È tempo di numeri per Sgr e reti quotate. Anima, Poste Italiane, Banca Mediolanum, Banca Generali e Azimut hanno snocciolato i propri conti. Con risultati in linea con le stime. C’è chi cresce e c’è chi scende. Ma complessivamente il quadro rimane promettente, grazie anche alla ritrovata fiducia degli investitori nel risparmio gestito.
Come conferma Gian Luca Ferrari, analista di Mediobanca Securities: «L’andamento deludente del 2018 aveva allontanato gli investitori dal sistema fondi. Già a giugno, però, abbiamo visto un maggiore appetito, che ha trovato conferma a luglio. D’altronde, con il titolo di Stato biennale italiano che nelle scorse settimane è andato in negativo, il gestito rappresenta una valida alternativa d’investimento».
Anima
Nell’ultima tornata di trimestrali, è stata Anima a rompere il ghiaccio, comunicando un primo semestre in calo rispetto al 2018. I ricavi sono scesi a 162,5 milioni (-4%), mentre l’utile netto a 63,4 milioni (-10%). La raccolta netta, escluse le deleghe assicurative di Ramo I, è stata negativa per circa 500 milioni, mentre il patrimonio è aumentato del 4% a 173,1 milioni.
«Gli utili ricorrenti di Anima sono rimasti pressoché invariati — argomenta Ferrari —. A pesare sui conti sono state le commissioni di performance, scese al 2018 di circa 8 milioni. La società, invece, ha lavorato molto bene sui costi operativi, riducendoli, ed è per questo che ho alzato le stime». Per Mediobanca Securities il titolo è «outperform», con target a 4,60 euro.
Banca Mediolanum
In (leggero) rosso anche i conti di Banca Mediolanum, che ha chiuso il semestre con un utile netto consolidato di 171 milioni, in calo di 4 milioni. La raccolta netta è stata positiva per 2,04 miliardi, con un patrimonio che ha raggiunto 80,35 miliardi.
«Nonostante il segno negativo, Banca Mediolanum ha fatto molto bene — nota Ferrari —. Nel complesso, i ricavi da commissione, fissi e variabili, sono aumentati, ma sul risultato finale ha inciso il peso maggiore delle tasse».
Guardando avanti, la società guidata da Massimo Doris potrebbe chiudere l’anno con 325 milioni di commissioni di performance. «Se ciò dovesse accadere — conclude Ferrari — gli utili schizzerebbero a 600 milioni, aprendo la strada a una cedola più alta (0,40% nel 2018, ndr) e alla distribuzione di un dividendo straordinario».
Tra Generali e Poste
Banca Generali e Poste Italiane hanno riportato utili in crescita nel primo semestre 2019. La società guidata da Gian Maria Mossa ha visto l’utile netto crescere del 43% a 132,8 milioni (il migliori risultato nella storia del gruppo), mentre per Poste Italiane l’incremente è stato del 4%, a 763 milioni. Sui titoli delle due società il giudizio di Mediobanca Securities rimane costruttivo: «outperform», con target a 28 euro per Banca Generali e 11,3 euro per Poste Italiane.
Azimut
Per Azimut, i ricavi consolidati sono saliti a 486 milioni (+29%) e l’utile netto a 171 milioni (+136%), con un patrimonio cresciuto a 55,9 miliardi. «I 300 milioni di utile netto che faremo quest’anno sono un punto di partenza su cui costruiremo la futura crescita del Gruppo, che comunicheremo al mercato entro il primo semestre del 2020 attraverso il nuovo piano industriale quinquennale», dice il presidente Pietro Giuliani. Sul titolo, Mediobanca Securities resta «neutral», con target a 18 euro.

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