Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Almeno un consigliere su quattro delle compagnie di assicurazione dovrà essere indipendente. Nei cda dovranno poi esserci almeno il 33% di donne e dovranno essere seguite nuove procedure per la valutazione dei requisiti e dei criteri di idoneità degli esponenti aziendali, con Ivass, l’autorità di controllo del settore, che potrà anche chiedere agli amministratori delegati e ai top manager delle imprese di partecipare a interviste per valutare il loro profilo professionale. Stanno per arrivare le nuove regole di governance per le compagnie di assicurazione dopo che l’Ivass, l’autorità di controllo del settore presieduta dal direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ha pubblicato nei giorni scorsi i nuovi requisiti cui dovranno attenersi le imprese. Il documento che dà attuazione al regolamento del ministero delle Imprese e del Made in Italy (del 2 maggio 2022) non è ancora definitivo perché la pubblica consultazione scade il prossimo 10 ottobre, ma la strada per avvicinare sempre di più il settore assicurativo a quello bancario, che ha fatto da apripista, sembra ormai tracciata.
Circa 300 miliardi di euro erogati nel 2022 per le pensioni pubbliche, il record europeo di Paese più anziano e un rapporto tra lavoratori attivi e pensionati destinato ad assottigliarsi sempre più per raggiungere la parità nel 2050. «Il tema dell’invecchiamento attivo si fa sempre più urgente», ha sottolineato Ivan Mestriner, responsabile Vita e Danni di Alleanza Assicurazioni, intervenendo a Class Cnbc. Il top manager pone due priorità: «da un lato la questione della previdenza complementare e dall’altro quello della longevità e della relativa salute». Su una platea di oltre 23 milioni di lavoratori aventi diritto, sono solo 9,2 milioni quelli che hanno una forma pensionistica integrativa. «A determinare questa realtà è soprattutto la carenza di cultura finanziaria e previdenziale», ha osservato Mestriner. «Per noi rispondere al nostro ruolo di operatori nel settore assicurativo e finanziario significa tener conto di tutte le evoluzioni che riguardano non soltanto il mercato, ma anche la popolazione, osservando dinamiche sociodemografiche come l’allungamento della speranza di vita».
Nel primo semestre dell’anno la domanda di mutui si è ridotta in tutto il territorio italiano a causa del rialzo dei tassi d’interesse. Questa la stima emersa nella pubblicazione La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale, che riporta i risultati dell’indagine Regional Bank Lendind Survey condotta da Bankitalia su un campione di 244 istituti di credito. L’indagine, relativa al secondo semestre dello scorso anno, ha mostrato che già allora la domanda per prestiti finalizzati all’acquisto di abitazione era diminuita nettamente in tutte le aree della penisola e le cose potrebbero essere ulteriormente peggiorate, secondo le banche partecipanti, nella prima metà di quest’anno. Per via Nazionale, l’inasprimento delle politiche di offerta dei prestiti alle famiglie è stato in parte mitigato dal potenziamento attuato nel biennio 2021-22 dell’operatività del Fondo di garanzia per la prima casa, di cui ha beneficiato soprattutto la clientela più giovane.

Le reti di consulenza finanziaria hanno archiviato il mese di giugno con una raccolta netta di 2,9 miliardi di euro. Assoreti ha precisato che il dato mensile, pur in flessione congiunturale e tendenziale, consolida il bilancio del primo semestre, che risulta in crescita su base annua a 25,1 miliardi. Il 92% dei volumi netti mensili è confluito nel risparmio amministrato (2,6 miliardi) tra investimenti in strumenti finanziari (5,5 mld) e uscite di risorse liquide da conti correnti e depositi (-2,8 mld). Positivo anche il bilancio del risparmio gestito (223 milioni). Anche in giugno è aumentato il numero di clienti; nei primi sei mesi la crescita effettiva è stata di 100 mila unità. Nel risparmio gestito la crescita va attribuita ai fondi flessibili (211 milioni) e a quelli azionari (203 mln). Positivi anche gli obbligazionari (93 mln), mentre i fondi bilanciati hanno visto un maggiore incremento dei deflussi netti (-366 milioni). Ancora negativo il saldo delle movimentazioni nell’ambito del comparto assicurativo (-280 milioni).
I cambiamenti climatici sono il risultato di molti fattori che vanno tenuti presenti. Lo dice Franco Prodi climatologo di livello internazionale

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Cambiano il nome con un blitz, da “Previdenza Italia” ad “Assoprevidenza”. E con un emendamento infilato nottetempo nel decreto Pa 2 – che ieri ha ottenuto la fiducia alla Camera – Italia Viva con l’appoggio di Fratelli d’Italia e del governo riesce a far confluire il “Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare”, ente terzo e superpartes voluto dal Parlamento nel 2011, in Assoprevidenza, l’Associazione privata che raggruppa una parte dei fondi pensione italiani, quelli pre-1996, soprattutto di banche e assicurazioni. Oltre al cambio di nome e natura transitano ad Assoprevidenza anche 29,5 milioni di soldi pubblici, di cui 1,5 milioni da erogare entro il 30 settembre.

I Pir sono un caso di successo della finanza Made in Italy a disposizione dell’equity finance necessaria allo sviluppo dell’economia reale, e in particolare delle Pmi, nel continente europeo. L’arsenale per questa missione è ricco e comprende anche i mini bond, sempre italiani, le soluzioni del mercato scandinavo sul fronte della small cap, le polizze francesi che prevedono investimenti sulle Pmi, oltre ad alcune soluzioni spagnole, come la copertura della ricerca indipendente delle small cap, ma i Pir si distinguono sul panorama del Vecchio Continente. Sono queste le conclusioni condivise della Effas, la federazione europea tra le 14 associazioni domestiche degli analisti finanziari, riunitasi di recente a Lisbona.