LA DOMANDA DI POLIZZE VITA UNIVERSALI È DIMINUITA NEGLI USA DEL 9% NEL PRIMO SEMESTRE DOPO IL BOOM DEL 2021
di Francesca Chiarano
La frenetica corsa alla sottoscrizione di polizze vita spinta dalla crisi sanitaria della pandemia è terminata, secondo due società di ricerca del settore citate dall’agenzia MF-Dowjonesnews. Le domande di polizze assicurative sulla vita sono diminuite del 6,5% da inizio anno fino a metà agosto, rispetto allo stesso periodo del 2021. Sono in calo dell’1,5% in quel periodo rispetto al 2020, quando è iniziata la paura per il coronavirus, secondo Mib Group, un’organizzazione che tiene traccia delle domande per assicuratori sulla vita. Il volume delle richieste da inizio anno fino a metà agosto è aumentato comunque del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019, il che significa che il settore non ha ancora perso tutto il suo slancio delle vendite, ha sottolineato Andrea Caruso, chief operating officer di MIB.

Le modifiche di comportamento connesse con il Covid-19 potrebbero mantenere alte le vendite, questo è anche l’auspicio degli operatori. Tuttavia, un rimbalzo delle vendite dovrà affrontare altri ostacoli, tra questi il fatto che dalla metà del 2020 alcuni importanti assicuratori sulla vita hanno smesso del tutto di vendere un tipo di polizza molto popolare noto come «Vita universale garantita». Tali polizze promettono che il costo del premio annuale non aumenterà durante la vita del proprietario. Ciò significa che l’assicuratore deve essere pronto a gestire gli eventuali errori di calcolo che fa nel fissare il prezzo originale. In altri tipi di polizze vita universale, i consumatori corrono infatti il rischio di aumenti dei premi.

A riprova dei rischi, Prudential Financial ha registrato un impatto di 1,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre per rafforzare le sue riserve, per lo più legate alle sue passate vendite di polizze vita universali garantite. Ed è stato tra gli assicuratori che hanno sospeso le nuove vendite nel 2020. Prudential ha affermato di aver sottovalutato quanti assicurati avrebbero mantenuto le polizze piuttosto che annullarle. Ciò renderà la società più responsabili nel pagare i risarcimenti in caso di morte rispetto a quanto precedentemente ipotizzato. I gruppi assicurativi hanno perciò ridotto queste polizze e aumentato ampiamente i prezzi dopo il crollo dei tassi di interesse durante la pandemia. Gli assicuratori vita guadagnano gran parte dei loro profitti investendo i premi dei clienti in obbligazioni fino alla scadenza dei sinistri e i tassi bassi danneggiano tali rendimenti.

Ora questi tassi stanno aumentando, visto che la Federal Reserve tenta di combattere l’inflazione. Ma è improbabile che le vendite delle polizze garantite tornino a crescere e altri fattori sono in gioco nel calo delle vendite di quest’anno. Secondo la società di ricerca Limra la maggior parte degli americani sta apportando modifiche alle proprie spese. I consumatori taglieranno le spese discrezionali nell’intento di risparmiare. Le vendite delle polizze vita di questa categoria sono diminuite del 9% nel semestre rispetto all’anno precedente, che ha registrato una crescita record. (riproduzione riservata)
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