È l’effetto della raccolta (10,8 miliardi) e delle performance legate al recupero dei mercati (+7,7%) dopo la caduta di gennaio-marzo. Molesini (Assoreti): i banker hanno assistito bene gli investitori
di Paola Valentini

Performance dei mercati e raccolta riportano il patrimonio di competenza delle reti di consulenza finanziaria sopra quota 600 miliardi di euro, ai livelli pre-Covid. A fine giugno, in base ai dati Assoreti, gli asset delle società di distribuzione che fanno parte dell’associazione delle reti di distribuzione finanziaria sono saliti a 614,6 miliardi grazie alla raccolta netta realizzata nel trimestre (10,8 miliardi) e, soprattutto, ai rendimenti dei prodotti che compongono il portafoglio dei clienti delle reti che hanno registrato una crescita del 7,7% rispetto a marzo, facendo risalire il patrimonio complessivo vicino ai livelli massimi di dicembre 2019 (619,8 miliardi) sulla scia del recupero dei mercati, dopo la rilevante caduta del primo trimestre chiuso a 570,6 miliardi per via dei crolli di tutte le asset class a seguito dello scoppio della pandemia.
La crescita ha coinvolto sia la componente di portafoglio investita in prodotti del risparmio gestito (+9,1% sulla fine del primo trimestre), che ha raggiunto così i 429,4 miliardi, sia la componente amministrata (+4,6%), ora pari a 185,2 miliardi. Nell’ambito del risparmio gestito, il patrimonio dei fondi e delle sicav, sottoscritti direttamente, è salito a 197,2 miliardi, con un incremento congiunturale, ovvero da fine marzo, dell’11,6% e un’incidenza complessiva sul portafoglio che è cresciuta al 32,1%. La valorizzazione delle gestioni collettive aperte domiciliate all’estero è pari a 173,3 miliardi (+12,2%) mentre quella dei fondi aperti di diritto italiano si attesta sui 21,4 miliardi (+8,4%).
Il patrimonio delle gestioni individuali ha toccato i 63,3 miliardi (+8,8%), con peso in portafoglio sostanzialmente stabile al 10,3%. La crescita risulta maggiormente evidente sulle gestioni in fondi (gpf, +11,7%), che hanno raggiunto così una valorizzazione pari a 28,2 miliardi, mentre quella delle gestioni in titoli (gpm) è salita a 35,1 miliardi (+6,6%).
In aumento anche gli asset dei prodotti assicurativi e previdenziali, +6,4% a 168,9 miliardi, con una quota del 27,5%. In dettaglio, il valore patrimoniale delle unit linked ammonta a 85,7 miliardi (+8,6%), quello delle polizze vita tradizionali è a 43,3 miliardi (+1,9%), la valorizzazione dei prodotti multi-ramo è pari a 26 miliardi (+6,7%), mentre la componente prettamente previdenziale sale a 14 miliardi (+7,9%).
A fine mese, il contributo complessivo delle reti al patrimonio investito in fondi comuni aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si attesta a 347,3 miliardi, il 33,9% del patrimonio totale investito in fondi in Italia che è pari a 1.023,6 miliardi in base ai dati di Assogestioni.
Nell’ambito del risparmio amministrato la componente in titoli ammonta a 82,5 miliardi, segnando il maggiore incremento congiunturale (+15,2% da fine marzo 2020) che ne determina la crescita anche in termini di incidenza in portafoglio (13,4%); la dinamica complessiva ha coinvolto tutte le tipologie di titoli, con maggiore evidenza per le azioni (+19,9%), exchange traded product (+21,9%) e certificate (+29,1%).
Nel corso del secondo trimestre è invece scesa la liquidità presente in portafoglio, pari a 102,7 miliardi (-2,6% sui 195,4 miliardi di fine marzo) «La diversificazione degli investimenti ha favorito il controllo dei rischi e la possibilità di beneficiare del rimbalzo del mercato del secondo trimestre», ha commentato Paolo Molesini, presidente di Assoreti.
Sul fronte delle singole società di distribuzione la rete più grande risulta a fine marzo Intesa Sanpaolo Private Banking con consistenze pari a 109 miliardi, seguita da Fideuram con 96,3 miliardi (entrambe del gruppo Intesa Sanpaolo) e da Banca Mediolanum (76,8 miliardi). Poi si piazzano FinecoBank (71,6 miliardi), Banca Generali (67 miliardi) e Allianz Bank Financial Advisors (51,5 miliardi). Solo settima Azimut Capital Management (42,1 miliardi, dato che però considera soltanto gli asset italiani del gruppo.

A giugno in Europa i fondi hanno raccolto 108 miliardi
di Ugo Brizzo
In giugno le vendite nette di fondi Ucits e di prodotti di finanza alternativa in Europa hanno raggiunto quota 108 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 84 miliardi contabilizzati al termine del mese precedente. È quanto ha ufficializzato ieri l’Efama, associazione che raduna i player del mercato europeo specializzati nella gestione degli investimenti. Stando alle rilevazioni mensili, in particolare, i fondi Ucits hanno registrato una raccolta netta in aumento da 78 a 100 miliardi. Escludendo dal computo i prodotti di liquidità, la raccolta di periodo segna comunque un progresso da 46 a 52 miliardi. Guardando alla tipologia di fondi sottoscritti, i comparti azionari hanno visto raddoppiare le nuove masse in ingresso da otto a 17 miliardi, mentre i fondi specializzati nel reddito fisso hanno registrato una raccolta in flessione da 35 a 30 miliardi. Le linee monetarie hanno poi attratto 48 miliardi, in netta crescita rispetto ai 32 miliardi riportati a fine maggio. Nel complesso, le consistenze gestite dai fondi in Europa sono aumentate dell’1,8% a livello congiunturale, attestandosi a 17.156 miliardi.(riproduzione riservata)

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