di Luca Gualtieri
Leonardo Del Vecchio e il top management di Mediobanca sonderanno la possibilità di una pacifica convivenza. Questa è l’ipotesi che ieri circolava nella city milanese all’indomani dell’ok della Bce a Delfin. Superato lo sbarramento della banca centrale, la cassaforte lussemburghese di Mister Luxottica scatterà presto oltre il 9,9% per attestarsi presumibilmente al 13-14% in vista dell’assemblea di ottobre. Gli acquisti non dovrebbero però essere imminenti, non solo perché il titolo Mediobanca ha ormai quasi riguadagnato i valori pre-Covid ma anche perché una salita troppo irruente potrebbe suonare ostile.

Piuttosto, nelle prossime settimane Del Vecchio potrebbe avviare un dialogo con il vertice di Mediobanca, a partire dall’amministratore delegato Alberto Nagel, non solo per discutere le finalità dell’investimento, ma anche per approfondire le strategie della merchant bank in vista della scadenza del cda. Al momento in agenda non c’è ancora nulla di fissato, ma i toni cordiali della telefonata di mercoledì 26 tra Mister Luxottica e il ceo sono stati letti come un segnale incoraggiante. Tanto più che il primo azionista di Mediobanca insiste da tempo sulla natura non ostile dell’investimento e sul valore puramente finanziario della partecipazione. Così del resto Delfin si è presentata nei mesi scorsi alla Bce, lasciando intendere di non essere interessata a esercitare funzioni di controllo. A dimostrazione di ciò la holding (ben consigliata dall’avvocato Sergio Erede) non presenterà una lista alla prossima assemblea, non essendo interessata a una rappresentanza diretta nel nuovo board. Vero è però che l’inserimento di candidati di Delfin nella lista del cda uscente (attesa per mercoledì 16 settembre, insieme alle modifiche statutarie) sarebbe il suggello ideale per un agreement. Per il momento si tratta di un’ipotesi che non trova conferme ufficiali né in Piazzetta Cuccia, né nell’entourage di Del Vecchio ma qualcuno ci sta ragionando. Anche perché, in assenza di un’intesa, in assemblea Delfin dirotterà quasi certamente il proprio voto sulla lista di Assogestioni (che dovrebbe ricandidare Angela Gamba e Alberto Lupoi).

Sostenuta da Mister Luxottica la formazione dei fondi potrebbe a quel punto incalzare quella del board o perfino superarla come accaduto per Unicredit nel 2015. Se insomma la rosa del cda è già di fatto pronta (dovrebbero uscire soltanto Alberto Pecci e Marie Bolloré), non è escluso che nelle prossime settimane venga riaperta per inserire qualche nome gradito a Del Vecchio.

Trovare dei candidati sarebbe a quel punto l’ultimo dei problemi per Mister Luxottica che già nei mesi scorsi avrebbe sondato la disponibilità di banker del calibro di Vittorio Grilli e Luigi De Vecchi. La partita insomma è aperta. Tanto più che all’assise del 28 ottobre potrebbe essere presentata anche una terza lista oltre a quelle del cda e di Assogestioni. Indiscrezioni in tal senso si rincorrono da settimane e l’indiziato principale rimane Bluebell Partners, il fondo inglese guidato da Giuseppe Bivona e Marco Taricco e presieduto da Francesco Trapani (ex Bulgari) che nei mesi scorsi aveva criticato la strategia di Mediobanca. Al momento Bluebell non risulta azionista di Piazzetta Cuccia e non si ha notizia di proxy advisor ingaggiati, ma è vero che basterebbe soltanto l’1% del capitale per presentare una lista. Qualcuno peraltro ricorda il legame tra il fondo inglese ed Elliott che proprio un paio di anni fa aveva messo sotto la lente Piazzetta Cuccia. Oggi. tuttavia, appare assai improbabile che l’hedge fund di Paul Singer possa riprendere in mano il dossier. (riproduzione riservata)

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