stringono i rapporti commerciali tra i due gruppi. Presentando i dati del primo semestre dell’anno, chiuso con un utile netto di oltre 200 milioni e confermando di poter raggiungere i target di piano nonostante le incertezze provocate dal risiko, il ceo Gian Maria Mossa, ha annunciato che ad accelerare la crescita futura di Banca Generali saranno proprio gli agenti di Generali, partendo in primis da Alleanza Assicurazioni.
  • Rischi catastrofali: imprese in forte ritardo
Solo il 5% delle imprese italiane è attualmente assicurato contro i rischi derivanti da calamità naturali, una percentuale drammaticamente inferiore rispetto ad altri paesi europei. Questo dato allarmante emerge mentre le aziende italiane si trovano ad affrontare una svolta epocale: l’obbligo di stipulare polizze assicurative contro eventi catastrofali scattato
il 31 Marzo 2025 per le grandi imprese e prorogato all’ 1 ottobre per le medie imprese e 31
Dicembre 2025 per le Piccole. Le compagnie assicurative stanno correndo ai ripari per
adeguare i loro prodotti alle nuove normative, ma il percorso non è privo di ostacoli.
‘Questa è una rivoluzione nelmodo in cui l’Italia gestisce il rischio catastrofale,’ spiega
Antonio Fierro, esperto del settore assicurativo. ‘Per la prima volta dal dopoguerra, si
va a normare un approccio più anglosassone: lo Stato aiuta chi si aiuta da solo. Prima, in caso di calamità, vi era la tacita aspettativa che lo Stato intervenisse con stanziamenti straordinari. Ora, chi non sarà assicurato alla data dell’evento non potrà accedere nemmeno ai fondi pubblici.
Il mercato automobilistico italiano continua a mostrare segnali di rallentamento. A luglio sono state immatricolate 118.493 vetture, in calo del 5,11% rispetto allo stesso mese del 2024 (quando le immatricolazioni furono 124.871). Anche il bilancio dei primi sette mesi dell’anno conferma la tendenza negativa, con un totale di 973.396 immatricolazioni per una flessione del 3,75% rispetto allo stesso periodo del 2024 (1.011.338 unità). La performance di Stellantis rispecchia le difficoltà del mercato: il gruppo, secondo i dati elaborati da Dataforce, ha chiuso luglio con 30.797 immatricolazioni, in netto calo (-12,1%) rispetto alle 35.038 del luglio 2024.
Il risparmio rappresenta un utile e virtuoso ponte per traghettare i propri figli verso un futuro da costruire in maniera più serena. Il mettere da parte per la prole rappresenta una delle principali motivazioni del risparmio in Italia. Come emerge dall’ultima Indagine Intesa Sanpaolo Centro Einaudi, il 37% del risparmio è effettuato a scopo precauzionale, mentre altre destinazioni importanti sono proprio quelle per i figli (20%), per la casa (19%), per la vecchiaia (16%). Nello specifico si accantona per agevolare l’istruzione, l’avvio di un’attività o semplicemente per lasciare un’eredità, confermando il ruolo cruciale della famiglia nella società italiana e l’importanza degli aiuti famigliari per le nuove iniziative imprenditoriali dei giovani. Quali sono le soluzioni che possono utilizzarsi per risparmiare per i figli? Partendo dall’accantonamento in forma rateale una possibilità è rappresentata dai piani di accumulo in fondi comuni di investimento.  Ampia è poi l’offerta di risparmio assicurativo in forma rateale. E nel caso di polizze legate a gestioni separate (ramo I) non è previsto il pagamento dell’imposta di bollo (0,2% all’anno sul capitale investito).
I giovani scontano dal punto di vista previdenziale quello che si definisce come dividendo generazionale. Percepiranno infatti rispetto ai loro nonni e genitori un futuro trattamento pensionistico che per effetto del differente metodo di calcolo (contributivo e non retributivo o misto) sarà sensibilmente più ridotto. Va ricordato che con il contributivo si opera una vera e propria somma virtuale (il sistema pensionistico di base è comunque a ripartizione) dei contributi versati nel corso della intera vita lavorativa che vengono rivalutati anno per ogni anno sulla base dell’andamento del prodotto interno lordo dell’ultimo quinquennio. Al raggiungimento dei requisiti richiesti per il pensionamento il montante viene convertito in rendita con la adozione degli specifici coefficienti di trasformazione legati alla speranza di vita (sono più bassi a età pensionabile anticipata e più alti se si va in pensione più tardi) che vengono aggiornati periodicamente (ogni due anni) per tenere conto dell’evoluzione demografica accertata dall’Istat.
  • Ampia offerta con Premium Collection
Premium Collection by Credemvita è una polizza d’investimento assicurativo di tipo unit linked, a premi liberi e a vita intera. La polizza risponde ad esigenze di investimento e consente l’ingresso nei mercati finanziari con la massima flessibilità. Per la sottoscrizione di Premium Collection by Credemvita è previsto un premio iniziale minimo di 100 mila euro con la possibilità, ove previsto, di versare premi aggiuntivi di importo minimo pari a 1000 euro. Possono essere assicurati tutti i soggetti che alla data di sottoscrizione non abbiano già compiuto 91 anni di età. La polizza offre la possibilità di investire su un’ampia gamma di Etf e fondi, selezionati tra i principali gestori internazionali. Al momento dell’attivazione del contratto, potranno essere allocati fino a 25 fondi esterni di diversi brand, tra cui Euromobiliare Am, Franklin Templeton, Pictet, Vanguard, UBS, iShares (Blackrock), Amundi, Invesco, DWS, JP Morgan, etc.

Novità in materia ambientale sul fronte penale e della responsabilità amministrativa da reato delle imprese. Il Decreto Legge approvato lo scorso 30 luglio dal Consiglio dei Ministri recante “Disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti e per la bonifica dell’area denominata Terra dei Fuochi”, ha operato delle rilevanti modifiche strutturali, con particolare riferimento al codice penale (titolo VI bis) e al Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006). Il provvedimento mira a contrastare i cd. “eco-reati”, nonchè a tutelare la salute pubblica e l’ambiente mediante un generale inasprimento sanzionatorio e la ridefinizione di alcune fattispecie del Testo Unico Ambientale e del Codice Penale. Tra questi, alcuni reati presupposto quali il traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività e la gestione illecita di rifiuti. Il Decreto interviene anche in relazione alla disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
Stop agli interessi sul mutuo fondiario perché per verificare se gli interessi superano il tasso di usura bisogna considerare anche le commissioni, le remunerazioni a qualsiasi titolo e le spese, tranne quelle per imposte e tasse, che risultano collegate all’erogazione del credito. E ciò benché il mutuatario abbia firmato la quietanza per l’intero importo finanziato: è sufficiente, infatti, che dimostri di aver effettivamente corrisposto le somme “incriminate” e dunque che la banca le abbia trattenute a titolo di spese; non considerare queste ultime ai fini del Taeg, il tasso annuo effettivo globale del mutuo, finirebbe per spostare la sostanza del peso economico del negozio di credito dalle voci incluse verso quelle escluse. Così la Corte di cassazione civile, sez. terza, nella sentenza n. 21831 del 29/07/2025.

Segnali molto negativi sul fronte della demografia: nei primi cinque mesi dell’anno sono state registrate, al momento, 137.45 nascite, un dato in forte calo rispetto allo stesso periodo del 2024, quando i nuovi nati erano stati nel periodo gennaio-maggio 149.530. Il calo quindi è del 7,9%. I dati – rilevati dagli aggiornamenti mensile della banca dati dell’Istat – posso essere soggetti a qualche variazione, ma si tratterebbe comunque di decimali. Da proiezioni statistiche e da valutazioni di demografi (tra cui l’intervista a fianco, ndr) l’anno potrebbe chiudersi attorno ai 340mila nati, o poco sopra. Nel 2024, l’Italia aveva registrato un nuovo minimo storico di nascite: erano nati circa 370.000 bambini residenti, con una diminuzione del 2,6% rispetto al 2023, quando le nascite erano state 379mila. Quindi un altro record negativo: dal 2013 ogni anno viene toccato un minimo storico, e il calo costante delle nascite prosegue dal 2008: nel 1995 – per fare un confronto – in Italia sono nati 526.064 bambini, un numero che all’epoca rappresentava il minimo storico da 50 anni, con un tasso di natalità di 9,2 nati vivi per 1000 abitanti
Per cercare gli ospedali migliori d’Italia bisogna andare a Trento, dove la pagella ministeriale sui livelli essenziali di assistenza (Lea) squaderna voti quasi pieni, 97 punti su 100. Per ottenerla, però, la Provincia autonoma spende 1.342 euro a cittadino, cioè il 24,1% in più della Toscana che nel monitoraggio dei Lea ha solo un punto in meno (1.081 euro a testa, 96 punti); nel confronto con il Veneto (1.061 euro), che le tallona a 94 punti, la distanza cresce al 26,5%. La diversa dimensione demografica naturalmente incide sul dato della spesa pro capite, ma questo fattore non può certo essere invocato per spiegare, ad esempio, i numeri mostrati dalla Campania; che spende quanto il Veneto, ma ottiene 22 punti in meno (72) nell’analisi della qualità dei servizi, o dalla Provincia di Bolzano, regina della spesa (1.562 euro a cittadino) destinata a ospedali che offrono però i servizi tra i peggiori d’Italia (62 punti, gli stessi del Molise, meglio solo di Sardegna e Valle d’Aosta). Nell’eccellenza, che si può circoscrivere sopra quota 90 punti, oltre all’Emilia-Romagna si incontrano anche le Marche, che tuttavia dedicano all’area ospedaliera solo 972 euro pro capite: gli stessi della Sardegna penultima in classifica con 60 punti, il minimo per la sufficienza.
Con la circolare 45/2025 Inail ha comunicato che, dallo scorso primo luglio, gli importi delle prestazioni economiche per danno biologico sono stati rivalutati dello 0,8 per cento. La rivalutazione automatica dell’indennizzo per danni derivanti da infortunio sul lavoro o malattia professionale è stata introdotta dall’articolo 1, comma 303, della legge 208/2015. Gli importi cambiano annualmente in base alla variazione dell’indice inflazionistico per le famiglie di operai e impiegati comunicato dall’Istat. Per il 2025, il periodo di riferimento è il 2023-2024, quando l’inflazione è stata pari allo 0,8 per cento. Di conseguenza, il decreto 85/2025 del ministero del Lavoro ha disposto l’uguale rivalutazione degli importi, da applicarsi agli indennizzi del danno biologico in capitale, tenuto conto della tabella in vigore alla data dell’evento lesivo, e agli importi delle indennizzi in rendita per gli eventi a decorrere dal 25 luglio 2000, esclusivamente sulla quota parte dei ratei relativi all’indennizzo come da tabella del Dm 12 luglio 2000.

Seppure un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, in questi giorni stanno arrivando le lettere per la richiesta di insinuazione al passivo agli oltre 100 mila clienti italiani vittime del dissesto della compagnia assicurativa lussemburghese Fwu life insurance Lux (Fll). Ora pare che meno della metà dei risparmiatori abbia ricevuto la lettera che doveva essere inviata, secondo le dichiarazioni iniziali, dei liquidatori entro il 31 luglio 2025. La parte più importante riguarda la dichiarazione del credito “privilegiato” vantato dall’assicurato: la cifra viene messa nera su bianco ed è una prima certezza su quanto spetterà nella ripartizione a titolo di creditori privilegiati. Da una prima ricognizione effettuata sulle cifre arriva la conferma che mentre le polizze a premio unico e quelle di “ultima generazione” (Quant LT) mostrano rimborsi non troppo penalizzanti, per i contratti più datati (come My Joy o NRG+Life) le cifre liquidabili sono molto più basse dell’investito a causa degli elevati costi di caricamento prelevati all’inizio del contratto.
I fondi comuni tornano a fare breccia nel cuore degli investitori europei. Così, dopo il calo registrato nel 2022, nel 2024 le masse hanno raggiunto i 28mila miliardi di euro, il 2% in più rispetto al picco del 2021. Secondo Morningstar la ripresa è proseguita nel primo trimestre del 2025, con un effetto sui flussi netti dell’1,5% per fondi ed Etf. Ma gli utili del comparto per il 2024 sono inferiori del 20% rispetto ai risultati record del 2021, con un margine operativo medio in calo di tre punti base, complice l’aumento dei costi. Sono alcune evidenze dell’ultima analisi sul settore di McKinsey.
«Le attribuzioni normative in capo alla Covip non contemplano competenze in ordine alla valutazione di scelte rimesse alle parti istitutive. In tale contesto, l’accordo di liquidazione volontaria resta nell’esclusiva disponibilità e responsabilità delle parti istitutive e non è soggetto ad approvazione da parte della Covip». A dirlo a Plus24 è la stessa commissione di vigilanza dei fondi pensione presieduta da Mario Pepe. «Le valutazioni della Covip riguarderanno invece la sostenibilità tecnica delle soluzioni ipotizzate, la legittimità dei percorsi individuati e la sussistenza di un’impostazione equitativa tra le diverse categorie interessate».
Rendimenti in generale positivi per i fondi di previdenza complementare nel primo semestre del 2025 e questo nonostante la perdurante volatilità presente sui mercati finanziari. Va detto, in ogni caso, che non sono dati che fanno gridare al miracolo. Secondo le cifre divulgate dalla Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, per i comparti azionari si sono avuti rendimenti medi dell’1,8% nei fondi negoziali e del 3,1% in quelli aperti. Nei Pip di ramo III il rendimento è stato dello 0,3 per cento. Quanto alle linee bilanciate i risultati sono stati in media pari all’1,4 per cento nei fondi negoziali e all’1,7 nei fondi aperti. Negativi invece i dati dei Pip che si aggirano intorno al -1 per cento. Sempre all’uno per cento (ma con segno più) invece i rendimenti per i comparti obbligazionari e garantiti.