Gli esperti del settore prevedono una ripresa sostenuta delle operazioni di M&A nel Tech in scia alla pandemia di Covid-19, anche se persistono dei fattori sfavorevoli

Aon e Mergermarket hanno diffuso l’ultima edizione del report M&A Risk in Review, da cui emerge come la ripresa delle operazioni di M&A dello scorso anno potrebbe essere sostenuta, seppure non ai livelli record del 2021.  I dealmaker guardano con interesse alle transazioni future, alla ricerca di opportunità in un contesto di ripresa della crescita globale e di trasformazione digitale.

Le prospettive sono particolarmente promettenti per le operazioni di M&A nel settore del Tech, Media e Telecomunicazioni (TMT), con quasi tre quarti degli intervistati (70%) che indicano il TMT come il settore più prolifico in termini di transazioni previste per i prossimi 12 mesi, di gran lunga la quota maggiore.  Questo dato è nettamente superiore a quello del settore farmaceutico, medico e biotecnologico (PMB), con il 44%.

All’estremo opposto, il 54% degli intervistati ritiene che le operazioni di fusione e acquisizione saranno meno attive nel settore dell’energia, dell’estrazione mineraria e dei servizi di pubblica utilità (UEM), a causa delle sfide legate alla riduzione della domanda di materie prime e alla volatilità del mercato delle commodity.

L’incertezza geopolitica in cima alla lista dei timori dei dealmaker

Dall’aumento degli investimenti in tecnologia e per la due diligence finanziaria, alla crescente importanza degli standard ambientali, sociali e di governance (ESG), emergono tendenze e priorità per gli investitori che cercano di navigare nelle incertezze relative al contesto geopolitico, ai regolamenti governativi e ai disagi causati dalla pandemia. Il report rileva che più della metà dei dealmaker (54%) teme l’impatto dell’incertezza geopolitica.

È più probabile che le operazioni di fusione e acquisizione in Europa subiscano un impatto significativo rispetto alle operazioni in altri mercati, ma il sentiment influenzerà tutto il mondo.

Si stanno affermando anche altri rischi, tra cui la dislocazione o l’interruzione del mercato (50%), il quadro macroeconomico (34%), il rischio legislativo/normativo (28%) e il rischio tecnologico/cyber (26%).

In compenso, solo il 26% cita la pandemia di COVID-19 come uno dei tre rischi più significativi che la propria organizzazione dovrà affrontare nei prossimi 12 mesi.

L’ESG è sotto esame a causa delle preoccupazioni ambientali

Dal rischio di cambiamento climatico alle questioni sociali, le considerazioni ESG continueranno a svolgere un ruolo importante in ogni transazione M&A. In particolare, il 90% degli intervistati prevede un aumento dell’attenzione sulle operazioni per le implicazioni ESG nei prossimi tre anni, e quasi la metà (48%) ritiene che l’aumento sarà significativo.

Per quanto riguarda la regolamentazione, il 42% dei dealmaker cita le questioni ambientali come una preoccupazione. Oltre all’ESG, i dealmaker devono anche affrontare questioni come il rischio della catena di fornitura e la sicurezza dei dati e delle informazioni durante i processi di investimento.

Il report completo è disponibile qui.

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