di Carlo Giuro

Il mestiere di essere genitori è complesso in una società contemporanea in cui le giovani generazioni sono sempre più tempestate di dati e notizie sovente poco incoraggianti, dalla difficoltà di trovare un lavoro all’incerto futuro previdenziale. E le cattive notizie possono in maniera consequenziale riflettersi nella percezione che i giovani hanno del futuro. Da una recente ricerca di Ipsos condotta per Intesa Sanpaolo solo 4 giovani su 10 pensano che vivranno meglio dei genitori, una percentuale che si è abbassata negli ultimi anni (erano 6 su 10). Un recente documento della Conferenza Episcopale evidenziava poi il preoccupante sentimento per cui a volte i ragazzi finiscono persino per rinunciare ai propri sogni. «Cercavo un mare calmo e ho trovato te. Col vento così forte, non dirmi buonanotte. Soltanto per stasera. Amore e capoeira», è uno dei tormentoni estivi. Come possono allora papà e mamma supportare un figlio in una epoca in cui il mare calmo appare difficile da trovare e il vento del destino soffia così forte? Un primo aiuto, da non sottovalutare, è quello di trasmettere la convinzione nei propri mezzi e la fiducia nel potercela fare. Se è vero che la società è cambiata con una serie di rischi è anche vero che vi sono molte nuove opportunità de cogliere (si pensi ai nuovi mestieri derivanti dalla evoluzione tecnologica). Come canta Bob Dylan, «essere giovani significa tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro». Vi è poi un altro supporto, molto concreto, che si può fornire ai propri figli, vale a dire costruire un investimento a loro finalizzato. Ecco come.
I possibili obiettivi. Non va sottovalutato in primo luogo il significato educativo di una iniziativa in questo senso. Da una recente ricerca condotta da FEduF e DoxaKids sul rapporto dei giovani con il denaro condotta nell’ambito di un progetto, realizzato con il contributo di American Express e PayPal emerge che nell’educazione finanziaria della generazione Z prevale un approccio pratico e un’educazione cosiddetta «all’occorrenza», che proviene per lo più dal dialogo con i genitori in caso di specifiche circostanze di acquisto (68%). Temi come il risparmio (31%), l’educazione agli acquisti online (30%) o la comprensione delle carte di credito (20%), sono affrontati da percentuali più ridotte del campione. L’esempio e il proprio comportamento rimangono, secondo i dati, il miglior criterio proposto dai genitori per alimentare l’educazione finanziaria (47%).

Le domande da porsi. Fin da subito è importante chiedersi quali siano gli obiettivi finali dell’investimento. La domanda da porsi è tutt’altro che peregrina nella costruzione del percorso di risparmio, dovendosi impostare di conseguenza una coerente strategia di investimento anche in rapporto all’età del giovane beneficiario. Nella gamma dei potenziali desiderata si va dal volere mettere da parte una somma per quando il figlio/figlia andrà all’università, per farlo andare all’estero ad imparare le lingue, per quando vorrà avviare una attività professionale o economica, per supportarlo nel convolare a nozze, per acquistare la casa.

Come muoversi. Le decisioni di investimento finalizzato vanno poi ricondotte nell’ambito di più complessivo di pianificazione finanziaria. L’ investimento per i figli, anche in termini di quantificazione delle risorse finanziarie da destinarvi, va conciliato nel budget familiare con le spese quotidiane, il pagamento delle rate del mutuo, le spese per la famiglia, la casa e con le altre esigenze di risparmio. Sempre in tema di fonti di finanziamento altra scelta importante da operare è se si voglia investire in unica soluzione (potrebbe essere il caso dei regali ricevuti in occasione di una festività (battesimo, comunione, cresima, diciott’anni) o piuttosto poco alla volta in forma rateale. Consultando il sito istituzionale Quellocheconta.it creato dallo specifico Comitato nazionale di educazione finanziaria, in termini di metodo ci sono tre aspetti di cui tener conto per investire per i propri figli. Il primo riguarda la tempestività; partire prima possibile è importante, in questo modo il tempo gioca a proprio favore e si può cominciare anche con somme piccole. Il secondo ha a che fare con la continuità; un impegno costante consente di accumulare nel tempo, anche attraverso piccoli accantonamenti, un buon ammontare. Anche per questo, conviene partire per tempo. Perché sia regolare l’accumulo, l’operazione di accantonamento deve essere facile, possibilmente automatica. La regolarità non esclude naturalmente un minimo di flessibilità, perché in alcuni momenti della vita si potrebbero incontrare difficoltà, con la necessità di interrompere temporaneamente i versamenti, così come può accadere il contrario e disporre di più di quanto programmato. Terzo aspetto, ma davvero è il caso dire «last but not least», ultimo ma non inferiore; investire bene il risparmio è la base per accumulare denaro per il futuro dei figli. Per questo occorre considerare con attenzione gli strumenti a disposizione e tenere sempre a mente che a investimenti che offrono interessi più elevati corrispondono anche rischi più elevati. Occorre quindi considerare la propensione al rischio ed anche l’orizzonte temporale. Se si inizia a investire quando i figli sono piccoli si è anche in grado di affrontare meglio i rischi degli investimenti.

Le diverse soluzioni. Una possibile via è rappresentata dall’investimento nei fondi comuni di investimento. Se si ha già una somma a disposizione la soluzione è rappresentata dalla sottoscrizione di un fondo comune con la formula Pic (Piano di investimento di capitale) orientando la scelta della tipologia in relazione all’intervallo di investimento; su archi temporali protratti si può guardare a categorie come azionario euro, azionario internazionale (per sfruttare una ancora maggiore diversificazione) o bilanciato azionario. Utile, nell’ipotesi in cui lo starting point fosse di importo consistente, può essere la diversificazione utilizzando più fondi comuni di diversa tipologia per attenuare il rischio, prevedendo anche una quota di liquidità per fare fronte a eventuali necessità di disinvestimento. Se invece l’esigenza è quella di accantonare step by step lo strumento può essere quello dei piani di accumulo in fondi comuni o per, conferire maggiore brio al percorso di accumulazione, i pir, i piani individuali di risparmio (piani di risparmio agevolati fiscalmente). La logica è che anche uno sforzo economico apparentemente pesante può diventare sostenibile quando è diluito in un percorso a tappe sufficientemente lungo e ben strutturato. Un piano di accumulo rappresenta una soluzione sicuramente da considerare con interesse perché accompagna la famiglia lungo un itinerario prefissato e rigoroso, attraverso versamenti automatici. Vi è poi la possibilità di utilizzare un investimento assicurativo o a premio unico o, sempre con la formula rateale, con il premio periodico o unico ricorrente, con attenzione ai caricamenti (costi di ingresso). La tipologia da utilizzare, anche alla luce di una sostanziale rivitalizzazione può essere quella delle polizze rivalutabili nel caso in cui la propensione al rischio fosse estremamente prudenziale oppure su archi temporali protratti guardare a polizze multiramo che associno a una quota del premio investito in gestioni separate una parte in unit linked per conferire maggiore dinamicità all’investimento. La via intermedia è quella di un piano di risparmio assicurativo, finalizzato al finanziamento dell’accesso al ciclo di studi universitario (capitale o rendita) o alla costituzione di una riserva, con garanzie complementari che forniscono coperture in caso di prematuro decesso o invalidità del genitore/nonno con il completamento del piano da parte dalla compagnia. Vi è poi talvolta la previsione di sistema incentivante legato ai meriti scolastici, in qualche caso esteso anche al ciclo universitario, con una graduazione del bonus, passando dalla misura piena al raggiungimento del massimo dei voti alla maturità (100) ad una misura ridotta laddove la votazione si collochi in un range inferiore (tra il 96 e il 99). È una logica che sembra incontrare un atteggiamento tendenzialmente incentivante da parte dei genitori italiani. Riprendendo infatti il sopracitato studio FEduF/ DoxaKids il 47% dei ragazzi ha una paghetta fissa e il 51% riceve un regalo in cambio di buoni risultati scolastici. Andando nel concreto, a titolo esemplificativo si citano per esempio Penso a Te di Intesa Sanpaolo Vita, la gamma Piano Figli di Arca Vita, Futuro Dedicato di Axa, Unipol Sai Risparmio Giovane, Zerodociotto Reale di Reale Mutua. Last but not least, il sempre attuale risparmio postale con i buoni postali sottoscrivibili da un minimo di 50 euro (esiste anche una versione specifica dedicata all’accantonamento per i figli minorenni, BFP18). Oltre ad essere sicuri coniugano il connotato della economicità (non prevedono spese di sottoscrizione, rimborso e gestione, eccetto gli oneri di natura fiscale) e dalla fiscalità di vantaggio essendo tassati con aliquota del 12,50 %. (riproduzione riservata)

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