Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Consob e Ivass allineano quanto più possibile le norme per la distribuzione di prodotti d’investimento assicurativo. Un lavoro di coordinamento con cui le due autorità hanno completato il recepimento della direttiva europea in materia, la cosiddetta Idd. Il frutto sono due nuovi regolamenti. Quello sul governo e controllo dei prodotti assicurativi per la vigilanza sulle compagnie presieduta dal direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco, e quello sugli Intermediari della Commissione di regolamentazione dei mercati e la Borsa guidata da Paolo Savona.
Warren Buffett, il super gestore a capo del colosso Berkshire Hathaway, ha votato a favore della trasformazione di Cattolica in spa il 31 luglio e a favore della nomina in cda di Carlo Ferraresi, direttore generale. E’ quanto emerge dal rendiconto delle votazioni in assemblea. Buffett aveva rilevato il 9% di Cattolica (e così si legge sul sito della società, aggiornato allo scorso gennaio), ma all’assemblea del 27 giugno si era presentato con poco più del 5% del capitale. Ieri sera il cda della compagnia ha deliberato all’unanimità la nomina dello stesso Ferraresi quale amministratore delegato, mantenendo la carica di dg. Al manager è stata conferita la funzione di sovrintendere al sistema dei controlli interni del gruppo. Il consiglio ha inoltre esercitato la delega conferita dall’assise per l’aumento del capitale per l’importo di 500 milioni di euro, così come richiesto dall’Ivass a fine maggio per ripristinare i livelli di solvibilità del gruppo veronese.
L’integrazione di Ubi farà diventare Intesa Sanpaolo un campione europeo, seconda in classifica per valore di mercato dopo la francese Bnp Paribas. Anche se è presto per ragionare su un consolidamento oltre confine, ieri Carlo Messina ha voluto inquadrare in chiave internazionale l’opas appena conclusa: con Ubi realizziamo un «campione in grado di competere con successo a livello europeo. Saremo vicini o prossimi alla prima banca europea», ha spiegato il ceo presentando i risultati semestrali. «Intesa scavalca Santander nella capitalizzazione e si avvicina alla prima banca in Europa che è Bnp. Mai una banca italiana è stata seconda in Europa per capitalizzazione di Borsa e io propongo così alle risorse umane di Ubi un grande progetto europeo», ha precisato il banchiere che ha scelto anche di rivolgere un messaggio ai dipendenti del gruppo lombardo: «Sin da ora, accogliere nel gruppo i nuovi colleghi provenienti da Ubi rappresenta una priorità assoluta di Intesa e mia personale».

 

  • Credem, nel semestre raccolta gestita a 450 milioni
La raccolta netta gestita messa a segno dal Credem nel corso del primo semestre ammonta a 450 milioni di euro, risultato che consente al gruppo guidato dal direttore generale Nazzareno Gregori di portare lo stock a 27,4 miliardi, pari a un progresso tendenziale dell’1,9%. Nel dettaglio, alla fine dello scorso giugno i fondi comuni d’investimento e sicav gestiti dall’istituto emiliano ammontavano a 12,5 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% anno su anno. Per i prodotti di terzi e per l’altra raccolta gestita la crescita di periodo ammonta a 9,3 miliardi di euro, pari al +4% rispetto a fine giugno 2019. Analogamente, risulta positivo anche l’andamento della raccolta assicurativa, che al giro di boa di metà anno ha infatti raggiunto i 7,3 miliardi di euro. Un andamento quest’ultimo che corrisponde a una progressione tendenziale del 2,9%. I premi legati alle garanzie di protezione vita e danni sono infine risultati pari a 33 milioni di euro, con un incremento del 3% rispetto all’analogo periodo di raffronto dello scorso anno.

  • Cattolica, Ferraresi diventa a.d.
Il cda di Cattolica assicurazioni ha deliberato all’unanimità la nomina di Carlo Ferraresi quale amministratore delegato, mantenendo l’incarico di direttore generale. Il board ha inoltre esercitato la delega conferita dall’assemblea dei soci per l’aumento di capitale da 500 milioni di euro. In questo modo, sottolinea la compagnia veronese, «è stata data piena esecuzione alle indicazioni di Ivass circa il rafforzamento patrimoniale». Infine, il cda «ha voluto esprimere solidarietà e vicinanza ai colleghi e al management interessati dai recenti accertamenti giudiziari. Il consiglio si è detto sereno e fiducioso circa l’operato della magistratura, nella convinzione della liceità e della correttezza di ogni comportamento tenuto nell’interesse della società».
  • Consob, cambiano le regole assicurative
La Consob ha modificato il Regolamento intermediari, in seguito al recepimento della direttiva Ue in materia di distribuzione assicurativa. Il processo è frutto di un ampio confronto tra la Commissione e l’Ivass finalizzato a individuare, con riferimento ai soggetti rispettivamente vigilati, regole di comportamento quanto più possibile uniformi nell’ambito della distribuzione di Ibip (Insurance-Based Investment Product) a prescindere dal canale distributivo utilizzato. Le modifiche riguardano le regole di condotta e gli obblighi informativi cui devono attenersi gli intermediari vigilati dalla Consob (tra cui banche, imprese di investimento, Poste italiane) nella distribuzione di Ibip. Le nuove disposizioni sono in linea con gli interventi regolamentari effettuati dall’authority assicurativa, che si concretizzano in modifiche ai regolamenti in materia di governo societario, distribuzione e informativa dei prodotti assicurativi e nell’adozione di un nuovo regolamento in tema di governo e controllo dei prodotti. L’entrata in vigore della nuova disciplina è prevista a fine marzo 2021 per concedere un tempo sufficiente di adeguamento a tutti i soggetti vigilati

Repubblica_logo

  • Intesa Sanpaolo, l ’utile oltre le previsioni “Ora l’integrazione con Ubi”
Come se il lockdown non ci fosse stato, Intesa Sanpaolo archivia «il miglior secondo semestre della storia», nelle parole dell’ad Carlo Messina che ha presentato i conti a giugno con un utile netto per 1,41 miliardi, più degli 1,21 di un anno prima e molto più degli 887 milioni attesi dalla media degli operatori su Bloomberg . Il risultato è formato dalla tenuta delle maggiori voci nel trimestre (margine d’interesse, commissioni, bancassicurance), un lieve taglio dei costi a 2,23 miliardi e la contabilizzazione della plusvalenza 2019 per la vendita di attività a Nexi (1,1 miliardi, già in parte usati per aumentare le riserve su crediti deteriorati che salgono a 1,39 miliardi dai 550 milioni precedenti). Queste poche cifre hanno acceso l’azione in Borsa fino a 1,79 euro, +5% contro il +1,48% dell’indice Stoxx bancario. La capitalizzazione sale ora a 31,4 miliardi, e dal 6 agosto ingloberà i 4,25 miliardi di Ubi (ormai a rimorchio: +2,74% ieri) fino a 35,65 miliardi, per scavalcare la spagnola Santander (32 miliardi) e avvicinare la francese Bnp Paribas (45,2 miliardi).

corsera

  • Intesa, conti record nel semestre. «Dopo l’Opas ai vertici in Europa»
L’emergenza Covid-19 rallenta l’economia, ma non i conti di Intesa Sanpaolo che con 2,57 miliardi di euro di utili archivia il miglior risultato netto del primo semestre degli ultimi undici anni. Non bastasse, l’integrazione con Ubi Banca proietterà Ca’ de Sass al vertice del credito europeo, dietro la capolista Bnp Paribas per valori di Borsa. Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con utili a +13,2% su base annua, il che equivale all’86% dei 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l’intero esercizio 2020 e risulterebbe pari a circa 3,16 miliardi se si escludessero le rettifiche di valore su crediti pari a circa 880 milioni per i futuri impatti del coronavirus. La banca si attende un utile netto nel 2020 «non inferiore a circa 3 miliardi di euro e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021». Il risultato della gestione operativa è aumentato del 2,8%, passando da 4,54 miliardi a 4,67 miliardi di euro, in conseguenza a minori costi operativi (-2,8%), mentre il Common Equity Tier 1, l’indice di solidità patrimoniale è salito al 14,9%, rispetto al 13,9% di inizio anno, tenendo conto di 1,93 miliardi di euro di dividendi maturati nel semestre.
  • Inps, spesi 19,6 miliardi per le misure anti pandemia
Lo sforzo è stato imponente. Alla data del 3 agosto scorso la spesa stimata per le misure adottate per fronteggiare le conseguenze della pandemia da Covid-19 ammontava a 19,6 miliardi di euro per un totale di 13,3 milioni di beneficiari. Questi i dati forniti dall’Inps. Entrando nel dettaglio sono stati più di 4 milioni i beneficiari del bonus 600 euro; hanno invece raggiunto il numero di circa 660mila i richiedenti del bonus baby-sitting a fronte di circa 1 milione di domande. L’Inps ricorda che il Decreto ha permesso l’ampliamento del bonus, per cui un singolo richiedente poteva presentare una ulteriore domanda. Quanto alla Cig, le ore autorizzate hanno superato i 2,3 miliardi, con il coinvolgimento di più di 3,1 milioni di beneficiari a pagamento diretto e più di 2,7 milioni di beneficiari stimati per pagamento a conguaglio. L’Istituto ha pagato oltre 7,6 milioni di prestazioni Cig, mentre 5,3 milioni sono state anticipate dalle aziende. Sono state invece più di 260mila le domande di Bonus presentate dai lavoratori domestici mentre le domande di Reddito di emergenza hanno superato le 570mila.
  • Cattolica: Ferraresi nuovo ad
Il Consiglio di Cattolica Assicurazioni, riunitosi sotto la presidenza di Paolo Bedoni, ha deliberato all’unanimità la nomina di Carlo Ferraresi quale amministratore delegato. Ferraresi rimane confermato anche nella carica di direttore generale della società.

  • Istat: le fabbriche non sono responsabili dei contagi Covid
«Gli occupati sono stati toccati dal SARS-CoV-2 analogamente ai non occupati». A dirlo l’ultima l’indagine di sieroprevalenza dell’Istat-ministero della Salute. A fronte di una media nazionale del 2,5% di persone entrate il contatto con il coronavirus, gli occupati sospesi stanno al 2,7%, quelli non sospesi della pubblica amministrazione stanno al 2,1% mentre i non sospesi della sanità, come è intuibile, registrano la sieroprevalenza più alta con il 5,3% (un dato che arriva al 9,8% nella zona a più alta sieroprevalenza, in primis nel Nord Italia). «Gli occupati in settori essenziali e attivi durante la pandemia non presentano valori significativamente più elevati (2,8%) rispetto alla popolazione generale», così come emerge anche da uno studio spagnolo pubblicato il 6 luglio, sottolinea il report. «Si evidenzia, tuttavia, – spiega l’indagine – un dato rilevante, di cui tener conto in termini di misure e provvedimenti di politica sanitaria, che riguarda i servizi di ristorazione e accoglienza in corrispondenza dei quali la prevalenza vale 4,2%». Sul versante dei non occupati il tasso medio di sieroprevalenza si attesta al 2,1% per le casalinghe, al 2,6% per i ritirati dal lavoro, al 2,2% per gli studenti e all’1,9% per le persone in cerca di lavoro. I dati Istat-Ministero della Salute fanno chiarezza sulle polemiche di metà marzo, quando l’apertura delle fabbriche era considerata tra i principali fattori di diffusione del contagio.
  • Il risarcimento del danno segue l’iscrizione contabile
In presenza di sentenze giudiziarie o di lodi arbitrali che danno ragione a una parte, dal punto di vista fiscale il risarcimento del danno segue l’iscrizione contabile (per il principio di derivazione rafforzata) per i soggetti Oic, mentre per le microimprese (2435-ter Codice civile) si guarda ai concetti di certezza e obiettiva determinabilità (articolo 109, comma 1 del Tuir). Sono le condivisibili conclusioni a cui è giunta l’agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica 9 di ieri. L’istante ritiene, anche in base alla risposta 119 del 2018, che rifletterebbe pail pensiero delle Sezioni unite della Cassazione (sentenza 23225/2016), che un credito sia certo solo se la sentenza sia definitiva, ovvero passata in giudicato e non più soggetta a regolamento di competenza, né ad appello, né a ricorso per Cassazione, né a revocazione. Lo stesso dicasi per un lodo arbitrale che sarebbe definitivo quando non più modificabile. Pertanto il provento derivante da risarcimento danni riconosciuto con sentenza andrebbe imputato al reddito e tassato nell’esercizio in cui la sentenza è passata in giudicato e dunque non più riformabile.
  • Nella vendita di prodotti assicurativi più tutele e informazioni ai consumatori
Il mosaico Idd (Insurance distribution directive) è finalmente completo. Ieri infatti sono state poste le ultime tessere mancanti per ultimare l’aggiornamento delle norme sulla distribuzione dei prodotti assicurativi. Un processo che è stato avviato con il decreto legislativo 68 del maggio 2018 che ha recepito la direttiva europea Idd entrata in vigore nell’ottobre dello stesso anno. Ivass ha pubblicato il regolamento sul governo e controllo dei prodotti assicurativi (regolamento Pog) e le norme (modifiche ai regolamenti numero 40/2018 e 41/2018) sulla distribuzione dei prodotti di investimento assicurativo, cosiddetti Ibips. Contestualmente Consob ha pubblicato l’aggiornamento del Regolamento intermediari.

  • La Poste salva i risultati attraverso la bancassicurazione
Finalizzato il 4 marzo, la fusione tra La Banque Postale e CNP Assurances ha permesso di
salvare i suoi risultati. I risultati semestrali sono segnati dal coronavirus e dalle sue conseguenze sull’attività economica, ma anche dall’integrazione della compagnia di assicurazione.
Nel primo semestre, La Poste ha visto il suo fatturato salire a 14,5 miliardi di euro, in aumento del 13% e l’utile netto a 2,3 miliardi. Ma senza l’apporto di di CNP Assurances, La Poste avrebbe registrato 1,2 miliardi di perdite.

Handelsblatt

 

  • Il sistema europeo di garanzia dei depositi attenuerebbe le conseguenze dell’ondata di insolvenze
Uno studio mostra come la temuta ondata di insolvenze colpirebbe anche il settore bancario. Le garanzie europee sui depositi potrebbero servire da stabilizzatore. In uno scenario di crisi, l’istituto di ricerca DIW, con sede a Berlino, parte dal presupposto che il sistema nazionale di garanzia dei depositi bancari sarebbe in ultima analisi troppo sgravato, e sostiene quindi un sistema europeo di garanzia dei depositi: “Anche se le autorità fiscali intervenissero e garantissero tutti i depositi, un sistema europeo di garanzia dei depositi (Edis) sarebbe l’opzione migliore al confronto”, spiegano gli autori dello studio. Nel loro modello partono dal presupposto che gli shock per il sistema finanziario tedesco nel contesto della crisi Coronavirus si estendano per oltre un anno e che al loro picco circa il due per cento dei depositi bancari tedeschi non siano più serviti. Ciò corrisponde a una media annuale di circa il sei per cento. “Gli studi attuali stimano che la percentuale di banche in difficoltà – a seconda dello sviluppo economico legato alla corona – passerà da meno dell’uno per cento a una percentuale compresa tra il sei e il 24 per cento”, afferma lo studio.