Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Intesa, al via opa residuale su Ubi

Subito dopo la pausa di Ferragosto riprenderà il processo di integrazione di Ubi Banca in Intesa Sanpaolo. Conclusa alla fine di luglio l’opas, Ca’ de Sass (attestata oggi al 90,2% del gruppo lombardo guidato da Gaetano Miccichè) è pronta a lanciare l’offerta residuale sulle azioni non apportate. Il periodo di presentazione delle richieste di vendita da parte dei soci si aprirà lunedì 24 agosto per concludersi l’11 settembre, mentre il pagamento sarà effettuato il 17 settembre. Due le possibilità di pagamento: nel primo caso l’investitore riceverà il corrispettivo originario dell’offerta, ossia 17 azioni Intesa per ogni 10 di Ubi più la componente cash di 0,57 euro. Nel secondo caso potrà vendere in cambio di un corrispettivo tutto in denaro. In quest’ultimo caso per stabilire il prezzo bisognerà fare la media del valore del titolo nelle ultime cinque chiusure di borsa a ritroso dal 30 luglio. Se al termine dell’offerta residuale Intesa si troverà sopra il 95%, l’ultima tappa del lungo iter borsistico prima del delisting sarà lo squeeze-out; in sostanza Ca’ de Sass potrà ritirare tutte le rimanenti azioni Ubi in circolazione, riconoscendo ai soci la stessa contropartita prevista dall’offerta e balzando così al 100% del gruppo lombardo.

A Piazza Affari riparte l’auto

In una giornata di forti guadagni per l’azionario europeo, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha accelerato dopo la pubblicazione dell’indice Zew tedesco, superiore alle attese degli economisti, concludendo con un rialzo del 2,84%, salendo oltre quota 20 mila punti (20.209). Copione opposto a Wall Street che ha cambiato rotta bruscamente in chiusura. Il Nasdaq in particolare ha accentuato il ribasso cedendo circa l’1,7%. L’indice S&P 500, che si era avvicinato ai massimi storici di febbraio, ha chiuso in calo dello 0,8% e il Dow Jones dello 0,35%.

Decreto Agosto, le misure sul mercato del lavoro sono davvero insufficienti

Il momento storico che stiamo vivendo ci induce a compiere profonde riflessioni sul mercato del lavoro e sugli interventi legislativi che, ora più che mai, si rendono necessari. La riflessione muove muovere da quelle che sono le necessità del mercato del lavoro. La prima e più rilevante, tra queste, è quella di creare e favorire l’occupazione. E ciò dovrà essere fatto considerando che il mondo del lavoro è profondamente cambiato, con l’impatto che le trasformazioni tecnologiche stanno avendo e potranno avere sul lavoro. Sono nati nuovi bisogni e di conseguenza nuovi prodotti e da tali nuove economie potrà derivare un incremento dell’occupazione, associato a cambiamenti qualitativi e quantitativi nelle prestazioni lavorative. Si pensi allo smart working, esempio lampante di come la trasformazione abbia avuto luogo e di come siano concreti detti cambiamenti qualitativi e quantitativi. Manca, però, il passaggio ulteriore: quello di favorire il lavoro agile, in termini di infrastrutture, e non solo proponendo interventi legislativi volti a coprire la mera necessità di un momento.


L’e-bike anche per i disabili

E’ uno strano mezzo. Un’e-bike con quattro ruote e un carrello sul lato posteriore. Presto, tra agosto e dicembre, circolerà per le strade di Bergamo. E consentirà ai disabili e alle persone con difficoltà deambulatorie di essere trasportate sulla bici a pedalata assistita. Il Comune guidato dal sindaco Pd, Giorgio Gori, si è aggiudicato un bando dell’Unione europea per sperimentare il prototipo. L’obiettivo del progetto Inclusiv-eBike è ampliare l’uso delle biciclette elettriche e nello stesso tempo garantire il distanziamento sociale. L’amministrazione, durante i mesi di prova, raccoglierà le impressioni e i suggerimenti di chi avrà la possibilità di provarla.

Gran balzo delle borse europee

eduta di forti acquisti per le borse europee, con piazza Affari a guidare i rialzi: il Ftse Mib è balzato del 2,84% superando quota 20 mila a 20.209. Bene anche Parigi (+2,41%), Francoforte (+2,04%) e Londra (+1,71%). A New York gli indici viaggiavano a due velocità, con il Dow Jones in progresso dello 0,86% e il Nasdaq -0,29%. A sostenere i mercati sono stati diversi elementi. A livello macroeconomico l’indice Zew, relativo alle attese economiche in Germania, si è attestato a 71,5 punti in agosto rispetto ai 59,3 del mese scorso, mentre gli economisti si aspettavano una lieve contrazione. Inoltre il presidente Vladimir Putin ha annunciato che la Russia ha sviluppato il primo vaccino contro il coronavirus. Positive anche le notizie di un riavvicinamento fra repubblicani e democratici sul piano fiscale Usa per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia.


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Assicurazioni contro le regole che spingono a ridurre i Btp
L’allarme l’ha lanciato, pochi giorni fa, Carlo Cimbri. Commentando i buoni risultati semestrali del gruppo Unipol, l’amministratore delegato ha annunciato che ridurrà «abbastanza rapidamente» il peso dei titoli di Stato italiani sul portafoglio complessivo, portandolo al 40%, intorno ai 23 miliardi. Colpa della volatilità della Solvency (l’indicatore del patrimonio di vigilanza di una compagnia) che all’acme della pandemia ha oscillato vistosamente. In larga misura ma non solo – per i molti Btp che le assicurazioni hanno in pancia. Dunque i Btp sono troppo rischiosi? In questa fase i titoli di Stato italiani marciano a gonfie vele e lo spread – il differenziale tra i rendimenti di Btp e Bund decennali – è schiacciato sotto i 150 punti base. Però il ricordo della crisi dei mesi passati è vivido. La vittima più illustre – per questa ed altre ragioni – è stata Cattolica, che ha visto scendere la Solvency dal 160% di fine dicembre al 122% del 22 maggio, soglia che ha portato l’Ivass (l’autorità di vigilanza del settore) a chiedere un aumento di capitale. Completamente diversa la situazione di Unipol, che partiva da un ben più robusto 187% di fine 2019 praticamente lo stesso livello attuale – e nella prima trimestrale si era attestato comunque al 155%. Ma Cimbri evidentemente non vuole legare in questo modo gli indicatori patrimoniali della compagnia all’andamento dei Btp. In questa fase tra le compagnie assicurative prevale tutto sommato l’appetito per il generoso rendimento dei titoli di Stato italiani: pochi temono che nei prossimi mesi le assicurazioni diventino massicce venditrici di Btp.
Mediobanca sale in vista dell ’ok Bce a Del Vecchio
L’avvicinarsi del nulla osta Bce a Leonardo Del Vecchio, previsto entro il 24 agosto, accende Mediobanca in Borsa: +5,9% a 7,23 euro, una marcia due volte più veloce dell’indice Euro Stoxx banche. La vigilanza dovrebbe autorizzare la cassaforte di Del Vecchio a salire fino al 19,9% (è al 9,9%), e così a chiarire le reali intenzioni dell’imprenditore, sempre più primo azionista (si prevede arrivi al 13-14% entro ottobre). L’ok Bce sarebbe condizionato alla mancata presentazione di una lista Delfin per il cda della banca, al voto il 28 ottobre. La politica, intanto, si divide circa l’opzione di estendere a Mediobanca i poteri speciali del golden power, temendo riflessi sulla partecipata Generali (ieri a sua volta salita del 3,68%). M5S, Lega e FdI paiono più inclini a un intervento normativo, Pd e Iv temono eccessi statalisti e di infrangere le norme Ue. Solo la pubblicazione del decreto Agosto, o suoi emendamenti, chiariranno la querelle.

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Mediobanca, la Borsa punta sul via libera a Del Vecchio Scatta anche Banco Bpm

Continuano in Piazza Affari le grandi manovre sul sistema bancario. Chiusa la partita dell’Opas Intesa su Ubi torna sugli scudi la possibilità di una modifica degli assetti azionari di Mediobanca, con i riflessi indiretti che questi possono avere sugli equilibri di Generali, di cui Mediobanca è azionista al 13%. Ieri indiscrezioni di stampa davano come acquisita la richiesta formulata il 29 maggio scorso da Leonardo del Vecchio, oggi socio di Piazzetta Cuccia con una quota leggermente inferiore al 10% (9,89%), all’indirizzo della Bce per ottenere l’autorizzazione a salire fino al 20% del capitale della banca. Un via libera da parte di Francoforte renderebbe la Delfin di Leonardo del Vecchio primo azionista dell’istituto guidato da Alberto Nagel, visto che l’attuale patto di consultazione tra i soci (che comprende tra gli altri Mediolanum, Benetton, Mediaset) raggiunge circa il 12,5% del capitale. La scadenza dei 60 giorni di tempo prevista dalla Bce per una risposta si sta avvicinando e la data limite per il pronunciamento è fissata al 24 agosto prossimo. Il mercato mostra di credere ad un via libera all’aumento della partecipazione — definita unicamente finanziaria — di Del Vecchio in Mediobanca. E ieri, peraltro all’interno di un mercato particolarmente tonico, specie per il settore bancario, Mediobanca ha registrato un rialzo del 5,92% a 7,19 euro. Sulla scia di Mediobanca anche Generali, di cui Delfin detiene direttamente circa il 6% del capitale, ha registrato un rialzo del 3,56% a 13,23 euro.

Atlantia-Cdp, si tratta sul memorandum per Aspi

L’approssimarsi della pausa ferragostana non ferma i contatti sottotraccia tra Atlantia e Cdp, con incontri a livello tecnico-legale, senza al momento in calendario appuntamenti di vertice. L’obiettivo sarebbe quello di definire al più presto, possibilmente per settembre, il Memorandum con il percorso che porterà alla nuova Aspi pubblica. Dopo l’incontro del 6 agosto, cui hanno partecipato i vertici di Cassa e della holding, i contatti sono proseguiti, anche se non si registrano al momento passi avanti degni di nota. La scelta di Atlantia e di Edizione di uscire da Aspi è ormai sul tavolo e si tratta solo di concordare il percorso: ma ci sono diverse variabili di cui tener conto, compresa la posizione dei soci di Atlantia e di Aspi che, secondo indiscrezioni, non vedrebbero di buon occhio un aumento di capitale. Lo scenario è cambiato nell’ultima settimana, dopo che Atlantia, il 4 agosto, evidenziando le «difficoltà» nel proseguimento positivo delle trattative, ha messo nero su bianco a sorpresa due opzioni: o la vendita dell’88% di Aspi con asta competitiva (con la possibilità per Cdp di partecipare congiuntamente ad altri investitori istituzionali di suo gradimento), o la scissione proporzionale di Aspi da Atlantia e la conseguente quotazione in Borsa. Cdp resterebbe invece fedele allo schema con aumento di capitale e quotazione.

Intesa Sanpaolo, dopo l’Opas delisting Ubi dal 18 settembre

Il delisting delle azioni di Ubi Banca da Piazza Affari è previsto per il prossimo 18 settembre. Lo ha comunicato Intesa Sanpaolo, dopo il successo dell’Opas che l’ha portata a detenere oltre il 90% della banca acquisita. In una nota per precisare gli ultimi passaggi dell’Opas, si chiarisce che il periodo nel corso del quale Intesa adempirà all’obbligo di acquisto delle azioni non apportate all’offerta si aprirà il prossimo 24 agosto per chiudersi l’11 settembre, salvo proroghe. Il pagamento del corrispettivo agli azionisti che ne faranno richiesta consegnando le azioni ancora in loro possesso sarà effettuato il 17 settembre. Le azioni ordinarie di Ubi Banca saranno revocate dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario dal 18 settembre.


Wall Street a un passo dal record

A metà maggio l’indice tecnologico Nasdaq si era riportato sui livelli di inizio anno cancellando le perdite da virus. Ai primi di giugno si era già riportato sui massimi storici. Ora tocca agli altri indici riguadagnare i livelli record toccati a fine febbraio. Ieri nonostate la correzione finale il Dow Jones si è riportato oltre i 28mila punti come non accadeva dallo scorso 21 febbraio mentre l’S&P500 è a un passo dal record di 3393 punti. I forti rialzi registrati sull’azionario sono arrivati in una giornata che ha visto gli investitori prendere profitto sulle classi di investimento “rifugio” come l’oro e i metalli preziosi o i titoli di Stato Usa.

Piazza Affari guida il rally con banche e spread a 148

I mercati azionari sembrano avere tutta la voglia di mettersi alle spalle il periodo difficile legato all’epidemia Covid-19 (e a un possibile ritorno di fiamma del virus) e si muovono al rialzo contagiati dall’ottimismo. Per realizzare i progressi visti ieri (dal +2,06% di Francoforte al +2,84% di Milano, passando per il +2,33% di Parigi) gli investitori sembrano aver assunto a pretesto l’inatteso rimbalzo dell’indice Zew tedesco in agosto, di cui si parla in modo più approfondito nell’articolo a fianco, pubblicato in mattinata. L’avvio favorevole di Wall Street ha poi completato l’opera.

Concessioni, energia, banche: concorrenza in ritirata

Una linea sottile, quasi impercettibile, può separare proroghe e deroghe in funzione anti crisi, magari per salvare le imprese più deboli di un settore, da un’occasione propizia per congelare il mercato e cristallizzare dei privilegi. Una riflessione su questo punto sembra imporsi con nettezza dopo la lunga sequenza di scelte in tema di liberalizzazioni fatte dal governo Conte bis già a partire dalla fine dello scorso anno, con una coda significativa dopo il Covid-19. Mercato elettrico, concessioni (spiagge, porti, aeroporti, dighe, commercio ambulante), settore postale, banche, traghetti: dal decreto milleproroghe all’ultimissimo decreto agosto gli assetti competitivi sono stati ritoccati, spesso in poche righe di un piccolo comma, spostando una data, sancendo un’eccezione, rinnovando diritti senza gara. L’emergenza economica, e il dibattito fortemente concentrato sui sussidi e il tamponamento della crisi, hanno fatto scivolare quasi tutto in secondo piano.

Bene lo smart working, ora definire regole e modalità

Ai lavoratori che lo hanno provato, lo Smart working (o lavoro a distanza) piace. Ma occorre andare oltre l’emergenza e stabilire precise regole d’ingaggio per implementare al meglio queste nuove modalità di produzione. Il dato emerge con chiarezza dalla prima edizione dell’Osservatorio EY-SWG «New Shape of Working». Un osservatorio, dunque un telescopio, puntato costantemente sul mondo del lavoro e sulla sua evoluzione, con l’ambizione di porsi come punto di riferimento per le aziende, le parti sociali, e per chi governa il mercato del lavoro, per monitorare una mutazione dei processi produttivi che era già in atto ma che la crisi del Covid-19 ha accelerato bruscamente.

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