In Francia nasce l’associazione delle vittime di questi mezzi. Ed è pronta ad azioni legali
La guerra contro gli e-scooter è dichiarata in tutta Europa
di Andrea Brenta

A Parigi da aprile è vietata la circolazione degli e-scooter sui marciapiedi
La guerra ai monopattini elettrici è ormai dichiarata in tutta Europa. Se in Italia sono scattate nei giorni scorsi le prime contravvenzioni per l’uso improprio del mezzo, in particolare sui marciapiedi, e in Germania, come si legge su ItaliaOggi del 24 luglio scorso, la polizia ferma, multa e addirittura controlla il tasso alcolemico degli utilizzatori, in Francia nasce l’associazione delle vittime degli e-scooter, che si appresta a lanciare una class action.
Jean-René Albertin e Arnaud Kielbaza, le cui rispettive compagne sono state investite da un monopattino elettrico a Parigi, hanno creato Apacauvi, acronimo di Association philantropique action contre l’anarchie urbaine vecteur d’incivilité (associazione filantropica azione contro l’anarchianurbana vettore di inciviltà) e lunedì 12 agosto saranno ricevuti al ministero dei trasporti.
Durante un colloquio con la consigliera incaricata della mobilità, i due cittadini contano di portare reclamo contro il monopattino elettrico, anche se un giro di vite è atteso a breve: secondo un decreto che dovrebbe vedere la luce in settembre, questo mezzo non dovrà più circolare su alcun marciapiede in Francia, salvo diverse disposizioni dei sindaci.
Secondo l’associazione, tuttavia, il divieto sarà un buco nell’acqua. «Si fatica a immaginare un poliziotto che corre per raggiungere e multare un contravventore», spiega a Le Figaro Arnaud Kielbaza. Per l’uomo, la cui moglie a maggio è stata ferita da un monopattino elettrico, gli operatori che propongono questi mezzi in free floating (gli utenti prendono l’e-scooter, lo usano e lo lasciano dove gli pare, ndr) dovrebbero essere obbligati a tenere un database rigoroso dei propri clienti. «Al momento del pagamento con la carta di credito, questi ultimi dovrebbero trasmettere via smartphone una copia del loro documento d’identità», aggiunge Kielbaza. Altrimenti sarà difficile risalire agli autori di eventuali incidenti. Senza trascurare il fatto che molti utenti pagano con carte bancarie rubate o forniscono nomi falsi.
In attesa del decreto, numerose città stanno cercando di mettere ordine nelle loro strade. A Parigi da aprile e a Marsiglia dal 1° agosto è vietata la circolazione degli e-scooter sui marciapiedi. E nella capitale dal 30 luglio non si può più neanche abbandonare il monopattino dove capita: oltre 130 ammende da 35 euro sono state comminate per monopattini parcheggiati male.
Ma ciò non è sufficiente, secondo l’associazione Apacauvi, che dopo le vacanze estive intende avviare una class action contro la municipalità di Parigi. «Contiamo di sporgere denuncia per messa a rischio della vita altrui. La città non ha preso le misure necessarie a garantire la sicurezza dei pedoni», precisa Jean-René Albertin, la cui compagna è ancora convalescente dopo un incidente avvenuto a giugno.
L’associazione punta anche il dito sull’impatto ambientale degli e-scooter, a dispetto delle apparenze. «I monopattini elettrici non sono affatto ecologici», sottolinea Kielbaza. «Hanno delle batterie al litio per le quali non esiste una filiera di riciclo». Per non parlare dell’aspetto sociale. Secondo il fondatore di Apacauvi, tutti gli operatori che hanno messo le mani sul free floating sfruttano manodopera a basso prezzo: quella di coloro che recuperano i monopattini la sera per poi ricaricarli a casa loro, in appartamenti trasformati in parcheggi. E che vengono pagati a pezzo recuperato. Lavorando praticamente per un tozzo di pane.
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