Carlo Giuro
Come supportare finanziariamente il futuro dei propri figli? Occorre partire riconducendo la finalità nell’ambito di un percorso più ampio di pianificazione finanziaria individuando le risorse da destinarvi e valutandone la compatibilità in relazione al proprio vincolo di bilancio famigliare. Va ancora deciso, anche in rapporto all’età dei giovani, l’orizzonte temporale entro il quale indirizzare il percorso. Di fondamentale importanza è ancora la definizione, all’interno della visione più ampia del risparmio finalizzato a figli/nipoti, delle finalità come per esempio, a titolo non esaustivo, il finanziare il ciclo di studi, accantonare una dote di avviamento per una futura attività professionale, mettere da parte un capitale per poter aiutarli a comprare casa. Necessario è poi il supporto in prospettiva previdenziale considerando l’applicazione per i giovani in maniera integrale del metodo di calcolo contributivo.

Fondi e Pir. Quali possono essere nel concreto gli strumenti utilizzabili? Partendo dalle forme di risparmio gestito di sicuro interesse sono i piani di accumulo in fondi comuni che sembrano riscontrare il forte gradimento da parte di Millennials (i nati tra il 1980 e il 1995) e Generazione Z (1995-2010). Secondo le evidenze del recente Osservatorio sui sottoscrittori elaborato da Assogestioni, il 65% predilige modalità di sottoscrizione alternative, quindi piani di accumulo o forme miste, mentre l’investimento in unica soluzione viene scelto dal restante 35%. Da non sottovalutare il messaggio educativo del piano di accumulo sul risultato da raggiungere come frutto della costanza. Sempre come soluzione di risparmio gestito con gli opportuni caveat si può guardare anche alla confluenza di un investimento rateale in un piano individuale di risparmio a lungo termine (Pir) che è un contenitore fiscale istituito per sostenere l’economia reale italiana e al contempo offrire ai sottoscrittori uno strumento d’investimento fiscalmente vantaggioso. Il Pir garantisce, infatti, agli investitori, persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che detengono l’investimento per almeno cinque anni, di beneficiare dell’esenzione dalla tassazione sulle plusvalenze e dall’imposta di successione. Dopo il periodo minimo di detenzione di cinque anni, l’esenzione infatti dura per sempre fino a che il sottoscrittore non riscatti il fondo.

In compagnia. È ampia anche l’offerta di soluzioni assicurative per consentire di costruire genitori/nonni un percorso di investimento finalizzato alle giovani generazioni. La via può essere quella delle polizze con la formula del premio periodico o del premio unico ricorrente. Nella generalità dei casi la struttura è quella di un piano di risparmio assicurativo, con garanzie complementari che forniscono coperture in caso di prematuro decesso o invalidità del genitore/nonno con il completamento del piano da parte dalla compagnia. L’investimento avviene o in polizze Vita rivalutabili (ovvero legate a gestioni separate a contenuto prevalentemente obbligazionario e a capitale garantito a scadenza al netto dei costi, che hanno alcuni vantaggi fiscali tra cui la non imposizione dell’imposta di bollo sul capitale dello 0,2% annuo) o in polizze Vita unit linked (contratti con sottostanti fondi o sicav) o con le soluzioni delle polizze multi-ramo, un mix delle prime due. Nel piano di investimento si inserisce poi in taluni casi una sorta di premio al merito in relazione ai risultati scolastici conseguiti dal giovane, potendo agire quindi anche da incentivo. Numerose sono le polizze Vita dedicate ai giovani sul mercato, tra queste: UnipolSai Risparmio Giovane, Futuro Dedicato di Axa, Vittoria Cresco e Lode di Vittoria Assicurazioni, Posta Futuro da Grande di Poste Vita. Ad esempio nel caso di UnipolSai Risparmio Giovane (polizza Vita rivalutabile legata alla gestione separata Valore UnipolSai) il contratto può essere sottoscritto quando il ragazzo ha un’età compresa tra 0 a 12 anni e scadrà nell’anno solare in cui compirà i 20 anni. Di conseguenza la durata del contratto può variare da 8 a 20 anni. È previsto un premio annuo costante a partire da 1.000 euro all’anno, può avere un frazionamento semestrale (minimo 500 euro), quadrimestrale (minimo 400 euro), trimestrale (minimo 300 euro), bimestrale (minimo 200 euro) o mensile (minimo 90 euro). La polizza dà un bonus: il capitale a scadenza è aumentato del 10%, se sono stati pagati tutti i premi. Il premio raddoppia se il ragazzo ha conseguito il diploma di scuola secondaria superiore.

Vittoria Cresco e Lode, polizza Vita rivalutabile, invece permette di aggiungere al capitale cumulato anche tutti i regali che il bimbo riceverà (per compleanni, promozioni, avvenimenti). Previsto anche un bonus di merito: in caso di voto di maturità superiore a 80/100 c’è un incremento pari al 20% della prestazione assicurata. Se alla scadenza del contratto le prospettive cambiassero, si può differire la scadenza finalizzando le risorse accumulate ad altri obiettivi (ad esempio la copertura delle spese di un master). La prestazione si rivaluta annualmente in base al rendimento della gestione separata Fondo Vittoria Obiettivo Crescita ed è garantita dalla società attraverso il consolidamento dei risultati

C’è poi il caso del gruppo Bnl Bnp Paribas che offre InvestiPolizza Bnl Young, polizza Vita rivalutabile (investite sulla gestione separata Capitalvita) con rendimento minimo garantito lordo dell’1% annuo e versamenti mensili da 50 euro. In caso di premorienza dell’assicurato, InvestiPolizza Bnl Young versa al beneficiario il capitale rivalutato al netto dei costi e dei prelievi previsti più le rate restanti previste fino alla scadenza prestabilita e il doppio dell’eventuale premio aggiuntivo iniziale con un massimo di 6mila euro. Tale prestazione aggiuntiva non può comunque superare un totale di 50mila euro. L’investimento assicurativo può essere effettuato anche con premio unico se si abbia già una somma da dedicare all’obiettivo individuato, sia con soluzioni per dir così generaliste che tematiche (per esempio Patrimonio PerGiovani Insurance di Intesa Vita).

In Posta. Possibile veicolo può essere poi rappresentato dal risparmio postale con gli specifici buoni postali, sottoscrivibili anche con la formula della sottoscrizione periodica. I buoni postali non hanno costi di sottoscrizione e rimborso, salvo gli oneri fiscali con una tassazione agevolata al 12,50% (prevista l’esenzione dell’imposta di bollo dello 0,2% annuo per valori di rimborso non superiori a 5 mila euro). Come riporta il sito di Poste Italiane è possibile scegliere la classica forma cartacea oppure la versione dematerializzata per la cui sottoscrizione possono utilizzarsi anche i canali online. Tra le diverse tipologie c’è una specifica versione dedicata ai minori con gli interessi che maturano fino alla maggiore età. E l’ultima versione prevede un rendimento annuo lordo fino al 3,5%.

La pensione. In proiezione va poi valutata l’opportunità di attivare un fondo pensione/pip per il proprio figlio/nipote per supportarne la futura integrazione pensionistica ricordando che è prevista la deducibilità fiscale dei contributi versati per famigliari a carico entro il limite annuo dei 5.164,57 euro. Non solo. «Aderire da giovani a un fondo pensione amplifica i vantaggi garantiti dalla previdenza complementare in termini di rendimento, tassazione, accumulo degli importi che poi si andranno a riscuotere e orizzonte temporale a disposizione», sottolinea il fondo negoziale Priamo. Per regalare ai figli l’iscrizione al fondo pensione, l’adulto deve essere iscritto a sua volta e i bambini o ragazzi devono essere fiscalmente a suo carico. (riproduzione riservata)

Quanto costa un figlio dalla culla alla maggiore età

La decisione di avere un figlio è un passo importante dal punto di vista affettivo ma anche da quello economico: una pianificazione attenta degli investimenti è indispensabile per soddisfare le esigenze dei figli e garantire la serenità dell’intero nucleo famigliare. Da marzo è iniziata l’erogazione dell’assegno unico, una misura che ha razionalizzato il sistema di interventi in favore delle famiglie con figli, estendendolo a una platea più ampia e assorbendo le misure preesistenti (assegno di natalità, assegni familiari e detrazioni fiscali per figli). Nell’ultima relazione annuale la Banca d’Italia ricorda che secondo le valutazioni del ministero dell’Economia e delle Finanze questo strumento determinerà un incremento dei benefici per la maggioranza dei nuclei, alleviando i costi connessi con la condizione di genitori. Infatti un figlio costa 640 euro al mese, evidenzia la stessa Banca d’Italia. L’importo dell’assegno unico, invece, determinato anche in funzione dell’Isee, varia tra 50 e 175 euro al mese per ciascun figlio a carico, di norma fino a 21 anni e la somma media erogata con la prima rata di marzo è stata di circa 145 euro per figlio, quindi circa un quarto dei 640 euro di spesa media per mantenere un giovane. L’importo, pressoché stabile nel triennio 2017-19, si è contratto nel 2020 a 580 euro (-12% sul 2019) per la pandemia. Ci sono anche differenze tra aree: al Centro-Nord la spesa media supera gli 800 euro, mentre al Sud e Isole è sui 500 euro. Intanto Moneyfarm elabora stime in linea: crescere un figlio in Italia da 0 a 18 anni comporta una spesa media di 139.500 euro, oltre 7mila euro all’anno. A seconda della disponibilità economica di una famiglia, per accompagnare un figlio dalla culla alla maggiore età si possono spendere in media da un minimo di 96mila fino a oltre 183mila euro. Il periodo compreso tra i 15 e i 18 anni si rivela il più costoso, con una spesa media di quasi 50mila euro per figlio. Le spese più elevate variano per fascia d’età: nei 6-8 anni pesano mensa scolastica e doposcuola, sport e campi estivi; dai 15 ai 18 anni aumentano le spese per sport, tecnologia e abbigliamento, con esborsi fino a 20mila euro l’anno per gli studi all’estero.
Fonte: