di Andrea Settefonti
«Sei milioni di euro di danno alle uve che si traducono in 20 milioni in valore per le bottiglie di vino». Mentre i tecnici del Consorzio della Valpolicella sono nei campi per una valutazione di quanta devastazione hanno prodotto pioggia e grandine, il presidente Christian Marchesini spiega a ItaliaOggi gli effetti che ci saranno da questo disastro ambientale che si è abbattuto sulla zona di Verona. «Siamo fortunati perché l’Amarone si ottiene attraverso una cernita delle uve e abbiamo le capacità per scegliere i chicchi migliori per la produzione del nostro vino. Quello che preoccupa, invece, sono le difficoltà legate all’effetto Covid nel reperire personale che proveniva dall’Est Europa e che era stato formato proprio per questo tipo di selezione. Dovremo rimboccarci le maniche, ma ce la faremo». Per quanto riguarda le zone della Valpolicella colpite, si tratta di 400 ettari, circa il 4% dell’intera denominazione che conta 8.300 ettari, e, continua Marchesini si tratta di «danni molto pesanti, ma limitati. I pochi ettari che sono stati colpiti rilevano perdite molto importanti e non più recuperabili, visto che mancano pochi giorni alla vendemmia. Per fortuna, però il danno è relativo ad una annata di lavoro; a Verona ci sono attività che si sono viste spazzare via il lavoro di una vita». In particolare ad essere colpiti e significativamente danneggiati in termini di resa, sono stati i Comuni di San Pietro in Cariano e Verona, 2 su 19 dell’intera denominazione. Per quanto riguarda la vendemmia che sta per iniziare, «l’annata si presenta buona nel suo insieme, la differenza la farà il prossimo mese quando ci aspettiamo un clima favorevole. Anche per quanto riguarda le giacenze, sono in linea con gli altri anni; durante il lockdown abbiamo avuto un andamento positivo dell’imbottigliamento. E comunque sia, l’Amarone ha capacità importanti di affinamento e invecchiamento. Inoltre, dai rumors di mercato, il prezzo delle uve non subirà contrazioni». Per tornare all’evento meteo, Confagricoltura Verona evidenzia come si tratti «di danni al patrimonio ambientale: soprattutto alberature, olivi e vigne e alberi da frutto. Gli agricoltori devono purtroppo fare i conti con eventi imprevedibili, frequenti e di forte intensità e abituarsi considerare il proprio lavoro in maniera diversa», sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona. Il maltempo non ha colpito però soltanto i vigneti del veronese ma, evidenzia Coldiretti, anche i kiwi. E poi ha toccato anche la zona di Modena con i vigneti di Lambrusco Salamino e le pere Abate dop. Inoltre sott’acqua sono finite intere coltivazioni di ortaggi e soia con allagamenti di ricoveri e stalle. Per Andrea Lavagnoli presidente di Cia Verona, quella registrata nelle campagne è «una mazzata», e «per quanto limitati, i danni provocati dal nubifragio di domenica pomeriggio lasceranno strascichi pesanti». Per fortuna, «dal punto di vista agricolo i danni sono circoscritti». Cia segnala, inoltre, danni anche nel padovano e in provincia di Vicenza.

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