di Anna Messia
Axa è ripartita sprint dopo le fasi acute della pandemia. Nel primo semestre di quest’anno il gruppo assicurativo francese ha messo a segno un utile netto di 4 miliardi di euro, in crescita del 180% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando aveva registrato un onere di 1,5 miliardi di euro a seguito di un’impennata delle richieste di risarcimento legate alla pandemia, e del 71% rispetto allo stesso periodo del 2019, quindi prima della crisi del Covid-19. I ricavi sono aumentati del 3% a 53,9 miliardi e il risultato operativo del 93% a 3,6 miliardi. Numeri che hanno portato il cda a proporre il rinnovo del mandato di Thomas Buberl quale membro del board e chief executive officer del gruppo per altri quattro anni e su cui ha pesato positivamente anche l’Italia che ha avuto una crescita della raccolta netta delle polizze auto e di quelle legate alla famiglia.

Nel primo semestre i premi lordi totali arrivati dalla Penisola, sia Vita sia Danni, sono stati in particolare pari a 2,49 miliardi, praticamente stazionari rispetto allo stesso periodo del 2021. In Italia si è appena insediato come ceo Giacomo Gigantiello che ha preso il posto di Patrick Cohen, nominato nel frattempo ceo di Axa in Francia. Per Gigantiello, che prima di arrivare in Italia è stato responsabilità del coordinamento strategico delle entità del gruppo Axa in Svizzera, Inghilterra, Irlanda, Spagna e più recentemente del Messico, la sfida è subito evidente. In ballo in Italia c’è infatti il riassetto del Monte dei Paschi di Siena che di Axa è partner bancassicurativo fin dal 2007. L’alleanza è stata rinnovata nel 2016 fino al 2027 ma potrebbe finire prima se Unicredit decidesse di andare fino in fondo nella sua offerta per Mps e se è vero che, in caso di cambio di controllo dell’azionista di Siena, Axa potrebbe esercitare l’opzione put da 1 miliardo è altrettanto vero negli sportelli della banca toscana transitano circa oggi due terzi della raccolta Vita della compagnia francese in Italia e la quota sta crescendo anche nel Danni. Mentre il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha già dichiarato che non intende farsi carico dei costi di eventuali scioglimenti delle partnership di Siena. (riproduzione riservata)
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