di Donatello Braghieri
Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking ha chiuso il primo semestre riportando un utile netto consolidato in aumento tendenziale del 54% a 646 milioni di euro. La progressione tiene conto della plusvalenza netta (164 milioni) realizzata con la vendita del ramo banca depositaria e fund administration di Fideuram Bank (Luxembourg). Escludendo tale posta, l’utile netto si sarebbe attestato a 482 milioni (+15%), miglior performance semestrale di sempre. Il risultato della gestione operativa si è rafforzato del 13% a 800 milioni, mentre il margine d’interesse si è attestato a 106 milioni, in flessione di 23 milioni rispetto a fine giugno 2020 per effetto della minor redditività degli impieghi legata a sua volta al calo dei rendimenti di mercato. Nei primi sei mesi d’esercizio le commissioni nette incamerate sono state di 1,04 miliardi, in aumento del 10% anno su anno. Le commissioni nette ricorrenti, voce predominante (oltre 93%) nella formazione del margine commissionale, sono state di 970 milioni, in rafforzamento del 13%. I costi operativi sono cresciuti marginalmente dell’1%, a 392 milioni.

L’istituto guidato da Tommaso Corcos è riuscito a contenere la crescita delle rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali, che sono state di 36 milioni, legate per lo più a maggiori ammortamenti di software.

Il Cost/Income è stato ulteriormente compresso di due punti percentuali, migliorando al 33%.

A fine giugno, le masse amministrate sono aumentate dell’8% a 326,9 miliardi, aggiornando il livello record per il gruppo. L’analisi per aggregati evidenzia come la componente di risparmio gestito risulti pari a 211 miliardi (+7% rispetto a fine 2020) e rappresenti il 65% delle masse amministrate. I coefficienti patrimoniali consolidati di risultano molto al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, al giro di boa di metà anno il Cet1 era al 16,9% e il Total Capital al 17,1%.

Le reti distributive (6.630 private banker) hanno conseguito una raccolta netta superiore a 8,5 miliardi (+36%), con una marcata progressione della raccolta netta di risparmio gestito, a 5,7 miliardi. Un trend che compensa abbondantemente la flessione accusata sul fronte dell’amministrato, sceso a 2,8 miliardi dai 4,5 miliardi della prima metà del 2020. (riporduzione riservata)

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