Simona D’Alessio
Ascesa dell’1,2% alla fine del mese di giugno del numero di posizioni presso le forme pensionistiche complementari, rispetto allo stesso periodo del 2019, giunta a quota 9,223 milioni (e i fondi negoziali vanno a quota 3,219 milioni, pari a +1,9%), ma si tratta di un incremento inferiore, rispetto alle fasi antecedenti l’emergere dalla crisi epidemiologica da Coronavirus, nonché «pressoché nullo nel secondo trimestre dell’anno». E, sebbene i mercati finanziari globali stiano recuperando terreno, dopo le pesanti perdite di avvio del 2020, i rendimenti della previdenza integrativa sono sì risaliti, pur continuando in media a rimanere negativi rispetto alla fine dell’anno passato: al netto dei costi di gestione e della fiscalità, infatti, i fondi negoziali hanno visto andare in fumo l’1,1%, percentuali che si elevano fino al 2,3% e al 6,5%, rispettivamente, per i fondi aperti e i Pip (Piani individuali pensionistici) di ramo III, caratterizzati generalmente da «una maggiore esposizione azionaria».

È quel che rende noto la Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione), evidenziando come la performance, che risente dell’effetto Covid-19, esaminata sugli orizzonti tipici di tali modelli di accantonamento di risorse dei lavoratori, debba esser valutata nella consapevolezza che «da inizio 2010 a fine 2019 il ricavo medio annuo composto è stato pari al 3,6% per i fondi negoziali, al 3,8% per i fondi aperti e per i Pip di ramo III, e al 2,6% per le gestioni di ramo I»; di crescita minore, invece, il Tfr (Trattamento di fine rapporto) la cui rivalutazione, sottolinea l’organismo presieduto da Mario Padula, è stata pari a circa il 2% annuo.

Ma quali sono le forme pensionistiche complementari con maggior «appeal»? In vetta, si legge nel documento, c’è il fondo destinato ai lavoratori del settore edile (l’escalation è di 26.400 unità), poi quello rivolto ai dipendenti pubblici (+11.500), ancora contraddistinto da «un numero di adesioni contenuto rispetto alla platea potenziale». Quanto ai fondi aperti contano attualmente 1,571 milioni di posizioni, (+1,3%) rispetto alla fine del 2019. E, infine, per i Pip «nuovi» il complesso delle sottoscrizioni è di 3,444 milioni, in aumento nel semestre di circa 25 mila (il progresso è dello 0,7%).

© Riproduzione riservata

Fonte: