Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Cosa è accaduto nelle settimane centrali di agosto nel mondo assicurativo? Scopriamolo di seguito!

Innanzitutto, alcuni dei principali big assicurativi hanno reso noti i risultati semestrali:

Alessandro Santoliquido ha lasciato la carica di commissario straordinario di Eurovita (per guidare probabilmente la newco Cronos) e al suo posto è stato nominato Sandro Panizza.

Ma vediamo le altre principali notizie apparse nei quotidiani economici:

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La ricchezza globale aumenterà del 38% nei prossimi cinque anni. Lo rivela il Global Wealth Report 2023 (il primo realizzato da Ubs dopo l’incorporazione del Credit Suisse), che mostra che la ricchezza globale raggiungerà 629 trilioni di dollari entro il 2027. Il principale motore sarà la crescita dei Paesi a medio reddito: il report stima che la ricchezza per adulto raggiungerà i 110.270 dollari nel 2027 e il numero di milionari toccherà quota 86 milioni, mentre gli individui ad alto patrimonio netto saliranno a 372 mila.
  • Il segreto delle polizze
Generali si è distinta per la crescita dell’utile netto normalizzato, aumentato del 60,9% a 2,3 miliardi. Allianz, sistemata la questione dei fondi Alpha dopo l’accordo con il dipartimento di giustizia Usa, ha quasi raddoppiato i profitti a 4,7 miliardi. I francesi di Axa, invece, hanno visto finalmente accelerare lo sviluppo di XL: il colosso assicurativo e riassicurativo Usa, rilevato dal gruppo transalpino delle polizze nel 2018 per 12,4 miliardi, ha chiuso il primo semestre 2023 con un risultato operativo in crescita del 35%, a 900 milioni di dollari, come sottolineato dal ceo di Axa Thomas Buberl durante la presentazione dei dati di giugno. Axa XL ha fatto quasi quanto la Francia (che ha chiuso giugno con un bilancio positivo di un miliardo) ed è «ben posizionata per raggiungere il traguardo di 1,2 miliardi fissato per l’intero anno», ha sottolineato Buberl. Mentre nel caso di Zurich, il group ceo Mario Greco ha calcato la mano su un altro risultato che per la compagnia elvetica è stato particolarmente brillante: l’utile per azione nei primi sei mesi si è attestato a 16,96 dollari, in crescita dell’8%, tra i più alti del settore, ha sottolineato il manager italiano. Che ha aggiunto come il gruppo sia ben posizionato per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dal piano.
Il rialzo dei tassi d’interesse e la volatilità dei mercati finanziari hanno avuto inevitabilmente un impatto negativo sul bilancio 2022 di Athora Italia, la compagnia Vita nata dalla trasformazione di Amissima Vita: la produzione assicurativa ha registrato un calo del 29,4% mentre le minusvalenze sui titoli sono state pari a 139,4 milioni. Ma l’assicurazione guidata da Jozef Bala è riuscita comunque a chiudere i conti in utile grazie in particolare al versamento da parte di Bper Banca della penale di 100 milioni pagata in cambio della risoluzione anticipata dell’alleanza bancassicurativa con Carige, confluita nel frattempo nel gruppo guidato da Pier Luigi Montani. Se, come si legge nel bilancio di Athora Italia, i premi emessi lo scorso anno sono diminuiti del 29,4% (-355,4 milioni), con una raccolta complessiva pari a 852,9 milioni, a causa in particolare dei principali distributori (Banca Carige e Cassa Centrale Banca) che hanno interrotto il rapporto di collaborazione nel corso del 2022, il bilancio ha chiuso invece con un risultato positivo di 14,6 milioni, anche più alto degli 1,5 milioni del 2021.
Da anni ormai gli italiani, specialmente i più giovani che entrano oggi nel mondo del lavoro, sono abituati a vedere l’asticella della loro presunta età di pensionamento fissata sempre più in alto. Ma forse mai come questa volta il numero emerso da una ricerca congiunta del Consiglio Nazionale Giovani e del centro studi Eures è stato tanto drammatico: 74 anni. O meglio: 71 anni per chi è entrato nel mondo del lavoro nel 2020 a 22 anni, con la possibilità di doverne lavorare altri tre per avere 1.577 euro lordi mensili, ovvero 1.099 netti, cioè 3,1 volte le pensioni sociali. Calcoli complessi, spesso difficili da mandare a memoria, anche se il risultato finale non lascia adito a dubbi: 74 anni è un’età che fa davvero paura. Fermarsi a questo numero però, secondo il presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, potrebbe togliere l’accento dalle reali priorità che dovrebbero avere i giovani oggi. Prima tra tutte: la lotta («scendendo in strada, se necessario») all’immenso debito pubblico del Paese.
Dopo la battuta d’arresto rilevata nel 2020, causa pandemia, la speranza di vita alla nascita è tornata a crescere nel 2021, ed è pari a 82,5 anni. Particolarmente accentuato, come noto, è poi il fenomeno della riduzione delle nascite. I bisogni delle società che invecchiano costituiscono un ampio mosaico, che si estende oltre la possibilità di integrare le pensioni obbligatorie. Tra questi bisogni spiccano quelli di cura e di assistenza dal momento che l’allungamento della vita si accompagna all’aumento dei casi di malattia (secondo l’Healthy life years dell’Ue in Italia gli uomini hanno in media 7,8 anni di vita in buona salute dopo i 65 anni e le donne 7,2) e della non autosufficienza. L’osservatorio Long Term Care di Cergas Sda Bocconi stima che in Italia gli over 65 non autosufficienti evolveranno dagli oltre 3,9 milioni del 2020 a 4,4 milioni del 2030 per proiettarsi a 5,4 milioni nel 2050. Su questo ultimo fronte il focus è sulle coperture long term care (ltc), ovvero polizze che permettono di ottenere un sostegno economico in caso di perdita della possibilità di compiere le attività elementari della vita quotidiana, relative a mobilità, alimentazione e igiene personale.
Uno dei profili più rilevanti per un maggiore sviluppo della sanità integrativa in Italia è rappresentato dalla fiscalità. Vi è infatti una profonda differenza tra il regime delle forme collettive (fondi sanitari integrativi) e quelle individuali (polizze salute). Come ha sottolineato l’Ivass, ovvero l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni presieduto da Luigi Signorini, in una recente audizione parlamentare, non dovrebbe essere trascurata l’utilità di un ripensamento dei benefici fiscali connessi all’iscrizione alle forme sanitarie integrative che oggi scontano non giustificate differenziazioni, fonte di effetti distorsivi. Quale è l’attuale impianto fiscale con riferimento al profilo salute?

Rivalutazione super per le rendite Inail. Dal 1° luglio, infatti, salgono dell’8,1% le prestazioni per infortuni e malattie professionali nei settori industria, marittimo e agricoltura. A stabilirlo due decreti del ministero del lavoro, pubblicati ieri nella sezione pubblicità legale del sito internet, che approvano le delibere Inail 88/2023 e 89/2023.
Se la legge non prescrive misure di sicurezza, il lavoratore deve provare la colpa del datore di lavoro per il danno alla salute che ritiene di avere subito per infortuni o malattie professionali. In altre parole, il lavoratore deve provare, non solo l’esistenza del danno alla salute, ma anche la nocività dell’ambiente di lavoro e il nesso tra di loro (tra il danno e la nocività dell’ambiente di lavoro). A stabilirlo è la Cassazione nell’ordinanza 21955/23, precisando che la presunzione legale di colpevolezza, in tema di sicurezza del lavoro (art. 1218 c.c.), opera automaticamente solo in caso d’omissione di misure di sicurezza espressamente previste dalla legge o da altra fonte vincolate. A tal fine, la corte distingue e definisce le misure di sicurezza in “nominate” e “innominate”, collegandovi le diverse conseguenze in termini di presunzione di responsabilità a carico del datore di lavoro.
L’intensità massima di aiuto sulle polizze assicurative per perdite causate da avversità atmosferiche, scende dall’80% al 70% del premio pagato alle compagnie assicurative. Il regime di aiuto si applica alle coperture che prevedono un indennizzo per danni superiori al 30% della produzione, finanziati nell’ambito dei regimi di aiuto che utilizzano esclusivamente fondi nazionali. Resta fuori dalle nuove disposizioni, il sistema delle polizze agevolate finanziato nell’ambito del Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn). La nuova disposizione è stata introdotta dal decreto Masaf del 22 maggio 2023 con il quale sono state recepite le nuove regole in materia di aiuti di stato contenute nel regolamento 2022/2472.
«La maggior parte degli edifici scolastici statali non dispone di tutte le attestazioni relative ai requisiti di sicurezza». Iniziando dalle certificazioni che sono detenute da poco meno del 40% delle scuole. Nero su bianco, lo scrive l’Istat nel suo rapporto Annuale 2023, analizzando un insieme di indicatori desunti dall’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica per approfondire così un aspetto su cui è in corso un intervento importante in termini di risorse investite attraverso il Pnrr. In ballo, infatti, ci sono 3,9 miliardi per il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica. Nonostante un’età anagrafica mediamente più alta degli edifici scolastici, pari a 57,4 anni, nelle regioni settentrionali questi presentano le certificazioni con maggiore frequenza, mentre nel Mezzogiorno si evidenziano carenze maggiori, nonostante edifici in media costruiti 48,6 anni fa.
Imprese sempre meno legate al finanziamento bancario. Nel secondo trimestre dell’anno il numero di richieste di credito presentate dalle aziende italiane è calato quasi del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022, portando il dato complessivo del primo semestre al -4,2% rispetto ai primi sei mesi dell’anno prima. E’ quanto emerso dall’analisi condotta dagli esperti del Crif nell’ambito del barometro sui finanziamenti aziendali da cui è emersa una tendenza molto chiara: la frenata delle richieste di finanziamento ha riguardato in modo trasversale tutte le tipologie di società, sia quelle di capitali, che hanno fatto registrare nel primo semestre una contrazione del 3%, sia le imprese individuali, per le quali la flessione è arrivata addirittura al 6,6%. «Il mercato industriale potrà attingere ai fondi europei per sostenere il tessuto economico locale e percorrere così nuove strade di innovazione e sostenibilità», ha spiegato Simone Capecchi, executive director di Crif. «Purtroppo, le piccole e medie imprese sono quelle che stanno soffrendo maggiormente la congiuntura economica sfavorevole, con l’aumento dei tassi e la perdita del potere di acquisto».
Frode fiscale, far parte del CdA non basta: è quanto emerge dalla sentenza della Cassazione n. 31017 del 18 luglio 2023, con cui la terza sezione penale, nell’accogliere il ricorso di due amministratori condannati dai giudici di merito per l’utilizzo in dichiarazione di fatture false, ha affermato che i consiglieri del CdA di una società i quali non abbiano sottoscritto la dichiarazione fiscale fraudolenta, perché a ciò abbia provveduto un altro di essi, rispondono in concorso del reato di cui all’art. 2 dlgs n. 74/2000 solo se abbiano avuto conoscenza dell’inserimento dei documenti mendaci in contabilità e, ciononostante, non si siano attivati per impedirne l’indicazione nella dichiarazione o per impedire la presentazione di questa.