di Anna Messia

L’utile semestrale di Poste Italiane è balzato del 44%, a 735 milioni, e pure il risultato operativo è cresciuto del 24,3%, a 1,1 miliardi. Numeri che hanno battuto le previsioni dei broker (che stimavano un utile di 711 milioni) e che sono stati apprezzati dagli analisti, con l’amministratore delegato del gruppo, Matteo Del Fante che ha confermato tutti gli obiettivi del piano industriale al 2022. Eppure ieri in borsa il titolo della società ha registrato un’evidente battuta d’arresto, chiudendo con una perdita del 5,4% a 7,52 euro dopo essere stata anche sospesa. Complice un mercato impostato negativamente (con il Ftse Mib che ha fatto un – 1,75%) e forse anche un’eccessiva attenzione su un dato emerso nel bilancio semestrale del gruppo.

La volatilità dei mercati e la ripresa dello spread sui titoli di Stato italiani registrata nella prima parte del 2018 hanno provocato una riduzione dell’indice Solvency di Poste Vita, la compagnia assicurativa del gruppo, che in pancia ha circa 134 miliardi di euro di titoli di Stato. Il valore del Solvency è passato dal 279% di fine 2017 al 185% di fine giugno scorso, con un taglio quindi di 94 punti. Un dato che resta solido (visto che il minimo previsto dalla regolamentazione è il 100%), hanno sottolineato dalla società e tra l’altro ora, in caso di nuovo aumenti degli spread, la riduzione del Solvency sarebbe proporzionalmente più contenuta grazie ai meccanismi di aggiustamento della volatilità previsti dalla normativa. Non solo.

Del Fante ha pure chiarito che questo calo del Solvency non avrà alcun impatto sulla politica di dividendi di Poste Italiane sottolineando che la compagnia fa parte di un gruppo che ha poco debito. Insomma non c’è da preoccuparsi ma evidentemente ieri a prevalere è stata la reazione emotiva, con lo spread che è tornato a salire chiudendo a 245 punti base, mettendo in secondo piano i positivi risultati di bilancio. Le masse gestite hanno raggiunti i 510 miliardi, con un aumento di 4 miliardi rispetto al primo semestre 2018 e pure il settore corrispondenza ha dato segnali incoraggianti con il volume dei pacchi per il retail che nei primi sei mesi dell’anno è aumentato del 40%. Mentre proseguono le manovre di efficientamento con i costi complessivi che sono scesi nel periodo di quasi il 6% (4,4 miliardi). Ieri poi è arrivato anche il via libera di Bankitalia per trasferire ad Anima 70 miliardi di asset assicurativi come previsto dagli accordi siglati a fine 2017. (riproduzione riservata)

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