Il mercato dei catastrophe bond (o cat bond) è raddoppiato in dieci anni e ora supera i 40 miliardi di dollari, secondo uno studio di Morningstar pubblicato all’inizio di agosto. Nonostante le dimensioni ancora limitate, questo mercato è in costante crescita, in linea con la crescente frequenza delle catastrofi naturali e la conseguente necessità di copertura assicurativa.

Sostenuti dal settore assicurativo, i catastrophe bond hanno lo scopo di trasferire il rischio associato ai cosiddetti eventi “catastrofici” dalle compagnie di assicurazione agli investitori. In assenza di catastrofi, l’investitore recupera il suo investimento più gli interessi. Se invece si verifica una catastrofe, l’investitore può perdere tutto o parte del suo investimento, a seconda delle perdite subite dal riassicuratore o dall’assicuratore.

Lo scorso giugno Groupama ha lanciato un catastrophe bond per assicurarsi una protezione riassicurativa aggregata di 100 milioni di euro per le sue esposizioni climatiche in Francia.

Queste attività finanziarie sono apparse alla fine degli anni Novanta, quando gli uragani Andrew e Hugo e il terremoto di Northridge in California hanno messo a dura prova le capacità di assicuratori e riassicuratori, e hanno rappresentato strumenti innovativi di gestione del rischio. Il loro successo presso gli investitori è dovuto sia al potenziale di rendimenti più elevati rispetto ad altri prodotti obbligazionari, sia alla loro decorrelazione dai flussi finanziari che circolano sui mercati obbligazionari e azionari tradizionali, che consente una buona diversificazione dei portafogli di investimento.

All’inizio del 2023, i cat bond sono particolarmente stimolati dalla rinnovata vivacità del contesto riassicurativo e dall’assenza di grandi eventi molto costosi per gli assicuratori, come l’uragano Ian, che ha colpito la Florida nell’autunno del 2022.

Alla fine di giugno 2023, Morningstar contava 46 veicoli di investimento dedicati al mercato dei titoli garantiti da assicurazioni in tutto il mondo. Sebbene alcuni fondi stiano iniziando a includere una piccola percentuale di catastrophe bond, questi non fanno ancora parte della tradizionale cassetta degli attrezzi dei gestori obbligazionari. I fondi che investono esclusivamente in catastrophe bond sono generalmente specializzati e, per la maggior parte, domiciliati in Lussemburgo e Irlanda. Negli Stati Uniti, l’unico attore di rilievo in questo campo è la francese Amundi.

Il mercato è quindi eterogeneo e concentrato, con i gestori GAM (33% degli asset in gestione), Schroders e Twelve Capital a fare la parte del leone. Questo potrebbe un giorno rivelarsi problematico, osserva il fornitore di analisi finanziarie, data la scarsa liquidità di questi asset.