Una siccità di entità eccezionale potrebbe portare fino a 6 miliardi di euro di danni assicurati, secondo le stime del Fondo centrale di riassicurazione francese. La causa: il fenomeno del ritiro e del rigonfiamento dei terreni argillosi (RGA). I dipartimenti più colpiti sarebbero il Nord, l’Essonne, la Gironda e l’Alta Garonna.

La siccità potrebbe presto superare le inondazioni come catastrofe naturale più costosa per la Francia. Secondo il Bilancio delle catastrofi naturali in Francia 2024 della Caisse centrale de réassurance (CCR), questo fenomeno legato al ritiro-rigonfiamento dei terreni argillosi ha causato, dal 1982, quasi 25 miliardi di euro di danni assicurati, pari al 41% della sinistralità cumulativa, subito dopo le inondazioni (30,2 miliardi, 49%). Ma la tendenza sta accelerando: mentre tra il 2010 e il 2016 rappresentava solo il 25-35% dei sinistri, la siccità rappresenta ora il 56% dei costi degli ultimi cinque anni.

Il costo medio annuo di questo pericolo è passato da 300 milioni di euro a 1,1 miliardi in cinque anni, con un picco di 1,7 miliardi. Le recenti siccità ne sono la prova: quella del 2023 è costata tra i 700 e gli 850 milioni di euro, posizionandosi all’undicesimo posto tra gli episodi più costosi dall’introduzione del regime “cat nat”, mentre quella del 2024, più localizzata e ancora in fase di valutazione, ha colpito solo undici dipartimenti per un importo stimato tra i 21 e i 24 milioni.

Cosa accadrebbe se la Francia fosse colpita da una siccità di portata eccezionale, di intensità “centennale”? CCR ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso una simulazione. I team di CCR hanno modellato questo scenario estremo: un deficit idrico generalizzato, con un rifornimento invernale inizialmente corretto, seguito da una primavera secca e poi da un massiccio prosciugamento da agosto a ottobre. Alla fine di settembre, oltre il 90% del territorio presenterebbe un livello di siccità del suolo definito “estremo”. La simulazione del CCR si basa sui dati forniti da Météo-France e su un generatore stocastico interno che ricostruisce episodi di siccità realistici, decennio per decennio. A differenza di un’alluvione o di un violento temporale, l’insorgere di una siccità è graduale, ma i danni che provoca possono essere ingenti e persistenti.

I risultati sono vertiginosi: 33.170 comuni ammissibili al regime cat nat, di cui 12.902 potrebbero essere riconosciuti in stato di calamità naturale, e perdite assicurate che oscillano tra i 5,5 e i 6 miliardi di euro. I dipartimenti più colpiti sarebbero il Nord, l’Essonne, la Gironda e l’Alta Garonna.

Se dovesse verificarsi realmente, una siccità centenaria provocherebbe quindi un’ondata senza precedenti di richieste di riconoscimento cat nat in zone finora poco esposte. Sarebbe uno shock per gli assicuratori, ma anche per le finanze pubbliche, poiché il regime cat nat si basa sulla solidarietà nazionale.