COLLOCATI A UN TASSO NEGATIVO, -0,192%, I 7 MILIARDI OFFERTI. SOTTOZERO ANCHE L’INFLAZIONE A LUGLIO A CAUSA DEI PRODOTTI ENERGETICI
di Teresa Campo

Tutto esaurito e rendimento in calo per i Bot annuali in asta ieri. Il Tesoro ha collocato 7 miliardi di titoli a un anno a un prezzo di aggiudicazione di 100,195. Il rendimento, negativo, si è attestato allo 0,192%, in calo di 7 punti base rispetto all’asta precedente del 10 luglio scorso. La domanda è stata buona, con richieste per 12,186 miliardi di euro, con un rapporto di copertura di 1,74, in aumento rispetto all’1,48 dell’asta precedente. Ora gli occhi del mercato sono puntati sulle aste di Btp odierne, da cui il Tesoro si aspetta nuove soddisfazioni, forte del costante calo dello spread Btp-Bund, sceso stabilmente sotto i 150 punti base dai 250 di inizio maggio (ieri era a 141,1 pb), e della ripresa del Pil. Ieri in particolare il differenziale ha chiuso a 141,107 punti base rispetto ai 142,392 del giorno prima. Quanto al Pil, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha affermato che gli ultimi indicatori macroeconomici dell’Istat mostrano una forte ripresa del Pil che potrebbe arrivare a un rimbalzo del 15% circa nel terzo trimestre.

Nel frattempo l’Italia si conferma in deflazione anche a luglio: come comunicato ieri dall’Istat l’inflazione a luglio si conferma negativa per il terzo mese di fila (non succedeva dal 2016). L’indice nazionale dei prezzi al consumo – al lordo dei tabacchi – vede infatti una diminuzione dello 0,2% su base mensile e dello 0,4% su base annua (da -0,2% del mese precedente), in peggioramento rispetto alla stima preliminare di -0,3%. A pesare sul calo, come ormai da tempo, è l’andamento dei prezzi dei beni energetici, che registrano però una flessione meno marcata (da -12,1 a -10,3%), sia nella componente regolamentata (da -14,1 a -13,6%) sia in quella non regolamentata (da -11,2 a -9,0%). «L’ampliamento della flessione», spiega l’Istat, «si deve sia al rallentamento dei prezzi dei beni alimentari (da +2,3 a +1,3%), causato da entrambe le componenti (alimentari non lavorati, da +4,1 a +2,5%, e alimentari lavorati da +1,2 a +0,6%) sia all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da -0,1 a -0,9%)». L’andamento dell’inflazione continua dunque a esprimere la sintesi di dinamiche opposte: forti flessioni dei prezzi degli energetici e crescita più debole di quelli degli alimentari. Il contestuale ulteriore rallentamento dei prezzi dei servizi (per lo più quelli per trasporti, ricreativi, culturali e per la cura della persona), frena l’inflazione di fondo che perde tre decimi di punto. L’inflazione di fondo, cioè al netto di energetici e alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano quindi rispettivamente da +0,7 a +0,4% e da +0,9 a +0,6%. Rallenta invece la crescita del cosiddetto carrello della spesa, ovvero beni alimentari, della cura della casa e della persona, che a luglio sale del +1,2% dal 2,1% di giugno, mentre per quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto si osserva un’inversione di tendenza da +0,1 a -0,1%.

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