Raggiunge 61 milioni di euro nel semestre. Raccolti premi per 3,3 mld
L’offerta a Ubi è sull’intero perimetro vita

Profitti in crescita per Cattolica assicurazioni, che nel primo semestre ha realizzato un utile netto di 61 milioni di euro, con un incremento del 20,5% su base annua. Il risultato operativo è migliorato del 4,3% a 156 milioni. La raccolta premi complessiva è salita del 10,6%, a 3,268 miliardi e la raccolta premi del lavoro diretto è avanzata del 3% a 1,09 mld. Al risultato ha contribuito per 540 milioni il segmento non auto (+9,3%), mentre l’auto ha visto un rallentamento del 2,5% 550 mln. Il combined ratio è passato da 92,6 a 93,4% a causa della maggiore incidenza dei sinistri collegati a eventi atmosferici. Nel ramo vita la raccolta del lavoro diretto è cresciuta del 14,8% a 2,17 miliardi, che corrisponde però a una flessione del 5% in termini omogenei. La produzione è stata favorita da un deciso miglioramento dei prodotti linked (+37,2%). E questo, ha precisato la società, «in linea con le azioni del piano industriale, che, dopo un avvio lento anche a causa dei mercati finanziari, hanno registrato una decisa accelerazione nel secondo trimestre (+68,8%) grazie soprattutto al contributo della bancassurance con Banco Bpm».
Sotto il profilo patrimoniale il Solvency II si è rafforzato al 165% dal precedente 161%. La compagnia veronese prevede per l’intero esercizio un utile netto e operativo in miglioramento rispetto al 2018. «Arriviamo a metà del piano industriale 2018-2020», ha sottolineato l’a.d. Alberto Minali, «con un risultato operativo che segna un incremento per il sesto trimestre consecutivo, con una raccolta complessiva e un utile che crescono a doppia cifra e con una confermata profittabilità, a dimostrazione delle capacità tecniche e assuntive del gruppo e della forza distributiva tramite le proprie reti agenziali e bancarie. La solidità patrimoniale si attesta a 1,65 volte il requisito regolamentare, in miglioramento rispetto al precedente trimestre». Minali, durante un incontro con gli analisti, ha spiegato che l’offerta non vincolante sottoposta a Ubi in giugno, in vista della scadenza a dicembre 2020 della joint venture Lombarda vita, «riguarda l’intero perimetro vita di Ubi, che cuba per circa 25 miliardi di riserve. Oggi la nostra partnership vale intorno a 8,5 miliardi». Cattolica sta studiando un’offerta vincolante, che sarà comunque «fondata su razionali economici solidi e dovrà essere in grado di produrre un utile accrescitivo di valore per gli azionisti del gruppo».
In attesa di capire come evolverà la crisi di governo, la compagnia mantiene una posizione attendista sui titoli di stato italiani, senza accrescere né ridurre l’esposizione. «Non siamo né long né short», ha osservato Minali. «Siamo fermi a una percentuale di Btp fra il 53 e il 54% del portafoglio e al momento non prevediamo altri cambiamenti. Negli ultimi tempi abbiamo comunque notato forti acquisti di Btp da parte di grandi paesi internazionali, perché vedono l’Italia come uno dei pochi paesi europei in grado di riconoscere rendimenti ancora buoni su scadenze medie a cinque-sette anni».
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