Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Via XX Settembre 97, Roma. Citofonare Mef. Chi cerca il re dei Paperoni di borsa lo trova lì. È l’indirizzo del ministero dell’Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti, di gran lunga il più ricco di tutti a Piazza Affari. È questa la porta d’ingresso delle tradizionali classifiche di Ferragosto di MF-Milano Finanza, edizione 2025, che fotografano i patrimoni borsistici alla chiusura del 1° agosto e dicono con chiarezza che il baricentro della ricchezza di Piazza Affari è in mano pubblica. Tra i privati primeggiano gli eredi Del Vecchio, i Rocca e gli Agnelli-Elkann
Sono tre le variabili che decideranno l’esito dell’assemblea di Mediobanca del 21 agosto sull’ops di Banca Generali: l’affluenza, le decisioni dei due azionisti ancora in bilico – cioè Enasarco (2,52%) e Unicredit (1,9%) – e le scelte di Montepaschi su un eventuale rilancio prima dell’assise.
La percezione diffusa in Italia è che il livello di copertura del welfare pubblico si sia drasticamente ridotto nel tempo. Lo pensa il 50,4% degli italiani. Il 49,4% è convinto che occorra ricorrere a strumenti di autotutela, come polizze assicurative e fondi integrativi. Dato eloquente è quello dell’incidenza della spesa sanitaria, cosiddetta out of pocket, quella cioè sostenuta direttamente dal cittadino: negli ultimi dieci anni, tra il 2013 e il 2023, si è registrato un balzo del 23% in termini reali della spesa sanitaria privata pro-capite, che nell’ultimo anno ha superato i 44 miliardi di euro. Poi c’è la sanità integrativa che può essere collettiva, legata cioè a una collettività specifica, o individuale che in pratica comprende le polizze salute proposte dalle compagnie assicuratrici. Dagli ultimi dati sulla diffusione della sanità integrativa in Italia emerge che circa il 25% è in possesso di una copertura sanitaria. Questo valore include sia le polizze per infortuni sia quelle per malattia, senza differenziare fra polizze individuali e schemi collettivi di assistenza sanitaria (come fondi, mutue o casse, si veda box). Per quel che riguarda poi il profilo previdenziale, lo studio del Censis rileva che per l’81,5% degli italiani la previdenza inevitabilmente andrà incontro a grandi difficoltà dato l’invecchiamento della popolazione. L’81,2% dei giovani è convinto che per garantirsi una vecchiaia serena sono fondamentali i risparmi. Secondo il 62,8% dei consulenti del lavoro, tra il 2023 e il 2025 è aumentato il numero delle pmi che ha adottato o ampliato strumenti di welfare, con una crescita particolarmente marcata nel Nordest, dove la percentuale raggiunge il 69,2%. Sono alcune delle evidenze che emergono dal terzo rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, realizzato in collaborazione con Pluxee, sulla diffusione del welfare aziendale tra le pmi italiane. Come costruire allora un menù di welfare famigliare?
Il terzo rapporto sull’assistenza sanitaria in Italia del ministero della Salute pubblicato nel gennaio 2025 fa il punto sulla sanità integrativa collettiva che nel Paese si articola su tre strumenti: ovvero fondi, casse e società di mutuo soccorso. Se questi operatori si iscrivono all’Anagrafe sanitaria tenuta presso il ministero della Salute allora i loro aderenti possono dedurre i contributi versati (nel limite dei 3.615,2 euro l’anno), altrimenti non è possibile. L’analisi riporta che i fondi sanitari, le casse sanitarie e le società di mutuo soccorso iscritti a questa Anagrafe sono 324 per un totale di aderenti pari a circa 16,2 milioni rispetto ai 6,9 milioni di dieci anni fa. Casse e società di mutuo soccorso sono la maggior parte, 311, mentre i fondi sanitari sono 13. La distribuzione rivela una quota preponderante di lavoratori attivi (82,6%), a seguire i famigliari dei lavoratori (14,2%) e infine i pensionati (3,2%.) Le prestazioni erogate da queste forme sanitarie risultano pari a 3,24 miliardi di euro, in crescita nel tempo: erano 1,9 miliardi dieci anni prima; tale importo seppur non trascurabile, rappresenta in ogni modo però ancora una modesta parte rispetto al totale della spesa privata a carico delle famiglie. Offrono, come si diceva, coperture sanitarie integrative di tipo collettivo e non hanno scopo di lucro.
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