Il COVID-19 ha rappresentato per i broker (e agli intermediari in generale) grandi sfide, ma anche opportunità, perché si trovano di fronte ad una crescente domanda di cyber insurance, pur trovandosi essi stessi a confrontarsi con le proprie capacità digitali.

L’indagine sulle assicurazioni per le PMI condotta da GlobalData nel 2019 nel Regno Unito ha rilevato che il 46,2% delle polizze cyber per le PMI è stato distribuito dai broker nel 2019, evidenziando come questa sia una grande opportunità per loro.

L’indagine evidenzia come per i broker il cyber sia una linea di prodotti chiave, dato che solo il 34% dei dipendenti si aspetta di tornare in ufficio a tempo pieno dopo il lockdown, il che aumenta significativamente i rischi per la sicurezza informatica.
Le aspettative dei dipendenti nei confronti degli accordi di lavoro sono cambiate, il che significa che il lavoro a distanza si confermerà anche in futuro. Questa è un’opportunità da cui gli esperti di cyber insurance possono trarre vantaggio.

Le imprese si affideranno alla consulenza di terzi per l’acquisto di  cyber insurance, in quanto si tratta di un nuovo prodotto che comporta rischi più complessi. I broker che acquisiscono competenze in questo settore avranno un vantaggio rispetto alla concorrenza. Tuttavia, molti broker sono stati lenti nell’adattare le tecnologie digitali, il che li ostacolerà in un mondo sempre più virtuale.

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