Tacciata di aver perso la sua allure nell’investment banking, Piazzetta Cuccia torna alla regia di tutte le grandi partite, comprese le autostrade. I conti del terzo trimestre ne daranno prova

di Elena Dal Maso
Advisor di Atlantia nella complessa partita Autostrade; a fianco di Carlo Messina nell’opas di Intesa Sanpaolo su Ubi; consulente del governo per l’uscita da Mps; presente nella fusione Fca-Psa (attraverso la controllata Messier Maris) e nella riorganizzazione strategica di Esselunga. Sono solo alcune delle operazioni di investment banking che vedono Mediobanca nel ruolo di regista grazie al tandem fra Alberto Nagel, l’amministratore delegato, e Francesco Canzonieri, a capo del Cib (corporate investment banking). Piazzetta Cuccia è tornata a ruggire come un tempo? Al centro delle operazioni di sistema in Italia? Qualche voce critica ricorda che talvolta, nel settore dell’investment banking, si fanno grandi operazioni a forte sconto, anche a puro costo, pur di conquistare clienti e farsi pubblicità. Ma i conti presentati giovedì 29 raccontano che le commissioni registrate dal Cib sono state pari a 226 milioni nell’ultimo anno. E di queste circa un terzo sono state messe a segno grazie alle attività di advisory. Giovedì 30 luglio il gruppo ha pubblicato i conti e in quell’occasione, l’ad Nagel ha detto che «Mediobanca avrà un ruolo di primo piano nel consolidamento bancario, che nei fatti è già partito e ci coinvolgerà anche in altre realtà in qualità di advisor. L’attività di m&a è avvenuta in un modo che non mi sarei aspettato ma in una maniera molto efficace»». Il top manager ha citato non solo il caso Intesa-Ubi ma anche quello di Generali su Cattolica, che di fatto hanno dato il via al m&a finanziario in Italia.

Se l’operazione di Intesa, una vera e propria opa ostile nei confronti di Ubi, è andata a segno con un risultato senza appello (oltre il 90% delle adesioni), a breve Piazzetta Cuccia dovrà trovare una soluzione a Mps, possibilmente una sposa. Ma l’operazione non pare troppo complessa per Canzonieri «in questo settore servono preparazione, sicurezza, credibilità e un track record», spiega il banker, che ha ricevuto le stime pubbliche dello stesso Messina. Serve forse anche una visione laterale del problema che, come nel caso di Intesa-Ubi, ha visto un’inattesa triangolazione con Bper a fare da assist esterno.

Intanto, secondo Refinitiv, Mediobanca è risultata essere il primo attore in Italia per controvalore delle operazioni nel 2019, con 20,3 miliardi di dollari, seguita da Goldman Sachs a 17,2 miliardi e da Imi a quota 14,3 miliardi. I conti appena presentati al mercato, relativi al trimestre aprile-giugno, hanno visto ricavi e margini oltre le attese del consenso e questa è una buona carta da giocare nei confronti degli azionisti. I ricavi per 605,9 milioni di euro, per esempio, sono stati superiori ai 540 milioni delle aspettative mentre l’utile netto per 48,2 milioni fa riferimento a 35 milioni attesi. Entrando nello specifico delle attività, il Cib ha registrato un utile in calo da 265,8 a 180,7 milioni. L’investment banking è un’attività non ricorrente e la pandemia sta facilitando le opa perché i prezzi delle società scendono, frena invece le fusioni.

L’apporto dell’operazione Intesa andrà a rivitalizzare i conti del trimestre luglio-settembre. A causa del Covid, Morgan Stanley si aspettava una perdita di 28 milioni dai conti di Mediobanca ed è rimasta quindi sorpresa da 44 milioni di utile. Keefe Bruyette & Woods ha sottolineato nella sua nota la situazione solida sul fronte del capitale, 16,1% di Cet1, su attese del consenso per il 14%. Sull’eccesso di capitale si è espresso anche l’ad Nagel, che ha accolto il divieto della Bce di non staccare dividendo per tutto il 2020. Ma dal prossimo anno Mediobanca ha spiegato che intende tornare «a una politica di distribuzione tra le migliori del settore tramite erogazione di dividendi cash e riacquisto di azioni proprie».

L’attenzione ai soci e la loro remunerazione è un punto importante. Basti pensare che di recente il fondo attivista Bluebell ha accusato Piazzetta Cuccia di sedersi su una pila di liquidità senza distribuirla agli azionisti. E di aver perso quell’allure, quello smalto da salotto buono della finanza italiana che un tempo aveva con Enrico Cuccia. Ora che il duo Nagel-Canzonieri ha portato a casa l’eclatante risultato di Intesa, che è entrato nella partita sulle autostrade e che lavora a una delle maggiori operazioni di fusione in Europa, quella fra Fca e Psa, i toni paiono smorzarsi. Poiché tuttavia i cosiddetti jumbo deal, le operazioni davvero importanti, non si presentano tutti i mesi, per controbilanciare la volatilità dei ricavi provenienti da queste operazioni e aumentare il numero delle transazioni seguite come advisor, il gruppo sta rinforzando il settore Mid-Corporate per sviluppare le sinergie con la divisione Private guidata da Angelo Viganò. Ecco perché ha strappato di recente ad Alantra un senior banker come Lorenzo Astolfi, che ricopre il ruolo di executive vice chairman cib e co-head mid corporate e sponsor solutions. Mediobanca, infine, figura come advisor di One Equity Partners, società composta da un team di professionisti ex Jp Morgan, che ha lanciato un’opa sulla totalità delle azioni di Techedge, quotata sul segmento Mta di Piazza Affari. (riproduzione riservata)

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