Supercelle temporalesche e danneggiamenti immani nelle aziende. Il maltempo nel milanese ha devastato il lavoro di decenni

Dall’inviato speciale Ugo Ottavian

Quella del 2023 verrà sicuramente ricordata come una tempestosa estate torrida, stravagante ed imprevedibile. L’alternarsi, già da giugno, di ondate di calore africano che continuano a coinvolgere con temperature infernali anche le pianure del nord (non a caso gli sono stati dati nomi come Cerbero o Caronte, solo per ricordarci i mostruosi miti degli inferi a cui queste ondate di caldo vieppiù ci avvicinano) a tempeste, alluvioni, inondazioni perturbazioni talmente gravi da mettere in ginocchio intere Regioni. E’ ancora negli occhi di tutti il disastro d’acqua che ha subìto l’Emilia-Romagna.

E questo slalom tra andare a mollo con tutte le nostre cose o al contrario, morire arsi dal sole, è tutt’altro che finito.

Pare proprio questo altalenarsi di fenomeni ad essere responsabile dell’enorme accumulo di energia nei bassi strati dell’atmosfera, che scaricata poi a terra con furia devastante distrugge ogni nostra cosa.

Nuvole nere si accalcano quando a causa del caldo e grandi forze termiche salgono dalla bassa atmosfera. E quando si avvicina la perturbazione l’aria fredda in quota, crea movimenti ascendenti di forte intensità.  E’ questo contrasto di forze che provoca le “Supercelle” temporalesche all’interno delle quali si scontrano alte temperature ed enormi masse d’acqua. Lo sbalzo termico dei flussi di calore che spinge l’umidità verso l’alto degli strati freddi dell’atmosfera, favorisce poi il formarsi dei cristalli di ghiaccio. Chicchi di grandine grossi come palle da tennis arrivano allora spinti dal vento, a velocità impressionanti sulla superficie terrestre e come proiettili colpiscono persone e cose.

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