LA MOSSA PREVISTA DAGLI ACCORDI DI RIMODULAZIONE DEL DEBITO. MA ALLO STUDIO C’È ANCHE UN AUMENTO DI CAPITALE. LE SCELTE DEI SOCI
di Luca Gualtieri
Sono mesi movimentati nella compagine azionaria di Unipol. In attesa di sviluppi sul fronte del consolidamento, i grandi azionisti del gruppo bolognese si stanno riposizionando. Se nelle scorse settimane la holding Koru è salita al 3,34% del capitale, novità rilevanti potrebbero arrivare da Holmo, il veicolo che riunisce alcuni degli stakeholder storici e che oggi blinda il 6,7% dell’azionariato. Il riassetto societario che nel 2016 ha portato alla scomparsa della cassaforte Finsoe ha lasciato sulle spalle di Holmo una eredità assai impegnativa. Un’eredità che oggi potrebbe spingere il veicolo (partecipato da una ventina di investitori tra cui Manutencoop, Cefla, Unicoop, Sacmi e Granlatte) ad assottigliare la propria presenza nel capitale di Unipol. L’accordo di rimodulazione del debito verso Mps e Carige raggiunto nel 2017 prevedeva infatti che, al decorrere di una determinata scadenza temporale, la società avviasse una procedura di vendita sul mercato delle azioni Unipol di sua proprietà. Nel dettaglio la cessione avrebbe dovuto avvenire a un valore pari al maggiore «tra un prezzo determinato secondo le migliori condizioni di mercato e un prezzo sufficiente a consentire» l’abbattimento del debito, come spiega l’ultima relazione di bilancio. In base alle clausole di quegli accordi, per Holmo l’obbligo di attivarsi per la vendita delle azioni Unipol è scattato alla fine del 2020 e nei mesi scorsi il veicolo ha conferito a Mediobanca l’incarico per l’operazione. In conseguenza di questa scelta, nella redazione del bilancio 2020 Holmo ha cambiato la destinazione della quota, precedentemente iscritta tra le immobilizzazioni finanziarie e ora riclassificata nell’attivo circolante. La conseguenza è stata una riduzione di valore della partecipazione per 446 milioni, derivante dal confronto tra il valore iscritto al costo e quello di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato. Una scelta che ha zavorrato il conto economico con una perdita di 450,6 milioni, mentre il patrimonio netto è sceso in territorio negativo per 72,3 milioni. Occorre peraltro ricordare che, nei documenti allegati al bilancio, Holmo fa riferimento anche al possibile lancio di un aumento di capitale che consentirebbe di stabilizzare l’indebitamento (a fine 2020 l’esposizione verso banche si attestava a 153 milioni) senza intaccare eccessivamente la quota Unipol. (riproduzione riservata)
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