di Simonetta Scarane

Nome in codice Rrevtol (acronimo di Rolls-Royce elettrico a decollo e atterraggio verticale) ed è un taxi volante. Non è fantascienza. Questi apparecchi potrebbero entrare in servizio entro il 2023, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Il costruttore inglese ha presentato il proprio prototipo a luglio, al salone aereo specializzato di Farnborough, in Inghilterra: è un veicolo ibrido, senza pilota, può ospitare cinque passeggeri e coprire una distanza di 800 chilometri.

Rolls Royce non è l’unico a lavorare su questi droni civili che verranno utilizzati anche come taxi volanti. Airbus, Boeing, il brasiliano Embraer lo considerano un business possibile, ma soprattutto un laboratorio di nuove tecnologie adattabili agli aerei di linea. È una soluzione per decongestionare megalopoli e grandi città: Dallas, Los Angeles e Dubai stanno ospitando i primi voli di prova dei prototipi di droni civili: il Vahana di Airbus e l’Ehang 184 della cinese Ehang.

Le prime sfide tecnologiche sono state superate, ma ci sono ancora molti ostacoli. Secondo uno studio di Alix Partners, ripreso da Le Figaro, «si devono ridurre i costi di produzione e di funzionamento per non superare quelli degli elicotteri». Dunque, per imporsi il taxi volante deve essere più economico. Il modello di business più sostenibile, secondo gli esperti Nicolas Beaugrand e Pascal Fabre, sarebbe quello di Uber: flotte di veicoli condivisi che utilizzerebbero gli eliporti esistenti per fare molti viaggi di andata e ritorno al giorno.
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