È aumentato in maniera esponenziale il numero di persone che vivono in aree esposte al rischio di inondazioni

Sono sempre di più le persone al mondo a vivere in zone esposte alle inondazioni: parliamo di una percentuale cresciuta di ¼ tra il 2000 e il 2018, ovvero 10 volte in più rispetto a quanto previsto nel 2000 dagli scienziati. In termini numerici si tratta di un aumento che riguarda 58 -86 milioni di individui, secondo i risultati di un’analisi effettuata da “Cloud to Street”, piattaforma di mappatura delle inondazioni appartenente al perimetro di Willis Towers Watson (WTW).

Dopo aver osservato le immagini satellitari quotidiane per considerare sia l’entità delle inondazioni che il numero di persone esposte a oltre 900 grandi eventi alluvionali registrati tra il 2000 e il 2018, i ricercatori hanno scoperto che sono state direttamente colpite dagli eventi tra 255 e 290 milioni di persone. In considerazione del numero crescente di eventi alluvionali, i ricercatori hanno concluso che c’è stato un aumento del 24% di popolazione mondiale esposta alle inondazioni dall’inizio del millennio.

L’analisi ha richiesto il perfezionamento dei dati geospaziali attraverso l’intelligenza artificiale e altri metodi, invece di affidarsi a stime ampiamente utilizzate dal settore assicurativo, ed è disponibile sul database Global Flood di Cloud to Street.

Bessie Schwarz, ceo della piattaforma Cloud to Street ha dichiarato: “Le inondazioni colpiscono più persone e più risorse rispetto a qualsiasi altro disastro causato dal clima. Il Global Flood Database aiuterà gli assicuratori a comprendere la natura mutevole del rischio di alluvioni e offrirà una copertura assicurativa più competitiva”.

Oggi, la maggior parte delle mappe riguardanti le inondazioni si basa su modelli che simulano le inondazioni in base ai dati disponibili sul terreno, come ad esempio i sensori di umidità. Richiedono però molto tempo e possono avere limitazioni sostanziali, mancando ad esempio eventi in aree storicamente non soggette a inondazioni.

Ciò rende più difficile colmare il divario assicurativo nel mondo in via di sviluppo, dove circa il 90% delle perdite economiche dovute a disastri naturali rimane non assicurato, mettendo a maggior rischio le famiglie economicamente vulnerabili e rallentando gli sforzi di recupero e ripartenza a seguito di fenomeni calamitosi.

“Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizioni di governi e assicuratori uno strumento che consente di proteggere milioni di persone e miliardi di beni che prima d’ora non mai stato possibile proteggere”, ha aggiunto Schwarz.

I risultati di altri studi recenti mostrano che quasi il 90% degli eventi alluvionali si verifica nel sud e sud-est asiatico, con grandi bacini come il Gange-Brahmaputra che hanno il maggior numero assoluto di persone esposte al rischio alluvione.

Entro il 2030, si prevede che il cambiamento climatico e demografico aggiungerà ulteriori 25 Paesi ai 32 già soggetti a inondazioni crescenti.

I nuovi dati satellitari hanno anche scoperto aumenti precedentemente non identificati nell’esposizione alle inondazioni in Asia meridionale, America Latina meridionale e Medio Oriente.

Simon Young, senior director del Climate and Resilience Hub di WTW, ha dichiarato: “La collaborazione tra Cloud to Street e Willis Research Network sta già andando oltre le nostre aspettative, in particolare nella ricerca e nello sviluppo di strumenti per comprendere meglio il rischio di alluvioni e mitigare il impatto economico delle inondazioni per le comunità di tutto il mondo”.

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