di Francesca Gerosa
Il titolo Aviva ha raggiunto i massimi delle ultime otto settimane ieri alla borsa di Londra a quota 425,80 pence dopo che la compagnia britannica ha annunciato che restituirà almeno 4 miliardi di sterline agli azionisti, in seguito alle pressioni dell’azionista nonché la più grande società di investimenti attivisti in Europa, Cevian Capital (detiene il 5% del capitale), che a giugno di quest’anno aveva suggerito alla società di restituire 5 miliardi di sterline di capitale in eccesso nel 2022. L’azione è salita ieri del 3,7% a 422,10 pence, trascinando al rialzo l’Euro Stoxx 600 Assicurazioni (+0,97%). In effetti, Aviva, che ha le sue principali attività in Gran Bretagna, Canada e Irlanda, è seduta su un tesoretto da 7,5 miliardi di sterline derivante dalla vendita di otto aziende in tutto il mondo dalla nomina di Amanda Blanc a ceo nel luglio 2020. In precedenza, aveva già assicurato che prevedeva di premiare gli azionisti senza, però, fare riferimento a una cifra precisa.

Ora 4 miliardi di sterline agli azionisti per Cevian Capital sono un «buon inizio», ma non bastano. «Il ritorno di almeno 4 miliardi di sterline di capitale in eccesso entro giugno 2022 non sono sufficienti per affrontare la sovracapitalizzazione», ha ribadito Niko Pakalén, partner di Cevian Capital. Per gli analisti di JP Morgan l’annuncio del buyback probabilmente porterà a un re-rating dell’azione nei prossimi sei mesi, da qui la conferma del rating overweight (sovrappesare). Nei primi sei mesi di quest’anno Aviva ha registrato una perdita netta di 232 milioni di sterline a fronte dell’utile di 821 milioni del 2020. Viceversa, l’utile operativo è cresciuto a 725 milioni dai 621 milioni di un anno fa, deludendo, però, il consenso fornito dalla società di 781 milioni. I premi lordi sono aumentati a 6,08 miliardi (5,82 miliardi nel primo semestre 2020). Il cda ha, infine, annunciato un acconto sul dividendo di 7,35 pence ad azione, in aumento del 5%, ma al di sotto della previsione di 7,37 pence, con un Solvency II ratio pari al 203%. (riproduzione riservata)
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