Il colosso pharma Usa offre 10-12 mld $ per sanare le migliaia di cause a suo carico. Insieme con Johnson&Johnson è uno dei 22 produttori americani finiti nel mirino delle azioni legali avviate negli Stati Uniti per aver messo sul mercato antidolorifici oppioidi che generano dipendenza
di Teresa Campo

Nuovo episodio nella crisi degli oppioidi che sta scuotendo le case farmaceutiche americane. Dopo la multa da 572 milioni di dollari inflitta a Johnson&Johnson da un tribunale della contea di Cleveland a Norman, in Oklahoma, il faro si è acceso su Purdue Pharma, azienda considerata tra le maggiori responsabili di morte da oppioidi negli Stati Uniti. Dal 1996 Purdue è infatti produttrice dell’oppioide OxyContin, uno dei farmaci con effetti simili a quelli della morfina da cui un grande numero di americani è diventato dipendente nonostante fosse stato massicciamente pubblicizzato come farmaco che non generava dipendenza.
Travolto dallo scandalo, il colosso Usa sta cercando di correre ai ripari per salvare il salvabile. Secondo il New York Times starebbe infatti negoziando un accordo da 12 miliardi di dollari per chiudere le oltre duemila azioni legali che sono state intentate da governi locali e statali contro la società e i suoi azionisti. In particolare, la famiglia Sackler, proprietaria dell’azienda farmaceutica, sarebbe pronta a rinunciare al controllo e a versare 3 miliardi di dollari per chiudere le cause in corso. Tali fondi potrebbero lievitare però fino a circa 12 miliardi di dollari, per cui i querelanti starebbero valutando l’offerta.
Sempre secondo il New York Times, nel documento sul possibile accordo è previsto anche il pagamento di una cifra tra 7 e 9 miliardi di dollari da parte di Purdue in aggiunta a quelli pagati direttamente dalla famiglia Sackler. Non si tratterebbe comunque di risarcimenti: gran parte del denaro versato servirebbe per fare della società un’azienda pubblica in modo che tutti i suoi proventi vadano ai vari Stati, città e comunità che hanno fatto causa a Purdue. L’accordo contemplerebbe infatti la ristrutturazione della società sotto il capitolo 11 della legge fallimentare statunitense e la sua trasformazione in un fondo. I profitti generati dalla vendita dei farmaci, tra cui l’OxyContin, andrebbero agli Stati, alle città e alle comunità che hanno fatto causa a Purdue. Il possibile accordo prevederebbe anche che l’azienda fornisca gratuitamente i suoi farmaci per contrastare la dipendenza da oppioidi.
La questione degli oppioidi appare ancora lontana da una soluzione definitiva: insieme a Purdue e Johnson&Johnson sono ben 22 i produttori finiti nel mirino delle azioni legali avviate da Stati, contee e città. Del resto secondo fonti ufficiali negli Usa la crisi degli oppioidi ha causato 47 mila morti nel 2017, e oltre 400 mila dal 1999, col risultato che oggi quella generata da queste sostanze oppioidi è la quinta causa di morte nel Paese. (riproduzione riservata)

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