Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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La crisi pandemica costa 6 miliardi di dollari agli azionisti delle quotate italiane. Stando allo Janus Henderson Global Dividend Index, nel secondo trimestre le società di Piazza Affari hanno staccato cedole per 4,2 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro), il 59% in meno rispetto ai 10,3 miliardi distribuiti fra aprile e giugno del 2019. Al calo ha contribuito sia la cancellazione dei dividendi da parte delle società più danneggiate dal Covid-19 sia il rinvio dei pagamenti ai soci imposto dalle autorità di vigilanza europee alle società finanziarie, banche in particolare. Il solo annullamento del dividendo di Intesa Sanpaolo ha abbattuto il monte cedole di Piazza Affari di un terzo. Non è andata molto meglio agli investitori nelle altre piazze europee, che hanno visto la loro remunerazione scendere del 44,5% rispetto al secondo trimestre 2019, da 150,3 a 83,4 miliardi di dollari. A livello globale il calo è stato più contenuto, un -22% che comunque equivale a un ammanco per i soci di 108 miliardi rispetto all’anno scorso (382,2 contro 490,9 miliardi di dollari). Merito dell’apporto stabile delle quotate nordamericane (134 miliardi), che ha in parte compensato il tracollo nel Vecchio Continente.
C’era bisogno di aprire a investitori esterni per soddisfare in tempi brevi le richieste dell’Ivass di aumentare il capitale di Cattolica di 500 milioni e, in ogni caso, la stragrande maggioranza dei soci della compagnia assicurativa è d’accordo con le scelta di far entrare Generali nell’azionariato con il 24,4% del capitale, che ha comportato la limitazione del diritto di opzione. Sono queste, in sintesi, le motivazioni che hanno portato il giudice del Tribunale delle Imprese di Venezia, Lina Tosi, a respingere la richiesta di sospensiva della delibera di aumento di capitale approvata lo scorso 27 giugno dall’assemblea della compagnia guidata dall’amministratore delegato Carlo Ferraresi. Un ricorso avanzato da 34 soci rispetto ai 18.617 iscritti a libro di Cattolica, scrive Tosi nell’ordinanza, aggiungendo che quindi «la stragrande maggioranza dei soci non è impugnante e deve dunque ritenersi adesiva al progetto insito nella deliberazione».
  • Generali prima italiana nel Fortune 500
Generali è prima tra le imprese italiane nella Fortune Global 500 del 2020, posizionandosi al 66° posto (nel 2019 la compagnia assicurativa triestina era al 92°). Oltre al Leone, Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Poste Italiane sono le aziende che rappresentano il Paese nella Fortune Global 500, il ranking di Fortune.com delle maggiori aziende mondiali, ordinate per ricavi. A vantare il dato migliore è appunto Generali: passando nel 2019 a 105,9 miliardi di dollari di ricavi, con un aumento del 20,1%, il gruppo ha fatto un balzo dalla posizione 92 alla 66. Da segnalare poi che Exor, la holding olandese degli Agnelli che controlla il gruppo Fiat-Chrysler, si è classificata al 28° posto perdendo quattro posizioni.
  • Axa e Bharti fondono le attività in India
La compagnia assicurativa francese Axa ha raggiunto un accordo con il conglomerato indiano Bharti per la fusione delle proprie operazioni di assicurazione non Vita in India. Nello specifico, Bharti Axa General Insurance Company, di cui Axa e Bharti detengono rispettivamente il 49% e il 51% , sarà incorporata in Icici Lombard General Insurance Company. L’operazione dovrebbe concludersi entro il quarto trimestre del 2021. Sia Axa che Bharti riceveranno 35,8 milioni di azioni di Icici Lombard, che rappresentano 521 milioni di euro in base all’attuale valore di mercato. Axa ha aggiunto infine che la transazione dovrebbe aggiungere circa 200 milioni di euro al suo utile netto 2021.

  • Cattolica, l’aumento è legittimo
Il giudice del tribunale delle imprese di Venezia, Lina Tosi, ha depositato il provvedimento con il quale è stata respinta la richiesta di 34 soci di Cattolica assicurazioni relativa alla sospensione della delibera dell’assemblea del 27 giugno che ha delegato il cda ad aumentare il capitale fino a 500 milioni di euro. La compagnia ha precisato che il 4 agosto il board «ha deliberato l’esercizio della delega in parte, vale a dire per 300 milioni di euro, a favore di Generali e in parte, per i restanti 200 milioni di euro, a favore degli azionisti tutti. L’operazione con Generali prosegue quindi come previsto dagli accordi a suo tempo stipulati e comunicati». Il provvedimento del tribunale rinvia alla fase del merito per la liquidazione delle spese a carico dei soci richiedenti

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  • Cortina, fiumi di fango in strada. A Verona danni per milioni
Nel giorno in cui Verona raccoglie i cocci della violenta tempesta di domenica sera, un’altra bomba d’acqua colpisce il Veneto: questa volta a Cortina d’Ampezzo. Anche in questo caso, pochi ma intensissimi minuti di acqua e vento, sufficienti a trasformare molte strade della Regina delle Dolomiti in veri e propri torrenti di fango. Alcuni rii minori della cittadina sono esondati e si contano molti scantinati invasi dalla pioggia. Una cinquantina gli interventi dei Vigili del fuoco. Verona, intanto, conta i danni: il cipresso di Goethe, il maestoso albero del Giardino Giusti alla cui ombra lo scrittore tedesco si sarebbe fermato per riposare mentre era in viaggio verso Venezia, è stato sventrato dalla furia del vento. I vetri di Palazzo Barbieri, sede del Comune in piazza Bra, sono esplosi a causa della grandine. La strada che porta alle Torricelle, le colline all’orizzonte dell’Arena, è stata chiusa perché quando i tronchi non sono abbattuti, sono pericolanti al punto da mettere a rischio le storiche mura: alcuni sono caduti sulle case e sulle auto in sosta e solo per un caso non ci sono state vittime. Il governatore Luca Zaia ieri è arrivato in città per un sopralluogo, ha firmato lo stato di emergenza e oggi, in giunta, proporrà un primo stanziamento per fronteggiare l’emergenza. «Ho visto scene di devastazione, parliamo di decine di milioni di euro di danni — abbozza — paragonabili alla tempesta Vaia sulle Dolomiti».
  • Il welfare raddoppia (tra i sospetti del sindacato)
Raddoppia il limite massimo per il welfare aziendale «unilaterale», cioè concesso dal datore di lavoro senza un accordo con il sindacato. L’articolo 112 del decreto Agosto prevede che si passi da 258 a 516 euro, ma soltanto per il 2020. Si tratta di una somma da garantire ai dipendenti sotto forma di buoni spesa o benzina, per fare un paio di esempi. Con il vantaggio che su di essa non graveranno tasse. Se il datore di lavoro mette 100, 100 arriva nelle tasche del lavoratore. Non è escluso quindi che a Natale le aziende che non hanno subìto troppo la crisi o addirittura hanno gestito un superlavoro a causa dell’emergenza Covid approfittino dell’opportunità per garantire un premio detassato ai dipendenti. Ma nel sindacato l’unilateralità non piace. I metalmeccanici della Fim Cisl, guidati dal neosegretario Roberto Benaglia, chiedono che il raddoppio a 516 euro sia confermato per i prossimi anni ma vorrebbero anche che fosse collegato alla contrattazione. Al ministero dell’Economia si fa presente che la norma potrebbe offrire alle parti sociali uno strumento in più nel rinnovo dei contratti. Con l’ultimo accordo dei metalmeccanici, una parte dell’aumento venne garantito in welfare. Certo, le categorie che volessero cogliere l’opportunità dovrebbero chiudere il contratto entro l’anno. Un traguardo alla portata di pochi.
  • Dividendi, sarà l’anno peggiore dal 2009
Effetto Covid-19 anche sui dividendi. La crisi innescata dalla pandemia ha provocato la flessione delle cedole staccate. I dati emergono dal Global Dividend Index, un indice stilato dal gestore di fondi Janus Henderson. Nei tre mesi a giugno le cedole sono scese del 22%, facendo registrare il calo peggiore dal 2009. Il totale ammonta a 383,2 miliardi di dollari, con un calo pari a 108,1 miliardi: il livello più basso dal secondo semestre del 2012. Per il 2020 il crollo previsto oscilla tra il 19 e il 25%. Secondo Jane Shoemake, direttore degli investimenti della società, i dividendi pagati in tutto il mondo supereranno il tetto dei 1.000 miliardi di dollari, ma il 2020 si aggiudicherà comunque il titolo di anno peggiore per le cedole dalla crisi finanziaria del 2009.
  • Generali, per Fortune è prima azienda italiana per ricavi 
Prima tra le italiane nella Fortune Global 500, la classifica delle maggiori aziende mondiali in ordine di ricavi. Generali, guidata dal ceo Philippe Donnet (foto), si aggiudica il podio italiano con il 66esimo posto nella classifica, con 105,9 miliardi di ricavi nel 2019 (+20,1%). Tra le italiane anche Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Poste Italiane.
  • Cattolica, il tribunale rigetta il ricorso dei soci sull’aumento
L’aumento di Cattolica da 500 milioni, per 300 riservato a Generali e per altri 200 ai soci (compreso il Leone), può proseguire. Ieri il giudice Lina Tosi ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata da 34 soci (Casa Cattolica, 0,18% del capitale) che lamentavano errori procedurali e abuso nella convocazione dell’assemblea. Entro il 15 ottobre Generali verserà i 300 milioni; un mese dopo, ci sarà la seconda tranche. Trieste avrà così il 24% di Cattolica. Il 1 aprile 2021 per Cattolica scatterà anche il cambio in spa.

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  • Mezzo milione di furti L’anno record dei ladri di biciclette
I furti di bici nei primi 5 mesi del 2020 sono aumentati di circa il 60 per cento e sono opera di bande specializzate, che tengono d’occhio i modelli più costosi, i parcheggi e sanno come far saltare un antifurto in pochi secondi. «L’aumento dei furti si spiega con il maggior numero di bici in circolazione — spiega Massimo Gaspardo Moro, consigliere nazionale Federazione italiana ambiente e bicicletta — molti hanno approfittato del bonus e optano per un mezzo che consenta di evitare il trasporto pubblico, per paura del coronavirus». I dati di Swg confermano infatti che rispetto a maggio 2019 le vendite sono aumentate del 60 per cento, con 540.000 biciclette acquistate dopo il lockdown. Ma, appunto, sono cresciuti anche i furti, stimati per difetto a circa 480mila l’anno, un’approssimazione legata in larga misura al fatto che le denunce sono poche.

 


  • Nubifragio in Veneto, le imprese vinicole pagano il conto più salato

  • AXA condannata a risarcire il proprietario di un ristorante
AXA è stata condannata lunedì a risarcire un ristoratore della regione di Alpilles per le perdite legate all’interruzione di attività per il Covid. Il Tribunale commerciale di Tarascon (Bouches-du-Rhône) ha deliberato che l’esonero dalla garanzia fornito dall’assicuratore era “non scritto”, riferisce l’AFP. Diversi ristoratori hanno citato in giudizio AXA, ma finora le richieste sono stati respinte. Il 18 agosto il tribunale di Tolosa ha respinto una richiesta simile.