di Anna Messia
Il piano strategico di Poste Italiane firmato Matteo Del Fante verrà presentato al mercato agli inizi del 2018, con «nuovi obiettivi che contribuiranno a rafforzare la generazione di cassa del gruppo e a supportare la nostra politica di dividendi, che per il 2017 confermiamo essere in linea con gli ultimi due anni», ha annunciato ieri l’amministratore delegato presentando il bilancio semestrale chiuso con un utile di 510 milioni. Completata la squadra di manager ora si lavora al nuovo business plan che tra i punti qualificanti avrà il rafforzamento delle partnership nel settore dell’asset management e un aumento dell’offerta dei prodotti, ha anticipato Del Fante aggiungendo però che, per quanto riguarda l’accordo con Anima , tutte le opzioni sono ancora aperte. Gli attuali accordi prevedono un aumento della partecipazione di Poste Italiane fino a un massimo del 24,9% del capitale della società di gestione tramite il conferimento di BancoPosta Fondi Sgr, e definiscono anche la governance del nuovo aggregato. «Tutte le opzioni sono sul tavolo» con l’obiettivo di «estrarre il maggiore valore possibile da questa operazione» per il gruppo postale, ha aggiunto l’ad senza però aggiungere ulteriori dettagli. Anche su Sia, la società che si occupa dei sistemi di pagamenti di cui Poste Italiane , dallo scorso febbraio, detiene indirettamente il 14,85% le strade restato aperte, anche se prima bisognerà definire il business plan. Prima il nuovo piano strategico e «poi decideremo sulla quota detenuta nel capitale di Sia. Dipenderà anche da cosa intende fare il suo principale azionista (Cdp, ndr)», ha detto Del Fante a chi chiedeva dell’eventuale intenzione di Poste di crescere nella compagine azionaria di Sia. E aperta resta pure la definizione dell’accordo distributivo con la Cassa Depositi e Prestiti, per conto della quale Poste distribuisce nei suoi sportelli buoni e libretti postali: «il gruppo sarà impegnato nella focalizzazione delle attività di gestione del risparmio postale, nel cui ambito proseguiranno le attività per la definizione delle condizioni della convenzione, che regola le modalità di fornitura dei servizi».

Tornando ai numeri della semestrale, illustrata anche dal nuovo cfo di gruppo, Roberto Giacchi, l’utile netto di 510 milioni è risultato in calo rispetto ai 565 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Ma la frenata è stata determinata dalla perdita dell’investimento in Alitalia. In particolare dalla svalutazione per 82 milioni delle continget convertible notes sottoscritte nel dicembre 2014 da Poste Italiane ed emesse da Midco, la società che detiene il 51% diAlitalia Sai. Il risultato operativo del primo semestre, pari a 847 milioni, è invece risultato sostanzialmente in linea con quello dello stesso periodo dello scorso anno, pari a 843 milioni. L’anno scorso c’era però stata anche una plusvalenza per la cessione di Visa Europe e senza le partite straordinarie la crescita sarebbe stata del 26% a 912 milioni. A fine semestre il gruppo ha poi raggiunto i 500 miliardi di masse gestite. Il minore apporto derivante dal settore dei servizi finanziari è stato poi compensato dalla crescita dei servizi assicurativi e del risparmio gestito. Mentre il settore postale e quello commerciale hanno avuto un andamento stabile. (riproduzione riservata)
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