Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Non solo agenti e broker. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza tra i distributori italiani di Fwu, il gruppo assicurativo tedesco finito in crisi di solvibilità, ci sono anche reti di consulenti finanziari. Almeno due società operanti nel centro-nord Italia, entrambe con reti costituite da circa 200 consulenti finanziari. E l’elenco potrebbe allungarsi. Se sui canali assicurativi il pressing di Ivass sta aumentando, spingendo i circa 80 broker e agenti interessanti a informare i clienti che le polizze Fwu sono congelate da fine luglio, la distribuzione avvenuta tramite le reti di consulenti, anche se residuale, è rimasta finora fuori dai radar, e i nomi delle società reti di promotori finanziari restano ancora oggi riservati.

Se vi è corretta organizzazione aziendale in materia antinfortunistica e i vertici sollecitano l’adozione di specifiche condotte, la mancata diligenza di chi è tenuto ad adottarle esclude la responsabilità dell’ente. È quanto si evince dalla sentenza n. 31665/2024 della Corte di cassazione penale, V sez., depositata lo scorso 2 agosto.
Il gruppo Azimut, tramite la sua controllata australiana Az Next generation advisory (Az Nga), ha stipulato una partnership strategica con l’istituto finanziario Amp Limited e il gruppo di servizi di consulenza Entireti, per creare un’offerta unica e attraente per i consulenti finanziari di Amp. La transazione prevede che Az Nga acquisisca tra il 9% e il 49% delle quote di 16 società, le quali gestiscono complessivamente circa 14 miliardi di dollari australiani (8,4 mld euro). L’accordo aggiungerà oltre 200 consulenti finanziari e più di 40 sedi alla rete in espansione di Az Nga.
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L’attenzione in questo momento è sempre più concentrata sul destino finale del Monte dei Paschi di Siena, banca tornata a macinare utili (1,2 miliardi nel semestre) dopo il salvataggio del Tesoro del 2017 e la discesa dello stesso nel capitale dal 64% al 26% odierno. Quale sarà la prossima mossa, si chiedono tutti, tenendo presente che c’è un impegno verbale con l’Europa che risale ai tempi del governo Draghi, per l’uscita del socio pubblico entro il 2024?
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