di Paola Valentini

In leggero rallentamento a giugno la raccolta delle reti di consulenti finanziari, scesa a 3,1 miliardi di euro rispetto ai 3,3 miliardi di maggio. Anche stavolta è stato forte il contributo da parte dei fondi comuni aperti, rispetto a quanto accade nel canale bancario dove i flussi verso questi prodotti hanno registrato quest’anno un netto rallentamento.
Nell’intero semestre la raccolta netta totale delle reti è stata di 17,3 miliardi. Quasi il 46% degli investimenti netti è andato sui prodotti del risparmio gestito, per un ammontare di circa 1,4 miliardi (9,5 miliardi da gennaio), mentre il saldo delle movimentazioni sui prodotti amministrati risulta positivo per 1,7 miliardi (7,8 miliardi nei sei mesi).
La raccolta netta realizzata attraverso la distribuzione diretta di quote di fondi è stata positiva per 703 milioni, in aumento del 51% rispetto ai risultati del mese precedente (4,3 miliardi da gennaio). In questo caso, si conferma la maggiore concentrazione degli investimenti sulle gestioni collettive di diritto estero, sulle quali la raccolta netta è stata positiva per 540 milioni, così come positivo è risultato il bilancio mensile dei prodotti di diritto italiano, con la prevalenza delle sottoscrizioni per 163 milioni.

Migliorano anche i risultati di raccolta sulle gestioni patrimoniali individuali, positivi per 63 milioni. Al contrario, il comparto assicurativo/previdenziale ha accusato una flessione dei volumi di attività su tutte le macro tipologie di prodotto, nonché una valorizzazione complessiva dei premi netti versati pari a 665 milioni (-51%).
Il contributo mensile delle reti all’industria dei fondi comuni aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, si attesta, pertanto, a circa 1,3 miliardi e compensa ampiamente i disinvestimenti netti che hanno colpito gli altri canali distributivi, in particolare dagli sportelli bancari (questi ultimi, come risulta dai dati Assogestioni, sono in rosso nei fondi aperti per 264 milioni). Da inizio anno l’apporto delle reti sale così a 8,1 miliardi, valore pari all’80% della raccolta registrata dall’industria italiana dei fondi aperti (10 miliardi).
Molto positiva invece la raccolta delle reti per quanto riguarda il risparmio amministrato (1,9 miliardi di euro, per un totale di 3 miliardi da inizio anno) che risulta focalizzata sulle azioni (953 milioni) e sui titoli di Stato (509 milioni). La raccolta di risparmio sotto forma di liquidità è invece risultata negativa per 227 milioni.

A fine mese i clienti primi intestatari dei contratti sono infine saliti a 4,146 milioni. Il numero di consulenti finanziari abilitati, con mandato dalle società rientranti nell’indagine dell’Assoreti, risultava pari a 22.570 unità, ma di queste sono 22.255 le unità che risultano effettivamente operative.
Tra le società che a giugno hanno registrato un saldo netto più elevato, al primo posto si attesta Finecobank (588,6 milioni), seguita a poche lunghesse da Banca Generali (501,7 milioni) e, a maggiore distanza, da Intesa Sanpaolo Private Banking (422,9 milioni). Aggiungendo però ai risultati di quest’ultima società quelli di Fideuram (284,4 milioni) e di Sanpaolo Invest (166,5 milioni), il gruppo Fideuram si piazza in cima alla classifica con 874 milioni complessivi. (riproduzione riservata)

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