Credem ha archiviato il semestre con un utile netto consolidato di 95 milioni di euro, in calo del 6,2% su base annua, a causa di componenti straordinarie tra cui 15,2 milioni di contributo al Fondo di risoluzione. In assenza di queste componenti l’utile è migliorato del 4,1% a 113,6 mln. Il rapporto fra crediti problematici lordi e impieghi lordi si è posizionato al 5,1% rispetto al 10,8% medio delle banche italiane, con un livello di copertura al 65,5% sui crediti problematici e all’82,4% sulle sofferenze.
La raccolta diretta è cresciuta del 7,8% a 23,2 miliardi e quella complessiva è ammontata a 67,1 mld (+3,4%). Il Cet 1 era al 13%, oltre 5,5 punti percentuali superiore al livello minimo assegnato dalla Bce.

«La fiducia che i clienti continuano a riporre nel nostro istituto, testimoniata dal costante aumento degli impieghi, dei patrimoni affidati e della base clientela, è un’ulteriore conferma della bontà del nostro modello di business», ha dichiarato il direttore generale Nazzareno Gregori, «e della qualità del lavoro delle persone che quotidianamente operano nel gruppo con l’obiettivo di tutelare e proteggere al meglio i risparmi dei clienti e sostenere i progetti di famiglie e imprese. Nella seconda parte dell’anno aumenteremo, in particolare, l’attenzione sul mondo della consulenza evoluta nella gestione del risparmio e sui servizi di protection. Continueremo a puntare sulla valorizzazione e formazione delle persone e investiremo per far conoscere sempre di più il nostro istituto, certi della qualità dei servizi offerti».
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