di Luca Gualtieri

Mediobanca ha chiuso l’esercizio 2018-19 con ricavi saliti del 4% a 2,5 miliardi, trainati dall’attività commerciale, mentre l’utile netto è sceso a 823 milioni per l’assenza di proventi straordinari ma ha comunque battuto le attese degli analisti. Sul fronte della redditività, la banca ha raggiunto un rote rettificato al 10,2% (da 9,5%) e un Cet1 stabile al 14,1%. Le commissioni sono in rallentamento (-2% a 611 milioni) nonostante la crescita del totale delle attività finanziarie (+6% a 68 miliardi) e della raccolta netta (+5% a 5 miliardi) per i bassi volumi di operazioni di capital market e la scarsa propensione al rischio degli investitori.

Novità sul fronte della remunerazione agli azionisti: in funzione dei risultati conseguiti, il payout è stato alzato dal 48% al 50% e ai soci verrà proposta cedola unitaria di 0,47 euro, stabile rispetto al precedente esercizio. Il gruppo ha anche deciso di estendere il piano di riacquisto azioni proprie fino al 4,3% del capitale. Positive le reazioni degli analisti: «I risultati sono in linea in termini di capitale e dividendo e la profittabilità rimane solida», scrive Citi. Mediobanca conferma inoltre di aver raggiunto tutti i principali target indicati nel piano industriale 2016/2019. In particolare, la crescita media composta annua delle masse in gestione è stata del 31% nel triennio, quella sul fronte impieghi segna un +9% a 44 miliardi e lo sviluppo dei ricavi registra un +7%. Gli obiettivi del piano sono stati «pienamente raggiunti grazie alla peculiarità del modello di business ed alla solidità finanziaria». L’istituto rileva che si tratta di «fattori che permettono al gruppo di focalizzarsi sulla crescita e lo pongono in posizione privilegiata nel potenziamento, organico e tramite acquisizioni». Nella pipeline c’è la possibile acquisizione di Kairos, la boutique di finanza alternativa fondata da Paolo Basilico. «Il dialogo prosegue sia con l’attuale proprietà sia con il management di Kairos», ha chiarito l’amministratore delegato Alberto Nagel durante la presentazione dei risultati. «Vedremo probabilmente in settembre se la trattativa porterà a una conclusione, in un modo o nell’altro». Quanto alla governance l’ad si è detto soddisfatto del nuovo patto light siglato alla fine dello scorso anno dai soci storici. L’accordo di sindacato «ha consentito al capitale vincolato di essere considerato free float» e «ha migliorato la percezione della banca e della sua governance presso investitori istituzionali», ha spiegato Nagel. Ora comunque Piazzetta Cuccia si prepara a presentare il nuovo piano triennale il prossimo 12 novembre. La strategia «sarà coerente» con quello attuale con un focus ancora sul wealth management, dove Mediobanca punta a crescere anche attraverso acquisizioni importanti. «Oggi non abbiamo dossier sul tavolo», ha chiarito Nagel, ma se si presenterà un’opportunità l’istituto milanese potrà valutare anche la vendita del 3% di Generali, della quale detiene in tutto il 13% del capitale. In ogni caso «non abbiamo scadenze temporali o vincoli», ha sottolineato il banchiere. (riproduzione riservata)

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