Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Non c’è «alcuna misura previdenziale, anche di tipo assicurativo, che tiene nel medio e nel lungo periodo con i numeri della natalità che abbiamo in questo Paese». Lo ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto in videocollegamento al Meeting di Rimini.Per crescere l’Italia ha bisogno di «solidarietà intergenerazionale» con politiche economiche continuative, di maggior qualità del lavoro offerto e di una «giusta ed equa remunerazione del medesimo» per stimolare il lato della domanda interna. Ma soprattutto, ha spiegato Giorgetti, serve il supporto della mano pubblica «nell’accompagnare le transizioni e quindi nel promuovere l’imprenditoria».Con la Legge di Bilancio non si «potrà realizzare tutto ma siamo chiamati a decidere le priorità», ha sottolineato il numero uno del Mef.
Gli Amenduni, la dinastia vicentina della siderurgia che controlla le Acciaierie Valbruna, intendono chiudere la partita Ferak per fare del veicolo nordestino la propria holding di partecipazioni finanziarie, collettore futuro della cassa generata dal core business dell’acciaio. Il riassetto passa dall’acquisto delle quote in mano a Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa, da Finint e dalla famiglia Zoppas. Con questi ultimi due soggetti ci sono già stati dei contatti. Ferak è la società nata nel 2006 per investire a Nordest nelle Assicurazioni Generali su impulso dei principali nomi dell’industria e della finanza del Veneto e che, dopo vari riassetti nell’azionariato, vede ora il capitale in mano per il 70,3% agli Amenduni, per l’11,9% alla finanziaria di Enrico Marchi e per l’1,4% alla famiglia Scorzè, che controlla l’impero dell’acqua San Benedetto. Il resto delle azioni è nel portafoglio di ciò che è rimasto della banca di Montebelluna, attivi che i commissari devono vendere per pagare i creditori (16,4%, di cui un 6,5% già liquidato).
La Commissione Europea ha dato il via libera la creazione di una joint venture greenfield da parte della svedese Scania e della tedesca Sennder. La nuova società fornirà veicoli elettrici a batteria (Bev) per servizio pesante basati su un modello pay-per-use insieme ai servizi digitali, fisici e commerciali associati. Inizialmente attiva in Germania, successivamente estenderà i suoi servizi in altri paesi europei. Scania, che fa parte del gruppo Volkswagen, è un produttore mondiale di autocarri e autobus e un fornitore di servizi di finanziamento, assicurazione e noleggio di veicoli.

Allerta violazione dei dati personali. Il ministero dell’istruzione richiama tutto il personale ad informarsi sulle procedure da seguire in caso di data breach, violazione dei dati personali, e mette in evidenza che scuole e istituti possono delegare al loro Dpo (responsabile della protezione dei dati) la compilazione del registro delle violazioni privacy, la cui tenuta è obbligatoria.È quanto emerge da una recente nota (n. protocollo 5319) del direttore generale della direzione per la progettazione organizzativa, Antonio Di Liberto, inviata ai dipartimenti del ministero e agli uffici scolastici regionali.
Il prossimo 31 agosto infatti, come disposto dall’articolo 1 del dl 61/2023, terminerà il periodo di sospensione dagli obblighi fiscali in scadenza nel periodo dal 1 maggio 2023 al 31 agosto 2023 concesso ai soggetti che alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza ovvero la sede legale o la sede operativa nel territorio dei Comuni di Emilia Romagna, Marche e Toscana colpiti dall’alluvione dello scorso maggio. La sospensione fiscale era generalizzata e riguardava i termini dei versamenti tributari in scadenza nel periodo citato, compresi adempimenti e pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, i versamenti delle ritenute alla fonte di cui agli articoli 23 e 24 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e delle trattenute relative alle addizionali regionale e comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’anno scorso hanno compiuto poco meno di tremila errori gravi, provocando la morte di 84 pazienti, denunciano i responsabili del sistema sanitario. E, per usare una frase fatta, è la punta dell’iceberg. I casi non denunciati sarebbero almeno il triplo, o il quadruplo, ammette Stefan Gronemeyer, presidente del Medizinischen Dienstes Bund, la federazione medica nazionale. I pazienti sfortunati, o i loro parenti, si rassegnano, è sempre difficile denunciare un medico, e i colleghi fanno blocco e lo difendono. Come dimostrare che l’errore è dovuto a colpevole trascuratezza, e non alla fatalità? In un ospedale, dopo un’operazione al ventre, invece di inserire una sonda di drenaggio hanno usato una sonda per l’alimentazione, provocando un’infezione e la morte del paziente. È uno dei tanti errori avvenuti nel 2022 riportati dal rapporto presentato la scorsa settimana. Sono stati esaminati 13.059 casi sospetti. Nel 25 per cento, i pazienti hanno riportato danni permanenti, e nel venti il comitato degli esperti ha trovato prove per denunciare il medico, il chirurgo, l’anestesista, o gli ospedali. La situazione è così grave che si chiede in futuro di introdurre l’obbligo per le direzioni ospedaliere di procedere d’ufficio, senza attendere la denuncia del paziente, troppo facile da manipolare. Una decisione per rompere l’omertà della classe medica.

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«Dobbiamo essere realisti: oggi gli italiani si assicurano poco, molto poco, siamo i fanalini di coda in Europa, e questo rende il nostro Paese più fragile. Mentre se arriviamo a gestire in maniera seria e trasparente un’integrazione fra prestazioni pubbliche e quelle assicurative, sicuramente il Paese sarà più protetto». Così la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, è intervenuta al Meeting di Rimini, spiegando che anche nella sanità o in tema di catastrofi naturali, «se ci fosse una partnership pubblico-privato le cose cambierebbero tanto». Nel campo del welfare l’assicurazione «può affiancare il servizio pubblico ma a condizione che ci sia un’integrazione di finanziamento, una regia pubblica ma risorse pubbliche e private affiancate: queste risorse sarebbero spese molto meglio se facessero perno sulla mutualizzazione assicurativa».

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«Dobbiamo essere realisti: oggi gli italiani si assicurano poco, molto poco, siamo i fanalini di coda in Europa, e questo rende il nostro paese più fragile. Mentre se arriviamo a gestire in maniera seria e trasparente un’integrazione fra prestazioni pubbliche e quelle assicurative, sicuramente il paese sarà più protetto, le persone le famiglie e imprese potranno svilupparsi e tutta l’economia del paese». Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania (l’associazione che rappresenta le società assicurative italiane) è tornata a intervenerire, parlando al Meeting di Rimini, di un tema che sta caro allacategoria, che in più occasioni ha denunciato il nesso tra la scarsa propensione degli italiani alla copertura assicurativa.
Un dialogo tra sordi. Così risulta in questo momento lo stato dei colloqui tra il cda di Mediobanca e il principale azionista di Piazzetta Cuccia, la Delfin della famiglia Del Vecchio, con il 20% del capitale. Nelle intenzioni la lista del cda va presentata entro il 15 settembre e i lavori per la sua formazione sono iniziati la primavera scorsa. Ma a parte le dichiarazioni pubbliche di apertura su entrambi i fronti, non pare ci siano stati avanzamenti concreti per arrivare a una lista condivisa. Secondo fonti vicine a Mediobanca il cda avrebbe proposto a Delfin una collaborazione basata su due prerequisiti: che smetta di fare l’azionista attivista e che condivida il piano triennale. Solo se ci fosse un impegno (non si sa in che forma) a rispettare questi due punti allora si potrebbe cominciare a parlare di numero di consiglieri che potrebbero essere riservati al primo socio.