LO STATUTO DELEGA IL CDA ALL’AUMENTO SE L’INDICE DI SOLVIBILITÀ DOVESSE SCENDERE SOTTO IL LIVELLO DI GUARDIA. MA OGGI È AL 222%
di Anna Messia
È solo un paracadute di cui Poste Vita oggi non ha affatto bisogno considerando che l’indice di solvibilità della compagnia a giugno scorso era del 222%, ovvero più di due volte il minimo richiesto dal regolatore. Ma in un piano di emergenza, destinato a prevedere anche gli scenari peggiori, la compagnia assicurativa del gruppo postale guidato da Matteo Del Fante ha deciso di modificare lo statuto per far fronte rapidamente a eventuali squilibri. La nuova versione dell’articolo 6, già approvato anche dall’Ivass, l’istituto di controllo del settore assicurativo, prevede in particolare «il conferimento della delega al consiglio di amministrazione ad aumentare il capitale sociale della compagnia per un importo di un massimo di un miliardo in caso d’attivazione del piano di emergenza di Poste Vita e del gruppo Poste Vita conseguente alla discesa del solvency ratio del gruppo al di sotto del recovery trigger tempo per tempo vigente». In altre parole, in caso di necessità, il consiglio di amministrazione della compagnia potrebbe deliberare direttamente l’aumento, senza dover passare per l’assemblea degli azionisti. Del resto tutte le compagnie assicurative più grandi devono avere un cosiddetto piano di emergenza rafforzato, cioè una strategia da attuare rapidamente se i ratio di capitale dovessero scendere sotto determinate soglie. Viste le dimensioni di Poste Vita, leader di mercato in Italia, anche l’eventuale aumento di capitale in gioco è evidentemente di rilievo. Ma oggi, come detto, l’indice di solvibilità della compagnia è in territorio di tranquillità, al 222%, ben più elevato dell’obiettivo del 200% considerato adeguato dalla compagnia in un contesto di mercato volatile come quello attuale. Anche se il calo delle Borse e l’aumento dello spread sui Btp hanno ridotto sensibilmente il valore rispetto al 299% che era stato toccato a fine 2020. Le attività assicurative rappresentano un pilastro fondamentale per il gruppo come emerge anche nei conti del primo semestre 2022 con i servizi assicurativi che hanno rappresentato quasi la metà (676 milioni) del risultato operativo totale del gruppo (1,392 miliardi) e grazie ai buoni risultati lo scorso aprile Poste Vita ha staccato un ricco dividendo a favore della capogruppo, pari a 397,3 milioni. La compagnia assicurativa sta poi lavorando per ridurre la sensitività del solvency II all’eventuale aumento degli spread sui titoli di Stato: se a dicembre 2020 un aumento di 100 punti base di spread avrebbe fatto calare l’indice di solvibilità di Poste Vita di 129 punti base, a giugno scorso quello stesso aumento avrebbe fatto scendere la solvibilità di meno della metà, con un taglio di 60 punti. Il maxi aumento resta quindi una scialuppa di salvataggio, con il gruppo che è tuttavia già al lavoro su altri fronti per affrontare nuove eventuali difficoltà. (riproduzione riservata)

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