Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Performance dei mercati e raccolta riportano il patrimonio di competenza delle reti di consulenza finanziaria sopra quota 600 miliardi di euro, ai livelli pre-Covid. A fine giugno, in base ai dati Assoreti, gli asset delle società di distribuzione che fanno parte dell’associazione delle reti di distribuzione finanziaria sono saliti a 614,6 miliardi grazie alla raccolta netta realizzata nel trimestre (10,8 miliardi) e, soprattutto, ai rendimenti dei prodotti che compongono il portafoglio dei clienti delle reti che hanno registrato una crescita del 7,7% rispetto a marzo, facendo risalire il patrimonio complessivo vicino ai livelli massimi di dicembre 2019 (619,8 miliardi) sulla scia del recupero dei mercati, dopo la rilevante caduta del primo trimestre chiuso a 570,6 miliardi per via dei crolli di tutte le asset class a seguito dello scoppio della pandemia.
Chiusa l’opas di Intesa Sanpaolo su Ubi, ora Unipol scalda i motori per entrare nel riassetto bancario. Non solo come azionista principale di Bper (con il 19,73%), chiamata a rilevare le 532 filiali di Ubi che l’Antitrust ha imposto a Intesa di mettere sul mercato. Ma anche perché, come noto, lo scorso febbraio il gruppo guidato da Carlo Cimbri ha sottoscritto un accordo con la banca guidata da Carlo Messina per rilevare gli asset assicurativi di Ubi che fanno capo agli sportelli da cedere a Bper. L’impegno di Unipol, come scrivevano le parti a febbraio, è «all’acquisizione, direttamente o per il tramite di società controllata, di rami d’azienda riferibili a una o più compagnie assicurative attualmente partecipate da Ubi Banca (BancAssurance Popolari, Lombarda Vita, partnership con Cattolica, e Aviva Vita con gli inglesi di Aviva, ndr), composti da polizze assicurative Vita stipulate con i clienti del ramo bancario». L’ipotesi che appare più plausibile è che a rilevare il portafoglio assicurativo non sia direttamente Unipol ma Arca Vita, compagnia controllata al 63,4% dal gruppo bolognese e che tra gli altri azionisti ha Bper (19,67%) e Banca Popolare di Sondrio (14,84%). Un pacchetto di polizze che evidentemente si è allargato rispetto alle ipotese iniziali che parlavano circa 400-500 filiali, visto che l’Antitrust nel concedere il via libera ha chiesto di alzare l’asticella a 532 sportelli. Le filiali, già identificate con precisione, si trovano soprattutto in Lombardia ma anche in Piemonte, Liguria e Marche.
Leonardo Del Vecchio e il top management di Mediobanca sonderanno la possibilità di una pacifica convivenza. Questa è l’ipotesi che ieri circolava nella city milanese all’indomani dell’ok della Bce a Delfin. Superato lo sbarramento della banca centrale, la cassaforte lussemburghese di Mister Luxottica scatterà presto oltre il 9,9% per attestarsi presumibilmente al 13-14% in vista dell’assemblea di ottobre. Gli acquisti non dovrebbero però essere imminenti, non solo perché il titolo Mediobanca ha ormai quasi riguadagnato i valori pre-Covid ma anche perché una salita troppo irruente potrebbe suonare ostile.
Come era stato previsto, la Vigilanza unica ha autorizzato l’aumento della partecipazione della Delfin di Leonardo Del Vecchio fino al 20% di Mediobanca. Non è vero, dunque, che vi è «Hannibal ante portas». È vero invece che si applica il «cucciano» titolo quinto: chi ha i soldi ha vinto. Sin dall’origine, conoscendo la normativa e la prassi applicativa, non poteva esservi dubbio sull’autorizzazione, come ripetutamente sostenuto su queste colonne, quasi solitariamente. Nel frattempo si sono affestallati invece per mesi sedicenti argomenti e immotivati timori, probabilmente ben orchestrati da un’attenta ma poco competente regìa che evocava l’avvento del «mal francese», ossia la possibilità di una colonizzazione di Mediobanca (dunque occorreva lottare, senza tema del ridicolo, per la sua indipendenza, ma non piuttosto per le poltrone dei manager). Si è arrivati fino a concepire una strampalata norma che avrebbe dovuto attribuire a Consob il golden power nei confronti di assalti a Mediobanca, magari provenienti da Oltralpe, una norma poi saggiamente espunta dal decreto Agosto, ma che alcuni ancora sperano, affrontando un’immaginaria pugna, di poterla reintrodurre nel corso della conversione parlamentare del decreto. Insomma, una sorta di nemesi storica: Mediobanca, che con Cuccia era la esaltazione del ruolo dei privati, ricorrerebbe alla mano pubblica per fronteggiare ipotetici nemici. L’esame compiuto a Francoforte riconduce, al contrario, questa vicenda nei suoi corretti ambiti. Sarebbe stato assurdo pretendere un diniego del via libera, che facilmente sarebbe stato rovesciato in sede giurisdizionale a favore di Delfin. Dunque la vicenda è anche una lezione per il futuro.

 

  • A giugno in Europa i fondi hanno raccolto 108 miliardi
In giugno le vendite nette di fondi Ucits e di prodotti di finanza alternativa in Europa hanno raggiunto quota 108 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 84 miliardi contabilizzati al termine del mese precedente. È quanto ha ufficializzato ieri l’Efama, associazione che raduna i player del mercato europeo specializzati nella gestione degli investimenti. Stando alle rilevazioni mensili, in particolare, i fondi Ucits hanno registrato una raccolta netta in aumento da 78 a 100 miliardi. Escludendo dal computo i prodotti di liquidità, la raccolta di periodo segna comunque un progresso da 46 a 52 miliardi. Guardando alla tipologia di fondi sottoscritti, i comparti azionari hanno visto raddoppiare le nuove masse in ingresso da otto a 17 miliardi, mentre i fondi specializzati nel reddito fisso hanno registrato una raccolta in flessione da 35 a 30 miliardi. Le linee monetarie hanno poi attratto 48 miliardi, in netta crescita rispetto ai 32 miliardi riportati a fine maggio. Nel complesso, le consistenze gestite dai fondi in Europa sono aumentate dell’1,8% a livello congiunturale, attestandosi a 17.156 miliardi.
  • Rc Auto, più sottoscrizioni via cellulare
Lo smartphone è sempre più usato anche per sottoscrivere un contratto assicurativo. Tra chi stipula la polizza online, quasi quattro persone su dieci hanno acquistato infatti l’Rc Auto dal proprio telefono nei primi sette mesi del 2020. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Prima.it, che rileva che tra gennaio e luglio di quest’anno a utilizzare lo smartphone per acquistare una polizza auto, moto o furgone è stato il 36,8% dei clienti online, rispetto al restante 63,2% che ha utilizzato il pc. Proporzione che non è cambiata nemmeno con il lockdown che ha costretto in casa milioni di automobilisti e motociclisti tra il 10 marzo e il 4 maggio scorsi. Infatti le percentuali sono variate poco: in quarantena il 35,3% ha utilizzato lo smartphone per la polizza contro il 64,7% che ha usato il pc. Tornando ai numeri dei primi sette mesi del 2020, l’utilizzo del telefono resta un fatto anagrafico: per stipulare l’assicurazione viene utilizzato di più dai giovani under 30 (45%), seguiti da 30-50enni (42,3%) e over 50 (29,9%).

Aumentano le richieste di mutui (+48%), prestiti finalizzati (+245%) e prestiti personali (+50%). L’incremento si registra raffrontando i dati di luglio a quelli emersi nel corso del lockdown. Il dato è in contro-tendenza rispetto ad altri indicatori. Infatti, giunge nonostante Bankitalia abbia certificato al 14 agosto scorso la presentazione al sistema bancario di 2,7 mln di richieste di moratoria dei prestiti per un monte finanziamenti complessivo di 300 mld di euro (istanze dalle famiglie per 95 mld e dalle società non finanziarie per 196 mld). Le istanze di «congelamento» sono giunte a seguito delle opportunità offerte dai decreti legge Cura Italia e Liquidità. Eppure, il paese contemporaneamente ha espresso altri segnali, positivi, che comunque non compensano il divario causato dalla pandemia. Infatti, il confronto tra luglio e i mesi pre lockdown evidenzia altri trend: -3,89% per i mutui, +14,19% per il prestito finalizzato; -18,82% per il prestito personale.
Siamo alla vigilia del venticinquesimo anniversario della fondazione delle Casse di previdenza cosiddette del 103, dal decreto legislativo che le istituì a favore di quelle professioni che nel 1996 erano prive di un proprio ed autonomo sistema di previdenza: gli agronomi, i forestali, gli attuari, i biologi, i chimici, i fisici, i geologi, gli infermieri, i periti agrari, i periti industriali e gli psicologi. I principi che ne ispirarono la costituzione sono sintetizzabili in alcuni articoli del dlgs 509/1994 a cui lo stesso dlgs 103/1996 fa riferimento. Appare chiaro come la volontà del legislatore fosse quella di creare organismi privati autonomi, che provvedessero alla gestione della previdenza dei propri iscritti. Una gestione a valenza pubblica, da condurre nel rispetto dei principi della trasparenza e delle regole di vigilanza e controllo in capo allo Stato, ma senza alcun aiuto pubblico. A questi enti è stata dunque attribuita una delega totale alla gestione della previdenza dei liberi professionisti. A tirare le prime somme di questo sistema previdenziale è il presidente dell’Eppi – l’Ente dei periti industriali – Valerio Bignami: «Dopo 25 anni, non si può non constatare che i principi alla base del sistema di metodo contributivo e l’autonomia gestionale degli enti del 103 siano stati sovvertiti. Di fatto, la privatizzazione consiste solo nel continuare a non usufruire di finanziamenti diretti ed indiretti da parte dello stato, e, al contempo, a dover rispondere dei risultati di gestione e organizzazione contabile. Di fatto, tutta l’attività delle nostre casse è stata ricondotta alle regole, alle norme, e alle procedure tipiche degli enti pubblici».
  • Rc Auto via telefonino per 4 italiani su 10 
Smartphone sempre più usato per stipulare online la propria Rc Auto: quasi 4 italiani su 10 hanno acquistato la polizza dal telefono nei primi 7 mesi del 2020. Il dato emerge da un report dell’Osservatorio Prima.it, che ha rilevato come, tra gennaio e luglio, a utilizzare lo smartphone per acquistare una polizza auto, moto o furgone è stato il 36,8% dei clienti online, rispetto al 63,2% che ha utilizzato il pc. La proporzione non è cambiata nemmeno col lockdown che ha costretto in casa milioni di automobilisti e motociclisti tra il 10 marzo e il 4 maggio: in quarantena il 35,3% ha utilizzato lo smartphone per la polizza, contro il 64,7% che ha usato il pc. Tornando ai primi 7 mesi del 2020, l’uso del telefono è per lo più una caratteristica anagrafica: per stipulare l’Rc Auto viene utilizzato soprattutto dai giovani under 30 (45%), seguiti da 30-50enni (42,3%) e over 50 (29,9%). Le regioni italiane più «smart» sono Valle d’Aosta (46,4%), Friuli Venezia Giulia (45,9%), Lombardia (44,4%), Emilia-Romagna (44,3%) e Sardegna (43,5%); quelle che usano meno il cellulare per la polizza sono Campania (25,9%), Sicilia (26,9%), Molise (31,8%), Puglia (32,2%) e Abruzzo (32,8%)

corsera

  • Vittime e danni nella scia di «Laura»
Quattro morti e numerosi feriti in Louisiana, nella scia dell’uragano Laura. Ma il bilancio, purtroppo, è provvisorio. Venti a 240 chilometri orari hanno sollevato un muro d’acqua dal mare, travolgendo Lake Charles, una cittadina di 80 mila abitanti, sulla strada per Houston. È stata una delle più violente tempeste a colpire il litorale che si affaccia sul Golfo del Messico. La distruzione si è spinta in profondità nell’entroterra. Livello di forza 4, su una scala che arriva al massimo di 5. A Leesville, 160 km dalla costa, un albero è caduto su una casa, sfondando il tetto e uccidendo una ragazza di 14 anni. Anche le altre vittime sono state colpite da tronchi sradicati dal vento: un cinquantunenne che viveva nel villaggio di Jackson, a nord di Baton Rouge; un sessantottenne ad Acadia, a una ottantina di chilometri da Lake Charles e, nella stessa zona, una donna di 64 anni. Il fronte dell’emergenza, dunque, si estende per almeno 200-300 chilometri da est a ovest. L’epicentro sembra Lake Charles, da dove arrivano le immagini di un impianto chimico in fiamme. Alte colonne di fumo bianco: l’incendio sarebbe divampato, mentre i tecnici stavano cercando di contenere una perdita di cloro Il Governatore della Louisiana, il democratico John Bel Edwards, ha chiesto agli abitanti di non uscire, di tenere le finestre chiuse e di spegnere l’aria condizionata. Circa 600 mila persone sono rimaste senza corrente in Louisiana e nel Texas, secondo i dati raccolti dal sito PowerOutage.Us. Saltati anche i collegamenti telefonici, assicurati da reti obsolete, cavi tirati tra vecchi pali a vista.

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  • Mediobanca, Del Vecchio al 20% Ora studierà la nuova strategia
Leonardo Del Vecchio è giustamente soddisfatto: la Bce ha appena autorizzato la sua Delfin a salire oltre 10 e fino al 20% di Mediobanca, permettendogli così di «mettere il cappello» alle Generali, racconta una fonte qualificata che gli ha parlato nelle ultime ore. E ora cosa succederà, si chiedono in molti nell’ambito della finanza. Del Vecchio regolerà i suoi conti con il management di Mediobanca o se ne starà buono e tranquillo da primo azionista e socio importante di Generali? Una via di mezzo, riferisce la fonte. A breve saranno difficili nuovi acquisti in Borsa di azioni Mediobanca per arrotondare l’attuale 9,9%, semplicemente per il fatto che in Italia ma anche in giro per il mondo, causa Covid, lo scenario economico è molto incerto. Dunque la parola d’ordine è prudenza, prima di fare nuovi investimenti finanziari, aspettando che si trovi un vaccino. Inoltre, non avendo intenzione di interferire nella nomina del nuovo cda, che verrà rinnovato il 28 ottobre dai soci sulla base di una lista presentata da quello uscente, la sede naturale dove Del Vecchio potrà far sentire il suo peso sarà solo l’assemblea degli azionisti. Quello che invece potrebbe fare Del Vecchio è architettare una nuova strategia per il futuro di Mediobanca – sebbene lui giuri di non averla ancora in testa – e poi discuterla con il management per vedere se la recepisce.

  • Risparmio gestito, commissioni record
Un toccasana per i bilanci delle società del risparmio gestito, un onere rilevante (spesso non del tutto percepito) per i portafogli dei risparmiatori, una voce da disciplinare e da uniformare a livello europeo per i regolatori. Le commissioni di performance o di incentivo, i costi aggiuntivi che vengono applicati ai fondi di investimento in caso di rendimenti positivi in termini assoluti o rispetto a un benchmark, sono un argomento destinato inevitabilmente a sollevare discussioni. Di certo il loro contributo è rilevante per l’industria, a livello europeo come in Italia, dove nel 2019 hanno sfiorato il miliardo di euro totalizzando oltre un terzo degli utili netti realizzati dalle Sgr nell’intero esercizio.
  • Pensioni estere più ricche anche se c’è un assegno Inps

Handelsblatt

 

  • Le compagnie di assicurazione temono più truffatori a causa della crisi Coronavirus
Durante la crisi economica, alcune persone potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie. Il settore assicurativo teme un aumento delle frodi e se le persone si trovano in difficoltà finanziarie a causa della pandemia di Covid, potrebbero vedere un’ultima risorsa: la frode assicurativa. Almeno gli assicuratori tedeschi lo temono. L’Associazione dell’industria assicurativa tedesca (GDV) vede indicazioni che attualmente ci sono più tentativi di frode. “Stiamo notando, sia nel settore privato che in quello commerciale, che sono state segnalate altre sospette richieste di risarcimento fraudolente”, ha affermato giovedì Rüdiger Hackhausen, presidente della Commissione per la lotta alla criminalità nella GDV.