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A giugno il fatturato dell’industria italiana, al netto dei fattori stagionali, è cresciuto quasi del 5% sul mercato estero e dell’oltre 2% su quello interno. L’aumento complessivo è stato del 3,1%. In termini tendenziali il fatturato è cresciuto del 28,4% (+30,2% sul mercato estero e +27,5% sul mercato interno). Allargando lo sguardo al secondo trimestre, la crescita dei ricavi industriali rispetto ai primi tre mesi dell’anno è risultata ancora superiore: +5,5% sul mercato interno, quasi +5% su quello estero e +5,2% in totale. Lo ha reso noto ieri l’Istat nella sua statistica flash.
Il tessuto produttivo italiano per ora tiene, grazie anche all’imponente mole di aiuti e misure speciali messi a disposizione dal governo a partire dalla primavera 2020. Secondo i dati Unioncamere, nel primo semestre di quest’anno il numero dei fallimenti aziendali è stato infatti del 13,3% inferiore a quello del corrispondente periodo del 2019, preso a termine di paragone perché antecedente lo scoppio della pandemia. I dati Unioncamere-Infocamere, tratti dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, indicano a quota 4.667 le aziende che hanno avviato una procedura fallimentare nei primi sei mesi del 2021 contro le 5.380 del corrispondente periodo del 2019, prima dell’irrompere dell’emergenza Covid.

Professionisti «senza cassa» più fortunati dei professionisti «con cassa», riguardo all’anno bianco. Ai primi, infatti, l’esonero contributivo si applica a tutti i contributi versati all’Inps, anche a quelli per malattia, maternità e assegni familiari e anche al contributo per la nuova Iscro. Ai professionisti iscritti alle Casse di previdenza, invece, lo sconto non si applica al contributo di maternità, ma solamente ai contributi soggettivi aventi finalità previdenziale. La causa delle differenti misure, per lo stesso incentivo, sono, da una parte, le istruzioni dell’Inps rivolte ai professionisti «senza cassa» (circolare n. 124/2021); e dall’altra quelle del ministero del lavoro destinate ai professionisti «con cassa» (nota prot. n. 6921/2021).

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  • Riparazioni auto: gli assicuratori fanno il punto
La legge Climat apre il mercato della vendita di alcuni pezzi di ricambio. Pensata per far abbassare i prezzi di questi pezzi e dunque quello delle riparazioni, la misura non incide alla fine quanto sperato dalle compagnie. Tra il 2019 e il 2020 il costo dei pezzi di ricambio è infatti aumentato di quasi il 6% in media. Gli assicuratori puntano sul riciclo dei pezzi di ricambio.